la Repubblica, 24 giugno 2023
La Milano del sistema Santanché
Amori & affari, lusso e potere, bilanci in rosso e politica in nero. Quella sapientemente costruita da Daniela Garnero – per sempre e anche dopo il divorzio dal suo primo marito – in Santanchè, è una sceneggiatura che a volte appare fin troppo ricca e sfrontata per essere realistica. Una trama che s’intreccia con i volti e i luoghi della “Milano da bere”, stuzzica i siti e le riviste di gossip – escluse forse quelle da lei stessa possedute – e alla fine vede come spettatori interessati anche gli investigatori della guardia di finanza e un nutrito stuolo di magistrati che esaminano gli atti dell’imprenditrice- politica sotto ben tre diversi profili: penale, civile e fallimentare. Oggi è nella bufera su più fronti. Sia per levicenda della galassia Visibilia, che vede i pm indagare per falso in bilancio. Sia per Ki Group, la società di prodotti bio finita in disgrazia che ha presentato al tribunale fallimentare un’istanza di concordato semplificato, a sua volta trasmessa in procura per una valutazione. Come da prassi è stato aperto un fascicolo a “modello 45”, per fatti non costituenti notizie di reato. Un faro acceso per vederci chiaro.
Nella giungla dei business spesso finiti male, almeno a giudicare dai dati ufficiali delle società, e nella scalata che l’ha portata dalla provincia di Cuneo al ruolo di ministro del Turismo, il coté mondano non è certo l’ultimo. Anzi i piani spesso si intrecciano in un “Sistema Santa” dove alla fine si ritrovano sempre i soliti noti. È il caso di Canio Mazzaro, a lungo partner di Santanchè e padre del figlio Lorenzo: università a Londra, Porsche fiammante in regalo dalla mamma. Proprio Canio Mazzaro è spesso richiamato nelle inchieste di questi anni sui movimenti finanziari della galassia Santanchè. Ma nel gioco delle coppie della destra milanese rientra anche la lunga liaison – sette anni – tra la stessa Pitonessa e Alessandro Sallusti che all’epoca era direttore del Giornale berlusconiano, coppia di potere che fu assai ambita nelle serate di Milano. Città che l’imprenditrice non ha mai abbandonato: «Sì, si può fare qualcosa di più, basta andare in giro per Milano e vedere che le criticità sono molte, il degrado e tutto quello che succede intorno alle stazioni, la Centrale in primis», ha ammonito qualche settimana fa, prima di dirsi ovviamente d’accordo con l’idea di dedicare l’aeroporto di Linate a Berlusconi.
Politica, tv e affari l’hanno fatta finire anche nelle barre dei rapper, da Fedez a J-Ax a Marracach: «Santanchè, Santa anche no». Una consacrazione, in un certo senso. «Dopo che sono stata nominata ministro, sembrava che io fossi Al Capone», accusava lei il 30 novembre 2022. Certo, l’understatement non è mai stato la sua cifra: anche casa Santanché è, a suo modo, una favola: mille metri quadri circa in uno splendido villino ottocentesco acquistato nel 2000, quattro anni dopo che il precedente proprietario – Giuseppe Poggi Longostrevi, re delle critiche private milanesi – si era ucciso proprio in quelle stanze dopo essere stato accusato di corruzione. Quattro piani, incantevole giardino, la villa in zona corso Vercelli, area assai “affluent”, era passata di mano per un milione e duecentomila euro. Prezzo poi contestato, inutilmente, come troppo basso dalla figlia di Poggi Longostrevi. Casa Santanché rimane memorabile sia per un Natale in cui fu addobbata con ricchissime luminarie, nello sconcerto dei vicini, sia racconta chi c’è stato – per l’esposizione di borse Kelly della padrona di casa che accoglieva gli ospiti.
Niente toni bassi, appunto. L’ulima volta è stato il 25 settembre scorso, quando Giorgia Meloni aveva dato ai suoi l’ordine di non enfatizzare il successo elettorale di Fratelli d’Italia. Quella sera Santanché aveva interpretato la direttiva romana prendendo in affitto la “Terrazza Riccione 12”, decimo piano di un edificio in pieno centro con splendida vista sul Duomo, servizio all’altezza e ospiti assortiti tra amici e compagni di partito. Tra di loro anche Geronimo La Russa, avvocato, presidente dell’Aci meneghino, ma soprattutto figlio di Ignazio. E anche se per le cronache locali il presidente del Senato e la ministra del Turismo sono su fronti avversari dello stesso partito, nel “Sistema Santa” tutto si tiene.