il Fatto Quotidiano, 26 giugno 2023
La storia di Berlusconi vista dai suoi Cda
Ci sono i figli e il fratello, ci sono gli amici di una vita, c’è il cerchio magico dei collaboratori e c’è uno stuolo di manager, dirigenti, banchieri, docenti universitari, professionisti della finanza, avvocati, fino a qualche figura collocata nel pantheon della sinistra.
Il quadro tratteggiato dall’analisi negli ultimi 30 anni dei vertici e dei componenti dei cda delle principali società del gruppo imprenditoriale costruito da Silvio Berlusconi rimanda una fittissima rete di relazioni, foraggiata dalla capacità finanziaria pressoché illimitata dell’ex Cavaliere. Il patrimonio complessivo è stimato dalla rivista Forbes in 6,9 miliardi di dollari al 12 giugno, il giorno della morte.
La capofila del gruppo è la holding Fininvest, la cassaforte che tuttora custodisce quasi tutte le aziende, tranne un grappolo di società e proprietà immobiliari. È il risultato di una fusione tra una Fininvest costituita a Roma nel 1975, di cui era amministratore unico Umberto Previti, fascista e commercialista, padre di Cesare Previti, pochi mesi dopo trasferitasi a Milano, e una seconda “Fininvest Roma”, costituita nella capitale nel 1978. La holding ha fissato la sede legale a Roma, in Largo del Nazareno, 8. A pochi metri dalla sede del Pd, l’avversario politico di B., almeno a parole. Nello stesso palazzo c’è l’ufficio di Gianni Letta, il giornalista, grande lobbista e principale collaboratore di Berlusconi in politica, sottosegretario a Palazzo Chigi nei suoi governi, abile tessitore delle nomine pubbliche.
Letta c’è sempre, anche se appare saltuariamente nelle cariche sociali. Nel 1993 entra nel cda della Fininvest, presieduta da Berlusconi che ne è anche a.d., è vicepresidente di Fininvest Comunicazioni, entra nel cda della Mondadori berlusconiana dal 1991 al 1994, dopo la spartizione di attività editoriali con Carlo De Benedetti, è nel cda di un’altra società della galassia, Medusa Film, dal 1999 al 2001. Ne esce poco prima che diventi vicepresidente il figlio, Giampaolo Letta, ora vicepresidente e a.d. di Medusa. Alla fine del 1990 il cda della Fininvest è di cinque persone: Silvio e il fratello Paolo Berlusconi, il cugino Giancarlo Foscale, entrambi a.d. (Foscale guida anche la Standa nel decennio in cui è di Berlusconi, fino al 1998), l’avvocato Vittorio Dotti, delegato per gli affari legali. Dotti, che nel 1994 viene eletto deputato con Forza Italia, lascerà la compagine nel 1996, dopo che la fidanzata, Stefania Ariosto, accusa di corruzione Berlusconi.
Il quinto consigliere è Fedele Confalonieri, l’amico di una vita, è ancora ai vertici della società chiave nella crescita finanziaria e politica di Berlusconi, presidente di Mediaset, il gruppo televisivo che nel 2019 ha deciso il trasloco della sede legale in Olanda e ha cambiato nome in Mfe (MediaforEurope), forse in preparazione di un matrimonio-vendita.
L’anno successivo nel cda di Fininvest entrano Marina e Pier Silvio, i figli della prima moglie di Berlusconi, e il direttore amministrativo di Fininvest, Livio Gironi, che nel 1996 finirà arrestato per accuse di corruzione. Nel 1992 esce dal cda Paolo Berlusconi, in parallelo a una separazione di attività imprenditoriali dal fratello, a Paolo vanno la maggioranza della See (editrice del quotidiano Il Giornale) e la Cantieri Riuniti Milanesi, la divisione edilizia del gruppo.
L’ultima fotografia del cda di Fininvest prima dell’ingresso di Silvio in politica è di fine 1993: Silvio presidente e a.d., Confalonieri a.d. dell’area comunicazione, Dotti per gli affari legali, Foscale a.d., la novità è Franco Tatò a.d. da pochi mesi. Il cda è completato da Marina e Pier Silvio, Carlo Enrico Bernasconi, il manager di fiducia esperto di acquisto e vendita dei diritti tv, Marcello Dell’Utri, Ennio Doris, socio di Berlusconi nel gruppo finanziario Mediolanum, Adriano Galliani, il dirigente del calcio (vicepresidente e a.d. del Milan dal 1986 al 2017 e oggi del Monza), Gianni Letta, Alfredo Messina, Cesare Previti. Il 10 maggio 1994 Silvio viene nominato presidente del Consiglio. Lascia le cariche sociali, Confalonieri diventa presidente di Fininvest. Previti viene nominato ministro della Difesa, Berlusconi lo vorrebbe alla Giustizia, ma il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro si oppone.
Tatò, manager vicino alla sinistra, ossessionato dal taglio dei costi, entra nella corte berlusconiana nel 1991, a.d. di Mondadori. Riporta in Borsa il gruppo editoriale, due anni dopo viene chiamato da Berlusconi a risanare la Fininvest, vi rimane un paio d’anni. Torna a guidare la Mondadori nel gennaio 1995 e resta fino all’anno successivo. Per 12 mesi, tra il 1993 e il 1994, Tatò affida la guida della Mondadori a un nuovo a.d., Giovanni Cobolli Gigli, cresciuto nel gruppo Ifil (Agnelli). Subito dopo andrà alla guida della Rinascente e nel 2006 verrà nominato da John Elkann presidente della Juventus.
Tatò entra in contrasto con gli amici e manager più stretti dell’ex Cavaliere: Dell’Utri, Confalonieri, Galliani, Foscale. Lascia la Mondadori quando, nel 1996, viene nominato a.d. dell’Enel dal governo di Romano Prodi. Tre anni dopo Massimo D’Alema lo conferma. Nel 2002 il governo Berlusconi non gli rinnova l’incarico. All’Enel arriva come a.d. Paolo Scaroni, che nel 2005 Berlusconi manda all’Eni, dove resta per nove anni. Nell’aprile 2017, quando viene perfezionata la “vendita” del Milan al cinese “Mr. Li”, operazione alquanto opaca, Scaroni viene nominato presidente del Milan e lo è tuttora, sotto un’altra proprietà. Grazie all’appoggio di Berlusconi e Letta, Scaroni il 10 maggio è stato nominato presidente dell’Enel dal governo Meloni.
Nel 1996 la carica di a.d. della Fininvest viene affidata a Ubaldo Livolsi, artefice dell’operazione finanziaria che, insieme all’appoggio delle banche, salva Fininvest dall’assedio dei debiti: la quotazione in Borsa di Mediaset. A fine 1996 il cda di Mediaset è composto da Confalonieri presidente, ben quattro a.d. che sono i collaboratori più fidati di Silvio: Giuliano Adreani, ex d.g. Sipra (Rai), Bernasconi, Galliani, Livolsi. Nel cda anche Tarak ben Ammar, l’imprenditore franco-tunisino di tv e cinema amico di Berlusconi (e del suo rivale Vincent Bolloré), vi resta fino al 2003, poi per 14 anni è nel cda di Mediobanca. In quel cda c’è Alfredo Messina, ex dirigente di Alitalia e Iri fino a quell’anno anche nel cda di Fininvest, oggi (ma ancora per poco) è il tesoriere di Forza Italia.
È nel cda di Mediaset alla nascita Roberto Ruozi, ex rettore della Bocconi. Ruozi resta nel cda di Mediaset fino al 2006, quando subentra Carlo Secchi, ex rettore della stessa università, tuttora nel cda di Mfe-Mediaset. Negli anni successivi entra un altro docente della Bocconi, Franco Bruni. Il banchiere Luigi Fausti, ex a.d. della Comit, è nel cda di Mediaset dal 2005 al 2011. Dal 2019 nel cda c’è la moglie di uno dei figli, Gian Paolo Fausti, Marina Brogi, docente a Roma. Paolo Andrea Colombo, superconsulente che è stato presidente di Enel e di Saipem, consigliere di Alitalia, vicepresidente di Intesa Sanpaolo dal 2016, è stato nel cda Mediaset per molti anni. Un altro consulente amico di Berlusconi, Bruno Ermolli, mandato in campo nel 2008 per costituire la cordata dei “patrioti” per sfilare Alitalia a Air France-Klm, entra nel cda Fininvest nel 2006 e vi resta circa 15 anni, inoltre è nel cda di Mediaset dal 2011 al 2019.
Alla Fininvest nel 1996 diventa presidente Aldo Bonomo, esperto di diritto radiotelevisivo. Alla morte di Bonomo, il primo settembre 2005, Marina Berlusconi diventa presidente, con Pasquale Cannatelli a.d., dopo alcuni anni in cui le redini erano state affidate a Claudio Sposito, ex banchiere d’affari. A giugno 2016 un altro cambio, il nuovo a.d. è Danilo Pellegrino. Nel cda in carica, che dovrà essere rinnovato dall’assemblea il 29 giugno, ci sono Marina e Pier Silvio, due dei tre figli del secondo matrimonio del tycoon, Barbara e Luigi Berlusconi, l’a.d. Pellegrino, Galliani, l’ex a.d. di Mondadori Ernesto Mauri e l’ex direttore dei servizi fiscali Fininvest, Salvatore Sciascia, custode di molti segreti del gruppo. Libera la poltrona dell’avvocato Niccolò Ghedini, mancato nel 2022.
Marina Berlusconi è anche presidente di Mondadori dal 2003, l’a.d. è Antonio Porro, dal 2021. Pier Silvio è l’a.d. di Mfe-Mediaset, nel cda c’è una docente universitaria di area Pd, Stefania Bariatti, ex presidente di Banca Mps. Nella galleria di personaggi nei cda degno di nota il passaggio alla Standa, dal 1994 al 1996, di Michael Bongiorno. Più noto come Mike Bongiorno, il presentatore che Berlusconi ha strappato alla Rai nel 1977 e che molto ha contribuito alle fortune delle tv di Cologno Monzese.