Corriere della Sera, 27 giugno 2023
Calvino e i bassi di Napoli
I «bassi» napoletani sono una sorta di barometro condiviso. La loro evoluzione funzionale serve a fissare lo stato dell’arte della condizione urbana. Ora, ad esempio, nei bassi dei Quartieri spagnoli si fa teatro, si mettono in scena opere di Eduardo e non solo. Si servono braciole e maccheroni al ragù in ristoranti monotavolo con tammurriata di accompagnamento. E si allestiscono «B&B» molto richiesti per vivere l’esperienza della napoletanità neorealista, promessa dai poster di De Sica e Sofia Loren, o di quella postmoderna, garantita dal Maradona dei murales. Ma cosa erano i bassi settant’anni fa? Un Italo Calvino poco noto aiuta a cogliere le differenze meno ovvie. Fabio Ciaramelli lo cita in «La città degli esclusi» (edizioni Ets), una riflessione con rimandi filosofici e letterari su ciò che è venuto e che verrà dopo la polis greca e l’urbe latina, dopo i primi modelli di città chiusa e di città aperta. È il 1949. Calvino si lascia il porto di Napoli alle spalle e risale la città inoltrandosi per vicoli e cupe. Gli avevano parlato di una Napoli solare e trova in effetti «una città di vetro». Nella quale, però, per la ristrettezza degli spazi «non si poteva posare gli occhi in nessun posto senza violare un segreto». In quelle case minime c’era troppa intimità a portata di sguardo e il forestiero avvertiva il doppio disagio del vedere e dell’essere visto. Ora, invece, i bassi cominciano a mostrarsi, il turista entra quasi ovunque. In una prospettiva che cambia radicalmente, tutto sembra trasparente, svelato, autentico. Noi sappiamo che proprio così non è, che molti bassi sono ancora abitati dai nuovi ultimi. Ma nel frattempo sono cresciuti gli spazi di uso pubblico e di aggregazione sociale. Era meglio prima? Aristotele diceva che la comunità nasce «da diversi non da uguali». Ciaramelli aggiunge solo che «l’interdipendenza è una caratteristica strutturale dell’umano, mentre la solidarietà è una (molto fragile) conquista storica, non così difficile da cancellare».