Corriere della Sera, 22 giugno 2023
Le svolte tedesche del dopo Merkel
Nei giorni scorsi, alcuni osservatori hanno notato che la Germania post-Merkel ha un’ossessione per la Parola Wende, svolta. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, il cancelliere Olaf Scholz ha parlato di Zeitenwende, più o meno momento di svolta. Il sito-web europeo Euractive ha notato che ora, tra i tedeschi, di svolta si parla in economia, nel mondo del business, nelle relazioni internazionali, tra i militari, nel modo di lavorare. Tutto è Wende. In effetti, nella Ue lo status quo è finito sottosopra, dopo la pandemia, l’aggressione putiniana, l’assertività spesso coercitiva della Cina; e nessun Paese più della Germania se ne sta accorgendo. Ieri, uno dei maggiori centri di analisi del Paese, l’Ifo di Monaco, ha pubblicato le sue previsioni sull’economia tedesca, che è in recessione: ha registrato un calo del Pil nell’ultimo trimestre del 2022 (-0,5%) e nel primo del 2023 (-0,3%). Secondo l’Ifo, per l’intero 2023 il Prodotto interno lordo scenderà dello 0,4%: fino a pochi mesi fa prevedeva un -0,1%. I consumi privati caleranno dell’1,7%, le costruzioni del 2,2% e del 3,2% nel 2024. La disoccupazione resterà al 5,3% quest’anno e salirà al 5,5% il prossimo. Le esportazioni dovrebbero continuare a tirare. Nel Paese che per un quindicennio ha avuto la leadership economica (e politica) in Europa, il segno della svolta è chiaro. Nelle relazioni internazionali è ancora più evidente: il rapporto freddo ma continuo di Merkel con Putin ora è ovviamente glaciale, con conseguenze nell’approvvigionamento di energia e per le imprese che hanno investito in Russia. Con la Cina di Xi Jinping, Scholz cerca un equilibrio funambolico, vista l’importanza del mercato asiatico per imprese come Volkswagen, Basf, Siemens che lì continuano a investire miliardi. Nelle fabbriche e negli uffici mancano lavoratori: il governo stima che la penuria sarà di sette milioni dal 2035 e il ministro delle Finanze Christian Lindner chiede una Wende mentale per lavorare di più e perché la Germania diventi «un Paese di immigrati» ancora più di oggi. Sul versante militare e della Sicurezza, il cambiamento è, se possibile, persino più necessario, dopo decenni di illusione sul mondo dominato dal commercio e non dalle volontà di potenza. Cambio di stagione radicale, anche mentale, nel Paese più rilevante d’Europa. Onde alte nella Ue.