La Stampa, 22 giugno 2023
I numeri sugli evasori in Italia
Mentre la politica discute, gli evasori fiscali aumentano e il sommerso continua a rappresentare un terzo dell’economia italiana. Il bilancio operativo della Guardia di Finanza descrive un problema sempre più endemico, che frena sviluppo e crescita del nostro Paese: in 17 mesi – dal 1 gennaio del 2022 al 31 maggio del 2023 – sono stati individuati 8.924 evasori totali, oltre tremila in più rispetto a quelli censiti nel precedente rapporto, con un aumento del 54%. Una fotografia che trova riscontro nel valore dei sequestri di beni profitto dell’evasione e delle frodi: dai 2 miliardi e 200 milioni di euro del periodo gennaio 2021-maggio 2022 si è passati ai 4 miliardi e 800 milioni individuati negli ultimi 17 mesi, più del doppio.
Inevitabile, dunque, che il comandante generale delle Fiamme Gialle, Andrea De Gennaro, di fronte alla premier Giorgia Meloni, a mezzo governo e alle massime autorità dello Stato, ribadisca che per una «società più giusta, più equa, più solidale e più prospera» resta centrale una lotta «tenace» all’evasione. E la necessità di rimuovere quei «vischiosi grumi di interesse criminale» che intralciano e rallentano la crescita e lo sviluppo. Ma questa battaglia, aggiunge andando incontro alla sensibilità della destra di governo, non deve vedere uno Stato che si accanisce sui cittadini. Accanto al contrasto alle grandi frodi internazionali e ai fondi che spariscono nei paradisi off shore, saranno messe in campo tutte le iniziative necessarie per «incoraggiare l’adempimento spontaneo dei contribuenti», spiega il comandante, in un rapporto tra Stato e cittadino che veda «nel dialogo, nell’apertura al confronto e alla collaborazione i suoi pilastri fondamentali». Parole che saranno piaciute a Meloni, tornata a promettere che «con la delega fiscale vogliamo creare un fisco alleato di chi fa impresa e produce ricchezza, non un fisco nemico e quasi vessatore». Ma quel passaggio del discorso di De Gennaro è suonato in sintonia anche con il pensiero del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, travolto dalle polemiche per aver detto che, con l’attuale normativa fiscale, «anche un imprenditore onesto non può pagare tutte le tasse». Un’affermazione che rivendica, sostenendo di essere rimasto vittima di «reazioni bizzarre, che alterano il pensiero di chi le esprime – spiega – hanno scritto che avrei legittimato l’evasione fiscale», mentre il suo ragionamento era legato alla «complessità delle nostre leggi, così contraddittorie che per ottemperare a una se ne violano altre».
Un tema ripreso anche dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che davanti ai finanzieri fissa l’obiettivo di «alleggerire non soltanto la posizione fiscale delle imprese, ma riformare la burocrazia che le tormenta – avverte –. Troppo spesso in Italia, per esito di una furia causidica, la burocrazia evolve a "scannocrazia"». Il leader della Lega e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, rafforza il concetto usando una metafora legata al codice della strada: «Siccome c’è uno che passa col rosso, complico la vita a tutti gli automobilisti – dice – Siccome c’è uno che evade il fisco, non è uno, sono alcune migliaia, complico la vita a tutti gli imprenditori nei rapporti con il fisco». Il paragone è un po’ardito e la segretaria del Pd, Elly Schlein, va all’attacco, perché è «grave avere a ripetizione affermazioni che legittimano l’evasione fiscale. Ci spieghi il governo se la linea è usare la clava con i poveri e carezze agli evasori». Poi un appello a Meloni, destinato a cadere nel vuoto: «Vorrei sentire il governo smentirsi e dire che lotterà fortemente contro l’evasione fiscale».