Corriere della Sera, 26 giugno 2023
Il nuovo duello con l’impero cinese
Nelle scorse settimane abbiamo assistito a un graduale peggioramento dei rapporti fra la Cina e gli Stati Uniti. Joe Biden ha detto che Xi Jinping è un dittatore; giudizio severo e scostante in una situazione in cui Xi è l’uomo con cui Biden dovrà trattare i problemi che più concernono le due maggiori potenze del mondo. Il momento più delicato sarà quello dello scambio di vedute sul problema di un’isola del Pacifico (Formosa) che venne arricchita dagli investimenti americani ed è oggi conosciuta con il nome cinese di Taiwan. Fu visitata recentemente da Nancy Pelosi, quando era presidente della Camera, con l’effetto di provocare negli Stati Uniti una discussione sulla sua possibile indipendenza: un argomento che ebbe l’effetto di allarmare i cinesi. Possiamo immaginare che, dopo avere lungamente assistito al duello fra gli Stati Uniti e l’Urss, dovremo assistere d’ora in poi a un duello non meno importante fra gli Stati Uniti e la Cina. In una fase così turbolenta mi è stato chiesto quali siano le caratteristiche istituzionali dei maggiori protagonisti. Esistono ancora regimi democratici e regimi totalitari? La parola «impero» si addice ancora allo Stato cinese? Per gli europei «impero» è ancora un regime in cui il potere viene attribuito ai discendenti di una stessa famiglia o a un gruppo di ottimati. Anche quando è stato modernizzato, questo regime conserva alcune caratteristiche. L’Impero britannico ha lungamente rispettato molte tradizioni più o meno formali e il suo erede (il Regno Unito) non rinuncia a vantare alcune di queste nobili consuetudini. Ma nessuno oggi potrebbe metterne in discussione la natura democratica. Non altrettanto invece potremmo dire di altri Paesi dove il potere viene esercitato da chi lo conquista o lo eredita. La parola «imperiale», in questo caso, potrebbe essere liberamente usata. Gli Stati Uniti, per venire alla Potenza mondiale più influente di quest’era, non sono un impero. Perché i presidenti vengono eletti, il loro mandato non è ereditario. Certo è un Paese straordinariamente potente, ma la sua forza è frenata dalle lobby, gruppi di interesse che nascono per ottenere un risultato con un gruppo di seguaci a cui il potere centrale non può essere indifferente.