La Stampa, 23 giugno 2023
Biografia di Marcello Minenna
Il suo sogno era fare dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli il quinto corpo di polizia del Paese, con tanto di nuove divise al posto delle tradizionali pettorine, gradi con mostrine e stellette applicate al personale civile, macchine e mezzi con la livrea dell’Adm ed una targa speciale come quella in dotazione al pari di Carabinieri e Guardia di Finanza. Per l’appalto del vestiario, sia quello di tipo operativo che di rappresentanza, per ridisegnare giacche e pantaloni, camice invernali ed estive, cravatte per gli uomini e foulard per le donne, berretti di varie fogge, compreso un modello «tipo elicotterista», gilet, giacche a vento e accessori vari, aveva messo in conto ben 21 milioni di euro di spesa sfociata in un atto di censura da parte dell’Autorità anticorruzione per violazione della par condicio, della libera concorrenza e massima partecipazione nella gara d’appalto ed in una denuncia per abuso d’ufficio.
Alle Dogane Marcello Minenna, 51 anni originario di Bari, una laurea in economia alla Bocconi ed un master alla Columbia, era arrivato a inizio 2020 designato dal governo Conte. Incarico di consolazione dopo aver sfiorato la nomina a presidente della Consob sospinto dall’allora presidente grillina della Commissione Finanze Carla Ruocco a lui molto vicina.
Nell’orbita dei 5 Stelle Minenna era entrato nel 2016 quando su indicazione di Beppe Grillo e Luigi Di Maio era stato nominato super assessore nella giunta Raggi con deleghe su bilancio, patrimonio, partecipate e spending review, incarico che però aveva lasciato dopo appena 70 giorni a causa di dissidi interni.
Nel suo curriculum pubblicato on line Minenna si presenta come «civil servant», ed «economista esperto in finanza stocastica», professore a contratto alla Sapienza e all’Università San Raffaele di Roma. Lasciata l’Adm a gennaio Il suo ultimo incarico, dal quale ieri è stato subito sospeso, era quello di assessore tecnico della Regione Calabria con delega all’ambiente.
La sua idea di «militarizzare» i 10 mila dipendenti di Monopoli e Dogane, in realtà, ha avuto vita breve scontrandosi innanzitutto col veto della Finanza che non gradiva l’invasione di campo. Erano però rimaste le divise, ma private delle mostrine, oltre 40 tipi differenti, che scandivano le qualifiche contrattuali del personale, dalla semplice «barra» per i dipendenti della prima area sino alle rosette per gli incarchi di responsabilità, le torri e fregi per gli incarichi dirigenziali di «ufficiali» e «generali» e le 4 stelle riservate al direttore generale, ovvero allo stesso Minenna. Da inizio anno col cambio di gestione tutti i dipendenti dell’Adm sono tornati a vestire solo abiti civili. L’uniforme resta solo nel caso sia necessario che i funzionari si rendano riconoscibili da utenti o altri pubblici funzionari, ma giusto per non sprecare i soldi dei contribuenti buttando tutto.