Robinson, 24 giugno 2023
Biografia di Graham Greene
«Nelle ultime 5000 parole il romanzo si è rivoltato e mi ha morso». Di tutti i «corpo a corpo per costringere le parole a comportarsi bene» – così funzionava la scrittura secondo Anthony Burgess diUn’arancia a orologeria – Graham Greene racconta il più violento e singolare. Di solito sono i personaggi a ribellarsi, «per andare dove vogliono loro» : lo abbiamo letto in innumerevoli interviste a romanzieri, che invece dovrebbero comportarsi se non da dittatori almeno da padroni. Il modello è sempre Vladimir Nabokov: «Se voglio che un personaggio attraversi la strada, lui l’attraversa. Punto».Graham Greene scriveva al suo agente, resta il sospetto che volesse giustificare un ritardo o prevenire le critiche. Brighton Rock ha parecchi sbalzi di tono, non solo nelle ultime pagine. Comincia come un poliziesco, seguendo le regole della vera suspense: se sappiamo quali tremende cose stanno per capitare, proviamo più brividi. E dunque: «Hale sapeva, a meno di tre ore dal suo arrivo a Brighton, che volevano ucciderlo». Attorno, l’allegria dei cinquantamila villeggianti arrivati al mare in occasione della Pentecoste.Passa qualche pagina prima che il destino annunciato si compia. Hale sparisce lasciando un bigliettino: una soffiata per le corse dei cavalli. Con il nome di Kolley Kibber, distribuiva cartoline per un gioco a premidel suo giornale, girando di pub in pub. Il poliziesco si è messo in moto, con i due personaggi principali. Il ragazzo – solo più tardi sapremo che si chiama Pinkie, ha 17 anni e cerca di imporsi come nuovo capo della sua gang. E la matura, già alticcia, Ida Arnold che al pub canta una ballata vittoriana “di gigli e di sudari”, quanto mai adatta alla situazione. Hale l’aveva baciata sul lungomare per depistare i killer.Brighton Rock esce nel 1938. Il titolo si riferisce alla specialità locale, un bastoncino di zucchero croccante (La roccia di Brighton, nelle prime traduzioni italiane). Dietro al panorama marino e festaiolo, un sottobosco criminale che scatenò molte proteste. Greene dovette precisare che il romanzo era ambientato nel passato, e Brighton era nel frattempo molto cambiata. Pinkie sfregia i rivali, come i gangster nella serie tv Peaky Blinders, creata da Steven Knight e ambientata a Birmingham. Ha una lametta sotto l’unghia e una boccetta di vetriolo in tasca.Nel film diretto da John Boulting (anno 1948) Pinkie era il futuro regista Richard Attenborough, con la cicatrice sulla guancia (all’epoca aveva 25 anni, non i 17 del romanzo). Fu il primo contatto professionale di Graham Greene con il cinema, che culminò nelTerzo uomo, copione commissionato dal regista Carol Reed (il romanzo uscì soltanto l’anno successivo, nel 1950). E in una rubrica di critica cinematografica suNight and Dayinterrotta per colpa di Shirley Temple. Greene trovava poco innocenti gli sguardi degli spettatori sulle gambette della bimba ballerina. La 20th Century Fox fece causa.Tolto di mezzo Hale, a Brighton Rock bisogna eliminare gli indizi che portano a Pinkie. Incarica un certo Spicer, che combina altri guai. Entra in scena la cameriera Rose, che potrebbe rivelare dettagli pericolosi – ma lei non lo sa, è convinta che il ragazzo la stia corteggiando. Il romanzo cambia tono e temi. Manca ancora molto a quel che Graham Greene chiamerà «la rivolta, con morso», ma già al poliziesco si affianca meditazione sul bene e sul male, su quel che è giusto e quel che è sbagliato, sulla salvezza e la dannazione.È quel che tutti i giallisti oggi dicono di voler fare, tra le righe, e che Graham Greene fa esplicitamente, con una certa insistenza da convertito al cattolicesimo. Aveva 21 anni quando entrò nella cattedrale di Nottingham (aveva una fidanzata cattolica) e chiese lumi, prima «non credeva in niente». Poi apprezzerà la messa in latino che poteva seguire nei suoi viaggi in luoghi lontani, il senso di colpa, le fiamme dell’inferno, l’immagine di un Dio che spia le nostre azioni (lo scrittore aveva collaborato con i servizi segreti britannici). Con la dottrina della predestinazione, la seconda metà diBrighton Rock non potrebbeesistere. Tra birre e gin, ostinata nella sua personale idea di giustizia, Ida Arnold cerca gli assassini di Hale, che dopo qualche avance era sparito nel nulla, lasciandole il nome del cavallo su cui puntare. Pinkie – starebbe per “mignolo”, era il piccolo della banda – sta dietro a Rose: ammazzare anche lei sarebbe troppo rischioso. Finge di innamorarsi, anche se le donne gli fanno orrore: le labbra, il corpo, in questo caso l’ingenua stupidità. La ragazza crede a tutto, ingannarla è un giochetto. Brighton Rock è il primo punto fissato sulla mappa di Greeneland, che poi si arricchirà con luoghi più remoti. Greene viaggiava parecchio, meglio se tra guerre e rivolte, in Africa, Indocina, Messico e Haiti (per riposare e mettere radici, Capri e la Costa Azzurra). Greeneland è il panorama, umano e geografico, di quasi tutti i suoi romanzi. Un luogo deprimente e in rovina, ma a suo modo fascinoso, con personaggi tormentati: poca speranza e molta noia, perlopiù davanti a una bottiglia. Milioni e milioni di copie vendute, con i film tratti da quasi tutti i suoi libri, gli hanno appiccicato addosso l’etichetta di scrittore popolare, quindi poco interessante. Altro abbaglio della critica novecentesca, sempre in guerra contro il romanzo