la Repubblica, 25 giugno 2023
Ammissione all’università. In Corea del sud, l’esame più difficile al mondo
È forse l’esame più difficile al mondo. A causa anche di quelle “domande della morte”, impossibili da azzeccare senza aver frequentato intensivi corsi di recupero in scuole private per prepararsi al meglio. Domande “killer” che ora la Corea del Sud vuole eliminare. Ogni anno a metà novembre mezzo milione di ragazzi affrontano in 9 ore il temutissimo Suneung, il test che determina a quale università uno studente può accedere. Matematica, scienze, coreano, storia, lingue straniere: queste le materie principali. Quel giorno lo spazio aereo del Paese viene chiuso per almeno mezzora (per non far deconcentrare gli studenti durante le prove orali di inglese), l’uso dei clacson è vietato in prossimità delle scuole, gli uffici pubblici e i negozi aprono un’ora più tardi del previsto per non congestionare il traffico, la polizia scorta i ritardatari fino in aula perché entrino in tempo per l’inizio della prova. Insomma, l’intera Corea del Sud si mobilita per questo che è un passaggio fondamentale per i giovani visto che determina la loro futura carriera (e pure le prospettive di matrimonio). A rendere ancor più difficile il test, ci sono le cosiddette “domande della morte”: alle quali non si può rispondere studiando solamente il programma insegnato nelle scuole pubbliche, pensate per aiutare a distinguere gli studenti più capaci. Ora quelle domande, dopo anni di polemiche, il governo giura di eliminarle. Togliendo una significativa dose di stress ai ragazzi. E frenando il business delle scuole private.
«Farò quanto in mio potere per eliminare dall’esame di ammissione universitaria le domande estranee al sistema dell’istruzione pubblica e rendere gli esami più equi», ha annunciato il ministro dell’Istruzione Lee Ju-ho. Lo stesso presidente sudcoreano, Yoon Suk-yeol, ha chiesto che l’esame venga semplificato. Soprattutto per ridurre l’onere per i genitori che spendono in media 300 euro al mese per ogni figlio in lezioni private in un Paese famoso per l’enorme pressione educativa che esercita sulle famiglie. Le domande “impossibili” nel test hanno portato a un fiorente mercato delle hagwon, centri privati di recupero dove i ragazzi trascorrono giorni e notti a studiare in vista dell’esame. Alcuni esempi di domande impossibili. Nella sezione del test “lingua coreana”, i ragazzi si sono trovati quesiti di finanza o sulle attività di rischio degli investimenti delle banche. Nella parte “società” domande sulla teoria dello sviluppo cognitivo di Piaget. Tutti argomenti che esulano dal curriculum della scuola pubblica.
L’esame è criticato dagli stessi professori universitari. «Esiste uno studente di scuola superiore in grado di risolvere problemi così difficili senza l’aiuto dei migliori istruttori delle accademie private?», si chiede Kim Kwang-doo, professore di economia alla Sogang University di Seul. Sebbene il livello di difficoltà del Suneung vari ogni anno, le domande killer sono di solito quelle che valgono più punti nell’esame.
Andare all’università determina la vita professionale e sociale futura. O, più precisamente, l’ingresso in una determinata università. Ottenere un posto in una delle istituzioni più prestigiose (le cosiddette Sky: Seoul National University, Korea University e Yonsei University) significa quasi sempre un buon lavoro, un buono stipendio e la simpatia e il sostegno di tutti coloro che hanno frequentato lo stesso ateneo. Il sistema educativo ultra-competitivo della Corea del Sud è stato accusato diessere una delle cause principali degli alti tassi di depressione e di suicidio nel Paese (26 per 100mila persone, il più alto tra i Paesi Ocse). Nel mondo, il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani, ma in Corea del Sud è la prima nella fascia tra i 10 e i 30 anni.