la Repubblica, 24 giugno 2023
L’inchiesta sulle società della Santanchè
Bilanci irregolari, crediti inesistenti, passaggi di rami di azienda con plusvalenze fittizie perché alla base c’erano conti sovrastimati. E, ancora, strani drenaggi di denaro da queste società che non navigavano certo nell’oro per finanziamenti solo in parte riscossi e dati anche ad aziende terze ma riconducibili sempre a lei, la ministra Daniela Santanchè: la regina della galassia Visibilia finita al centro dell’inchiesta della procura di Milano per falso in bilancio.
Proprio la procura di Milano ha appena consegnato due perizie tecniche in un secondo procedimento civile aperto dopo le denunce dei piccoli azionisti della Visibilia editore spa (quotata in borsa) che in questi anni si sono visti ridurre il valore delle azioni da 40 a 0,20 euro. Due perizie che mettono in luce «diverse anomalie» nella galassia composta dalle cinque società costituite come scatole cinesi: Visibilia editore holding, Visibilia editore spa, Visibilia srl, Visibilia editrice srl e Visibilia concessionaria. Secondo le due perizie le anomalie iniziano negli anni 2016 e proseguono fino al 2020, quindi in periodi nei quali amministratrice era anche Santanchè, rimasta comunque socia di maggioranza in tutte le aziende fino al 2022. Aziende per le quali è stato consulente legale anche il presidente del Senato Ignazio La Russa: sue alcune diffide a giornali per conto di Visibilia.
Nel mirino delle perizie, che hanno analizzato documenti sequestrati della Guardia di finanza lo scorso marzo (sequestri di cui solo adesso si viene a conoscenza) c’è soprattutto la società Visibilia srl, concessionaria di pubblicità per i giornali del gruppo (Visto, Novella2000 e anche per testate esterne, come Il Giornale) che nel 2019 cede il suo ramo di azienda a una srl creata sul momento, la Visibilia concessionaria: garantendosi come cedente una plusvalenza di 2,9 milioni, grazie ai buoni conti scritti in bilancio. Ma proprio questi conti, per i tecnici della procura, non erano in ordine e dal 2016 al 2019 se fossero state iscritte in bilancio le poste di crediti corrette il patrimonio avrebbe segnato già un «meno 8 milioni di euro». Altro che plusvalenza: «Visibilia srl ha occultato il deficit patrimoniale già al 31 dicembre 2016 – si legge nella perizia – differendo l’eliminazione di gran parte di tali crediti agli esercizi 2019 e 2020».
Prosegue quindi la relazione tecnica chiesta dai pubblici ministeri Laura Pedio e Maria Gravina: «Appare pertanto evidente come il plusvalore di 2,9 milioni di euro di cui hanno beneficiato le due società per effetto del conferimento del 2019, non poteva sussistere posto che la conferente aveva perso il capitale già al termine dell’esercizio 2016. Il tutto a causa del sussistere di palesi strutturali deficit reddituali. Soltanto una perizia basata su dati previsionali estremamente ottimistici ha consentito di far emergere un valore di avviamento di fatto “fittizio”».
Lo stesso meccanismo anomalo sarebbe stato utilizzato per un altro passaggio di ramo di azienda, quello da Visibilia editore spa a Visibilia editrice srl: «La prima società avrebbe dovuto presentare un patrimonio netto negativo già dal bilancio al 31 dicembre 2016 – scrivono i periti – ne consegue che l’operazione di trasferimento dell’azienda effettuata nel mese di dicembre 2021 nei confronti di Visibilia editrice srl non avrebbe potuto essere realizzata sul fondamento dei valori rappresentati nell’atto di conferimento».
La relazione conclude in maniera chiara: «Su Visibilia editore spa indubbiamente la presentazione di bilanci inattendibili a partire, quantomeno, dal 2016 ha ritardato l’emersione di un dissesto patrimoniale significativo il quale risulta ancora evidente in capo alla società Visibilia editrice srl al 30 giugno 2022». Ma nelle perizia emergono altri fatti strani. Ad esempio si scopre che Visibilia srl concede nel 2013 un finanziamento per 680 mila euro alla società D1 Partecipazioni srl. Di chi è questa società e di cosa si occupa? Quando il finanziamento viene erogato la società è della stessa Santanchè e anche dell’allora compagno Alessandro Sallusti ma solo a titolo di usufrutto. Sulla carta la società ha come scopo quello di detenere azioni di aziende terze. Dai bilanci della D1 Partecipazioni srl non emergono nel corso degli anni successive attività di rilievo: non vengono concessi crediti, acquistate azioni e il cda non riceve compensi. Nel 2019 viene quindi messa in liquidazione. E i soldi dati da Visibilia? Si legge nella relazione: «Appare evidente che la recuperabilità del credito fosse strettamente legata alla situazione patrimoniale di D1 Partecipazioni». Resta quindi una domanda: che fine ha fatto questo credito?