Corriere della Sera, 25 giugno 2023
Il ritorno al 1917
Vladimir Putin è noto per la disinvoltura con cui manipola gli eventi storici come gli fa comodo. Di fronte alla rivolta militare del gruppo Wagner, ha evocato il precedente del 1917, quando, a suo dire, il popolo russo fu pugnalato alle spalle e la vittoria nella Prima guerra mondiale gli venne «rubata». In realtà nel 1917 il conflitto con la Germania e l’Austria-Ungheria volgeva decisamente al peggio per l’Impero zarista, con perdite gravissime di uomini e territori. Anche per questo lo zar Nicola II fu spodestato da un’insurrezione che vide la guarnigione di Pietrogrado (l’attuale San Pietroburgo) fraternizzare con il popolo in tumulto per mancanza di pane.
Dopo quella prima rivoluzione, detta di Febbraio, nacque un governo provvisorio che decise di proseguire la guerra al fianco degli alleati francesi e britannici, mentre si formavano un po’ ovunque i soviet, consigli di operai, contadini, soldati che costituivano una sorta di autorità parallela.
Di questa situazione confusa approfittò Vladimir Lenin, il leader del partito socialista estremista, i bolscevichi. Tornato dall’esilio svizzero grazie all’aiuto dei tedeschi, egli si pronunciò per la pace immediata, la terra ai contadini e tutto il potere ai soviet. La «pugnalata alle spalle» a cui si è riferito Putin fu la Rivoluzione d’Ottobre, con la quale i bolscevichi rovesciarono il governo provvisorio e presero il potere, per poi concludere nel marzo 1918 l’umiliante pace separata di Brest-Litovsk con Vienna e Berlino.
Ne seguì la guerra civile, evocata anch’essa da Putin, che si concluse con il successo dei Rossi sui controrivoluzionari Bianchi, dei quali il capo del Cremlino sembra ora adottare il punto di vista. Così però trascura il fatto che nel 1917 l’esercito russo era esausto e la vittoria «rubata» appariva una chimera. Da notare inoltre che la versione dei fatti adottata da Putin bolla di fatto Lenin come un bieco traditore della patria, benché la salma del rivoluzionario comunista resti tuttora conservata con tutti gli onori nel mausoleo davanti al Cremlino.