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 2023  giugno 23 Venerdì calendario

Italiani ansiosi e depressi

La pandemia prima, poi la crisi economica e la guerra in Ucraina. E intanto ansia, depressione, aggressività che prendono il sopravvento, anche tra le mura domestiche: l’emergenza invisibile eppure diffusa in modo crescente persino tra i più giovani, gli psicologi continuano a denunciarla da tempo, invano. Ora però sperano che l’appello lanciato mercoledì e giovedì a Roma - agli "Stati generali della professione psicologica" organizzati dal Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi (Cnop) - non cada nel vuoto visto che ad ascoltarlo c’erano anche rappresentanti delle istituzioni, della politica, oltre che del mondo della psicologia, della salute, dell’università e della cultura. Del resto, basterebbero i dati per farsi un’idea dell’emergenza che stiamo vivendo.
I NUMERI
«La presenza di problemi psicologici in tutte le fasce d’età ha raggiunto livelli mai visti e l’incidenza nelle fasce medio-basse di reddito è maggiore del 30%; in Italia però ci sono solo 5 mila psicologi pubblici per 60 milioni di abitanti, lo stesso numero di 40 anni fa quando venne fondato il Ssn - spiega il presidente del Cnop David Lazzari - Senza contare che 1200 andranno in pensione il prossimo anno, perché l’età media è intorno ai 58 anni». Ma è il confronto con gli altri Paesi europei che la dice lunga sul ritardo culturale dell’Italia: siamo l’ultimo Paese in Europa per investimenti pubblici in questo campo, 61 euro l’anno a fronte di 500 euro di Francia e Germania, lo 0,2% in termini reali del Pil; mentre il costo per i disturbi psichici incide per il 4%, poiché è la maggiore causa di assenza dal lavoro. «Ormai è dimostrato che se investiamo di più in psicologia e diamo più risorse per tutelare la psiche - spiega Lazzari - Le persone sono in grado di gestire meglio i loro problemi, si ammalano di meno, e quindi c’è un notevole risparmio anche per il servizio sanitario nazionale».
GLI STUDI
Secondo diversi studi, la maggior parte dei disturbi psichici ha infatti cause psicologiche e i maggiori fattori di rischio per le malattie cardiovascolari sono di natura psicologica; senza contare che il rischio di diabete aumenta del 60%, e che un disagio psicologico prolungato fa crescere il rischio di ammalarsi. Inevitabili le ricadute sull’economia sanitaria: i problemi psicologici nelle malattie fisiche aumentano i costi in media del 50%, mentre un euro investito per trattare ansia e depressione produce oltre 2,5 euro di risparmi. Nei disturbi psichici e nelle malattie mentali, poi, la psicoterapia è spesso più efficace dei farmaci, senza effetti collaterali e con risultati più duraturi. «Le varie forme di malessere e disagio, che sono poi il terreno da cui nascono le malattie - rimarca Lazzari - dipendono dai cambiamenti strutturali della società, oltre che dalle emergenze. Le trasformazioni sociali hanno effetti di "desertificazione" sulla psiche; non dimentichiamo che il contesto sociale non fornisce più quegli ingredienti che servono a un sano sviluppo psicologico. Le persone hanno bisogno di relazioni positive, di ascolto, ma anche di strumenti per l’autoconsapevolezza. Oggi ci sono tanti stimoli, siamo bombardati da informazioni, però è diffusa la fragilità emotiva».
LA PREVENZIONE
Gli effetti sono evidenti persino nei rapporti familiari. «Le dinamiche tra le generazioni sono cambiate - precisa il presidente del Cnop - Il disagio dei ragazzi è la conseguenza di un rapporto tra genitori e figli che è in crisi da tempo: si è passati, infatti, da un eccesso di rigidità, a quasi un abbandono nel dare le regole e nel ricoprire il ruolo genitoriale. Anche questo rapporto va ricostruito con l’ascolto e il dialogo». L’attenzione ai disturbi psicologici in realtà comincia a farsi spazio nell’agenda pubblica. Martedì la Camera ha cominciato l’esame della legge sullo psicologo di base; nei giorni precedenti il ministro Valditara ha incontrato il presidente del Cnop per valutare come mettere a sistema la psicologia nella scuola. Sulle richieste intanto gli psicologi fanno muro: per uscire dall’emergenza «serve una rete pubblica di prevenzione, di promozione, ascolto e cura psicologica nelle grandi infrastrutture sociali, dalla sanità alla scuola, dai servizi comunali al lavoro».