Corriere della Sera, 21 giugno 2023
Quarant’anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi
A furia di domandarsi che fine abbia fatto e di rivederla nella foto con la fascetta tra i capelli, oppure mentre suona il flauto al saggio di musica, milioni di italiani hanno finito per volerle bene. Emanuela la sequestrata più famosa al mondo. Emanuela la ragazzina mai cresciuta, rimasta ai 15 anni in cui sparì. Emanuela emblema dei più sordidi intrighi. Sono 40 anni, domani: macchina indietro alle 19 del 22 giugno 1983, quando a Roma gli autobus erano verdi, i taxi gialli e a Palazzo Chigi sedeva un politico piccolino dallo sguardo furbissimo, Amintore Fanfani. Si era nel pieno della I Repubblica. Oltretevere comandava il papa-sciatore, il primo pontefice nato oltrecortina, che in quelle ore si trovava nella sua Polonia, acclamato da un intero Paese piegato dal giogo comunista. La Guerra Fredda era allo zenit.
Alla fermata
Tempo di trame, di spie e di banchieri odorosi d’incenso: Emanuela Orlandi, la figlia del commesso di Giovanni Paolo II, uscì dalla scuola di musica di Sant’Apollinare, si avviò alla fermata del bus, confidò all’amica Raffaella di aver ricevuto un’offerta di lavoro, telefonò a casa e da allora la stiamo ancora aspettando. Nessuna persona sulla faccia della terra è stata cercata tanto. Due Stati coinvolti, altrettante inchieste durate in tutto 21 anni, i fascicoli aperti di recente in Vaticano e a Piazzale Clodio, le discussioni per istituire una commissione parlamentare, la serie tv che ha dato al giallo risonanza planetaria, reportage, libri...
E adesso, nel quarantennale, c’è anche «Emanuela Orlandi. Una storia vaticana», la collana in edicola con il Corriere: «Abbiamo scelto la forma della docufiction — spiegano gli autori, Adelchi Battista e Giuseppe Colella — perché consente una ricostruzione della vicenda suffragata da documenti, atti giudiziari, testimonianze, diari e al tempo stesso una narrazione diretta, resa viva dai dialoghi tra i protagonisti». Il risultato è «un grande piano di lavoro su cui abbiamo posto tutte le tessere del mosaico, in modo che dal gioco di incastri possano emergere nuovi spunti e, forse, persino la soluzione».
Una Via crucis
Il viaggio nel mistero Orlandi è scandito dalle stazioni della Via crucis, con l’obiettivo «di demitizzare una ragazza divenuta icona mediatica, renderla donna, lacrime, carne, accompagnarla nella sofferenza che fu di Cristo», ma anche di evocare l’ambiente ecclesiastico, la cornice di un fatto di cronaca che intercetta uno scorcio cruciale del ‘900. «Come in cielo, così in terra», titolo del primo volume, parte non a caso tre anni prima.
Danzica, estate 1980: è qui, nel cantiere navale dove esplode la rivolta contro il regime comunista, che «un elettricista tarchiato e col volto rubizzo», abituato «a sentire messa ogni mattina», sfonda i cancelli e inizia un’ascesa che lo porterà a ricevere il premio Nobel. Lech Walesa, Solidarnosc e il rapporto con Karol Wojtyla. I soldi, tanti, in uscita dalle Mura leonine per sostenere la causa polacca. Il crack Ior-Ambrosiano. Monsignor Marcinkus, il suo sigaro e la fama di donnaiolo. La baronessa Rothschild morta in circostanze misteriose. Il banchiere Calvi «suicidato» a Londra. La malavita nelle pertinenze del Cupolone. La lista dei 121 prelati massoni...
C’è tutto questo, nella collana a firma Battista-Colella, e molto altro. Anzitutto le tensioni sullo scacchiere geopolitico mondiale dopo l’attentato di Ali Agca contro Wojtyla (13 maggio 1981). Agca che non fa appello alla condanna all’ergastolo. Agca che riceve due 007 in cella. Agca che accusa la Bulgaria (ed estensivamente il Cremlino) di essere stata mandante del crimine. Le voci di una sua scarcerazione grazie a un sequestro di persona. Emanuela che scompare il 22 giugno 1983 e prima di lei, il 7 maggio, la coetanea Mirella Gregori.
È una sfida difficile ma ancora possibile, la ricerca della verità su Emanuela, Mirella e sulle vittime di gialli collegati (almeno due: Josè Garramon, investito in pineta, e Katy Skerl, strangolata in una vigna). Posta sul tavolo l’enorme mole di nomi, piste, falsi allarmi e depistaggi, infatti, il lettore può inoltrarsi a ragion veduta nell’intrigo, alla luce di un faro che va tenuto sempre acceso: quello dei riscontri. La pista sessuale, spesso evocata senza alcuna prova, fino a tirare in ballo persino il Papa Santo, su cosa si fonda? E quella economica? E quella internazionale? Le due quindicenni sono state forse ostaggi «multiuso», buoni per ricatti su più livelli, frutto del groviglio di trame (spie, massoneria, scandali finanziari) tipiche di quei tempi cattivi?
Prelati e 007
Tre indizi fanno una prova, diceva Agatha Christie. Qui sono molti di più. Sfogliando i 6 volumi, il polverone si dirada, lasciando affiorare elementi di rilievo, spesso dimenticati. Ad esempio che i servizi francesi lanciarono un Sos-sequestri con largo anticipo; che altre due giovani concittadine del Papa furono pedinate prima che la scelta ricadesse su Emanuela; che famosi 007 di casa nostra (Pazienza) ed eminenti prelati (il braccio destro del cardinale Casaroli) cospirarono per fare fuori Marcinkus; che Emanuela emigrò in Vaticano tre mesi prima di sparire (la cittadinanza era funzionale al piano di ricatto?); che Agca ritrattò le accuse a Est, guarda caso, subito dopo il sequestro.
Le avvisaglie di una sporca operazione in codice sulla pelle di ragazzine, insomma, furono parecchie: Emanuela confidò a un’amica di doversi assentare per un po’, come se fosse stata già «agganciata»; un’altra amica fu terrorizzata al punto da finire sotto cure psichiatriche; l’ultima telefonata a casa tira in ballo la ditta di cosmetici Avon, parola che, letta al contrario, riporta alla fondazione pontificia Nova, cassaforte vaticana operativa all’epoca; il Sisde attenzionò casa Orlandi fin da subito; lo stesso Sisde pagò la parcella dell’avvocato degli Orlandi; e infine non va dimenticato il superteste che consegnò il flauto riconosciuto dai parenti di Emanuela e dimostrò di sapere che la bara di Katy Skerl era stata rubata, come poi confermato dall’apertura della tomba, un anno fa. È stato l’ultimo, macabro sigillo a una storia sbagliata.
Emanuela: come in cielo, così in terra. E così sia...