la Repubblica, 23 giugno 2023
Le inchieste sulle società della Santanché
Due procedimenti giudiziari in corso, in sede civile e della procura di Milano, mettono nel mirino Visibilia editore durante la gestione dell’imprenditrice “prestata” alla politica, Daniela Santanché, oggi ministra del Turismo. Ieri nel procedimento civile la procura guidata da Marcello Viola, che lo scorso novembre ha aperto un fascicolo per falso in bilancio coinvolgendo anche la ministra, ha consegnato nuove relazioni tecniche sulla gestione allegra della società, svuotata negli ultimi anni esattamente come un’altra spa gestita dalla Santanchè, il gioiellino del biologico Ki group. Due aziende floride finite sul lastrico, anche se non fallite e ancora sulla carta attive, decine di dipendenti licenziati e che attendono in alcuni casi anche il tfr e le azioni dei piccoli azionisti ridotte a carta straccia. Il tutto mentre come amministratrice Santanchè ha preso lauti compensi, come raccontato da Report in un ampio servizio andato in onda lunedì scorso.
Sia il fascicolo della procura di Milano sia il giudizio in corso in sede civile su Visibilia editore nascono da esposti di alcuni piccoli azioni. La società è attiva nel campo dei giornali e della pubblicità e fino alla fine del 2022 ha avuto tra i suoi soci Santanchè insieme al compagno attuale Dimitri Kurz. Il bilancio del 2021, chiuso con una perdita di oltre 3 milioni di euro, non è stato approvato dalla società di revisione Bdo «per l’impossibilità di esprimere un giudizio». Ma a dicembre del 2020 Visibilia editore spa, tra le strane operazioni portate avanti, ha speso 816 mila euro, il 50 per cento del valore in quel momento in borsa, per acquistare i domini internet delle testate collegate a Novella2000 e Visto. E da chi le ha comprate? Da Visibilia magazine srl, altra società della galassia che ruota attorno a Santanché. Nel 2017 Visibilia editore aveva comunque licenziato già tutti i giornalisti e nel 2019 per far fronte a una grave crisi di liquidità aveva chiesto un prestito a una misteriosa società di investimento di Dubai, Negma. E qui compare il nome del presidente del Senato, Ignazio la Russa, che si è presentato come legale del fondo in una diffida inviata al giornale Milanotoday: sito online che aveva ricevuto una diffida anche da Visibilia, firmata sempre dall’avvocato La Russa. Secondo i piccoli azionisti che hanno presentato denunce in procura, e avviato la causa civile, anche l’operazione Negma ha contribuito a diminuire il valore delle azioni: a fronte di un prestito da 3 milioni di euro, il fondo di Dubai ha ricevuto azioni di Visibilia che poi a rivenduto sul mercato contribuendo ad abbassarne il valore.
Report ha messo nel mirino anche la gestione Ki gruop: azienda di commercializzazione di prodotti biologici rilevata da Santanché e dal suo ex compagno Canio Mazzaro intorno al 2011. «In meno di noveanni – dice Report – solo come stipendi per le cariche sociali, Daniela Santanché si è portata a casa due milioni e mezzo di euro e Canio Mazzaro sei». Ma c’è di più: dal 2018, quando Santanché e Mazzaro subentrano nella gestione diretta dell’azienda, la Ki Group ha enormi difficoltà nel saldare la merce ai propri fornitori e inizia a promettere pagamenti che non arrivano a decine di aziende. Nel 2018 i debiti di Ki Group verso i fornitori arrivano a oltre 8 milioni di euro, quasi un quarto del fatturato. A partire dal 2019 i numeri di Ki Group spa sono sempre più preoccupanti. I bilanci dell’azienda vengono sistematicamente bocciati dalla società che li revisiona e viene creata una seconda società con lo stesso nome (ma srl) che si prende i rami di azienda che fatturano e la Ki group spa diventa «una scatola vuota». Nel frattempo i dipendenti hanno perso il lavoro e alcuni attendono ancora il tfr e hanno presentato istanza di fallimento alla srl omonima per 500 mila euro. In nove anni il valore di Ki group in borsa è passato da 35 milioni a 465 mila euro, gli azionisti hanno versato 23 milioni e 9 milioni di euro sono andato solo a emolumenti di Santanchè e dell’ex compagno.