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 2023  giugno 22 Giovedì calendario

Biografia di Sara Levi Nathan


Nel convegno che si è tenuto il 19 giugno nella Sala Spadolini dei Beni culturali, dedicato a Giuseppe Mazzini nella storia d’Italia e voluto dal ministro Gennaro Sangiuliano, c’è un’immagine – metaforico filo conduttore – che colpisce e al tempo stesso riassume, tiene insieme parte del nostro Risorgimento. Si tratta di uno scialle di lana a quadretti bianchi e neri, che è stato mostrato in diversi dipinti e che viene messo prima sulle spalle di Carlo Cattaneo morente; poi, tre anni dopo, avvolge Giuseppe Mazzini ormai alla fine, nel febbraio 1872. La mano che aveva coperto i due uomini con lo scialle è la medesima: quella di Sara Levi Nathan. E se Cattaneo era morto nella dimora di Sara a Lugano, Mazzini spira in casa di Janet Nathan Rosselli a Firenze. Janet, detta Giannetta, è una delle figlie di Sara, che aveva sposato l’esule Pellegrino Rosselli. Sua sorella Harriet, invece, era convolata con Sabatino, fratello di questi: dalla coppia nascerà Giuseppe Emanuele Rosselli, che sposerà Amelia Pincherle, da cui avrà Carlo e Nello.
LE NOZZE
Quella di Sara – detta Sarina – Levi è una figura femminile fra le più importanti del Risorgimento. Nata a Pesaro il 7 dicembre 1819 da Ricca Rosselli e Angelo Levi, la bambina rimane presto senza madre e viene mandata a Modena, per poi approdare da alcuni parenti a Livorno. Nel 1835 la ragazza incontra Meyer Moses Nathan, agente di cambio e banchiere ebreo di Francoforte (si è detto che appartenesse alla prestigiosa famiglia dei Rothschild). Lo sposa l’anno successivo, andando con lui a vivere a Londra. La coppia avrà ben dodici figli: David, Henry, Janet, Adolfo, Ernesto, Harriet, Giuseppe, Filippo, Walter, Alfredo, Ada e Beniamino.
L’INCONTRO
A Londra, Sara incontra l’allora esule Giuseppe Mazzini e ne rimane molto colpita, divenendone una strenua sostenitrice. Il legame fra i due è forte: qualcuno sostiene che il genovese sia il vero padre di uno dei ragazzi Nathan, Ernesto, ma pare un’affermazione poco credibile. Di certo, comunque, l’austerità di Mazzini è stemperata da un indubbio fascino che piace molto alle donne, da lui ricambiate. Gli anni passano, si approssima il ’48, l’anno di tutte le rivoluzioni: la Nathan si scrive con il pensatore, ormai ripartito, usando come intermediario il cugino Pellegrino Rosselli. Dopodiché, essendole morto il marito nel ’59 e avendo Sarina ereditato molto denaro, lo mette a disposizione della causa mazziniana e si iscrive al partito d’Azione. Una scelta che le costa qualche problema quando, tornata in un’Italia oramai all’Unità, decide di fare da trait d’union fra Mazzini e Garibaldi.
Non la convince la monarchia Savoia e viene quindi sorvegliata strettamente, poi incolpata di aver cospirato. Fugge a Lugano e nel ’65 prende una villa, “la Tanzina”, nella quale arrivano molti italiani, fra cui ovviamente Mazzini. In tutti quegli anni, e nei precedenti, Sara ha potuto incontrare e stringere amicizia con molti esponenti del Risorgimento, fra cui Aurelio Saffi, Carlo Pisacane, Nino Bixio e Cattaneo. Nel ’71 Mazzini lascia “la Tanzina”, rientra in Italia e si sposta nella casa di Janet Rosselli, a Pisa, dove arriva anche Sara, che gli è vicina negli ultimi momenti. Sempre lei, con la moglie di Saffi, segue attivamente le esequie, poi si dedica alla pubblicazione degli scritti di Mazzini.
LE INIZIATIVE
Va quindi ad abitare a Roma, dedicandosi a cause di stampo sociale. A Trastevere mette su una scuola femminile priva di connotazioni religiose, che si chiamerà, non a caso, Scuola Mazzini; dà vita all’Unione benefica, cioè una casa di accoglienza per ragazze, che vuole evitare loro di cadere nella prostituzione. Continua, inoltre, la sua opera di discepola del pensatore genovese, mette insieme i suoi manoscritti (che saranno poi lasciati allo Stato italiano dal figlio Nathan, sindaco di Roma dal 1907 al 1913). Si dedica, in particolare, a diffondere I doveri dell’uomo, tanto che nella Sala Mazzini fa tenere per anni conferenze domenicali sul tema. Molto moderna – oggi la definiremmo multitasking – anticipa le donne contemporanee, dividendosi fra i dodici figli, la politica e l’impegno sociale. La sua amica, e grande patriota Jessie White Mario – anche lei legata a Mazzini – vede in lei la perfetta “madre cittadina”, espressione che sintetizza gli ideali del patriota repubblicano coniugati al femminile.
IL RICORDO
Sarina muore a Roma nel 1882. Scriverà di lei la nuora Amelia Rosselli: «Donna di grande volontà e intelligenza, la sua figura sempre grandeggiò nel ricordo dei figli, offuscando del tutto quella del padre». Senza dubbio, la Nathan ha posto al centro del suo agire l’idea di “missione” che deve formare di sé la vita tutta. In quest’ottica le donne rivestono un ruolo fondamentale. La loro crescita umana e intellettuale, la loro formazione ed emancipazione ha dunque una immensa importanza. Così come voleva Mazzini stesso, che attribuiva loro una grande rilevanza, definendole «angeli della famiglia», madri, nonché perno della vita sociale e nazionale. Per l’appunto, “madri cittadine”.