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 2023  giugno 27 Martedì calendario

La prima omelia di ChatGpt

Una funzione religiosa gestita dall’intelligenza artificiale. L’eco di quel sermone, comunque storico, rimbalza dalla Baviera alle Valli Valdesi. 


A Furth, media cittadina del distretto della Media Franconia, un altro simbolico muro è stato abbattuto. Nella chiesa luterana di «St Peter und Paul», la funzione religiosa davanti a centinaia di persone per lo più interdette, o incuriosite, non è stata officiata da un sacerdote in carne e ossa (e neuroni, ed emozioni, e ricordi) ma da un chatbot, un ChatGPT, insomma un software di intelligenza artificiale, personificato da un avatar con le sembianze di un uomo di colore con la barba, che si rivolgeva ai fedeli da un enorme schermo sopra l’altare.


A darne conto, fra l’altro, anche «La Riforma», organo di informazione delle chiese battiste, metodiste e valdesi, sempre attente ai cambiamenti, progressiste, aperte a tutto ciò che è nuovo. «L’esperimento in una chiesa luterana bavarese - si legge - Da migliorare l’empatia».


La chiesa in questione era gremita, e forse in modo forse insolito visto il calo di partecipazione dei fedeli che colpisce le chiese di tutto il Continente e in particolare quelle del Centro-Nord Europa. Le cronache parlano di oltre 300 persone accorse alla funzione del mattino per assistere all’esperimento. «Cari amici, è un onore per me essere qui e predicarvi come prima intelligenza artificiale al convegno dei protestanti di quest’anno in Germania», ha detto l’avatar con un volto inespressivo e voce monotona.


La celebrazione di 40 minuti, un «pacchetto» comprensivo di sermone, preghiere e musica, è stato «prodotto» - per così dire - da Jonas Simmerlein, teologo e filosofo dell’Università di Vienna. «Ho concepito questo servizio, ma in realtà l’ho piuttosto accompagnato, perché direi che circa il 98% proviene dalla macchina», ha spiegato lo studioso 29enne all’Associated Press, aggiungendo di non voler intendere che l’intelligenza artificiale possa sostituire un predicatore, ma che potrebbe essere un modo per aiutare a liberare un po’ di tempo e a semplificare il lavoro quotidiano dei sacerdoti, anch’essi sempre meno numerosi a causa della crisi delle vocazioni.


La messa condotta dall’«Ai» è stato uno delle centinaia di appuntamenti del congresso dei protestanti che si è svolto fra Norimberga e la vicina Fürth, affrontando varie questioni di attualità: non solo il cambiamento climatico e la guerra contro l’Ucraina ma - appunto - l’intelligenza artificiale. E - come spiega la Riforma - il culto gestito dal programma di chatbot è stata una sorta di «dimostrazione» delle capacità di questa intelligenza artificiale, e un test sulle possibilità di una congregazione di avvalersi anche di questo strumento. Il sermone sarebbe stato costruito su uno degli slogan di questo evento, «Ora è il momento», che evoca la necessità di lasciarsi alle spalle il passato, affrontare il presente.


E nel presente, l’intelligenza artificiale ha già fatto capolino, se non in chiesa almeno nella sfera religiosa. Di poche settimane fa, per esempio, la notizia che una start-up ha lanciato un sito che permette di chattare con un santo. San Francesco, San Gennaro e Santa Rita. «L’intelligenza artificiale  ha spiegato il fondatore - simula le parole di Padre Pio, lo abbiamo allenato a questo con i suoi scritti e le biografie presenti sul web». «Noi gli abbiamo dato indicazioni sull’empatia - ha detto - In realtà poi ci siamo accorti che partendo dal pensiero di Padre Pio l’empatia è venuta da sé».