Il Messaggero, 25 giugno 2023
L’addio di Harrison Ford a Indiana Jones
È un addio, ma senza lacrime. «Dopo 42 anni e 5 film, lascio Indiana Jones felice», sorride Harrison Ford al Taormina Film Fest, «ho la soddisfazione di aver dato tutto e aver imparato dal mio personaggio tante cose utili al lavoro. Ho ricevuto dal pubblico un’accoglienza generosissima e sono sicuro che anche quest’ultima avventura sia venuta proprio bene». Dopo l’anteprima italiana, prevista stasera nello spettacolare Teatro Greco della città siciliana, uscirà in sala il 28 giugno Indiana Jones e il Quadrante del Destino, regia di James Mangold, nuovo capitolo della saga di avventure creata da Lucas & Spielberg nel 1981. Ford, quasi 81 anni neutralizzati da inseguimenti, cavalcate, salti nel vuoto e imprese spericolate, torna nei panni del famoso archeologo che, alla vigilia della pensione, «quando è ormai anziano, scoraggiato, cinico», viene proiettato in una nuova avventura: siamo nel 1969, in piena Guerra Fredda tra Usa e Russia anche per la conquista dello spazio, si prepara lo sbarco sulla Luna e mentre lo scienziato ex nazista Mads Mikkelsen collabora con la Nasa, Indy attraversa il mondo tra rischi e imprevisti per recuperare un congegno capace di cambiare il corso della Storia.
IL PERSONAGGIO
Ad assisterlo c’è un personaggio nuovo di zecca: la figlioccia Helena, interpretata dall’attrice inglese Phoebe Waller-Bridge, 37 anni, esplosa con la serie Fleabag. «Helena è la persona giusta piovuta nella vita di Indy al momento giusto», spiega Phoebe, «è indipendente, sveglissima, sa cosa vuole e se lo prende. È appassionata di archeologia e riaccende l’amore del padrino per l’avventura». Nei primi 25 minuti del film Ford appare ringiovanito di 40 anni dall’intelligenza artificiale: «All’inizio ero contrario a questa operazione», ha spiegato l’attore, «poi ho visto il risultato e mi sono ricreduto: i tecnici Disney, che hanno mixato tutte le mie interpretazioni degli ultimi decenni, hanno fatto miracoli». Nel cast, che schiera inoltre Antonio Banderas, John Rhys-Davies e Boyd Holbrook, Mikkelsen interpreta il cattivo: «Ho cercato di far emergere un brandello di umanità anche in lui», spiega l’attore danese, 57, «è un ex nazista, ma ha la passione per la scienza». Nel corso della sua carriera costellata di successi, da Blade Runner a Star Wars, Ford ha interpretato molte figure eroiche. «Per me gli eroi non sono quelli che al cinema indossano tuta di latex e mantello, ma le persone normali che fanno cose straordinarie, altruistiche», spiega. C’è un personaggio che vorrebbe impersonare? «Abramo Lincoln, il presidente americano che mise fine alla Guerra Civile. E visto che nel mio Paese oggi avvengono molti scontri, potrebbe dare degli ottimi suggerimenti». Il suo punto di riferimento? «Marlon Brando che consigliava ai colleghi più giovani di non preoccuparsi, altrimenti si sarebbe visto sulla loro faccia», rivela Ford, «significa che non devi inseguire il successo ma esserci. Noi attori siamo al servizio delle storie che vogliamo raccontare».