Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  giugno 28 Mercoledì calendario

La crisi delle partite Iva


Nel paese delle partita Iva crescono tutti tranne gli autonomi. Un paradosso innescato dal biennio di pandemia. Rispetto al 2019, quando erano 5 milioni 223 mila, questi hanno registrato una perdita di circa 214 mila occupati (-4,1%). Solo nell’ultimo anno si è assistito a un leggero recupero, con un aumento di 50 mila unità (+1%) che ha riportato il loro numero di pochissimo sopra la soglia dei 5 milioni. Ma nel contesto generale di crescita dell’occupazione, salita nei primi tre mesi del 2023 del 2,3% rispetto allo stesso periodo del 2022, il lavoro indipendente stenta a recuperare i livelli pre-Covid. È una delle fotografie scattate dall’indagine della Fondazione studi Consulenti del Lavoro, che ha elaborato gli ultimissimi dati Istat relativi al 1° trimestre 2023, dal titolo «Gli italiani e il lavoro nell’anno della ripartenza», i cui esiti saranno descritti durante la conferenza stampa di presentazione del Festival del Lavoro, in programma il 28 giugno alle ore 10 a Bologna, presso la sede della Regione Emilia-Romagna.
«Non c’è dubbio che tra le cause del mancato recupero degli autonomi, c’è la pandemia, che ha messo la parola fine a tante attività imprenditoriali e professionali – commenta il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca —. Ma anche la scarsa propensione dei giovani ad avviare attività indipendenti». E su questo terreno che dovrà andare il governo nell’immediato futuro perché è assolutamente necessario fare in modo che il comparto autonomi riprenda a crescere, cosi da poter mettere a disposizione posti di lavoro stabili.
L’approfondimento della Fondazione Consulenti del lavoro, inoltre, indaga l’andamento degli occupati indipendenti per profilo professionale tra il 1° trimestre 2019 e il 1° trimestre 2023. A uscire più rafforzati dalla pandemia sono gli imprenditori, aumentati di 90mila unità (+33,6%). A fare da volano potrebbe essere stato il boom di molti comparti economici (edilizia, digitale, turismo), che avrebbe sostenuto la crescita di diverse piccole realtà.
Di contro, ad aver sofferto di più sono piccoli imprenditori e liberi professionisti: i primi hanno subito una contrazione del 7%, i secondi del 4,9%. Le perdite più ingenti hanno interessato i lavoratori senza dipendenti (tra artigiani e commercianti senza addetti il calo è stato del 10,7%), laddove le realtà più strutturate, con almeno un dipendente, hanno saputo reagire meglio, tanto da risultare nell’ultimo anno in ripresa.
«La libera imprenditoria è uno dei fiori all’occhiello dell’Italia. Eppure, tanti ostacoli legano ancora le mani a chi desidera avviare un’attività in proprio – spiega De Luca —. La strada intrapresa dal governo è quella giusta, ma bisogna batterla con incisività per dare impulso al comparto degli autonomi da cui nascono i rapporti di lavoro dipendente».