la Repubblica, 21 giugno 2023
Cina, chip clandestini
Dieci piani di negozi che vendono di tutto: dai componenti per le fotocamere ai droni. Seg Plaza, grattacielo nell’area di Huaqiangbei, Shenzhen, Cina del Sud. Qui, anche se non c’è nessuna insegna che lo dica, si vendono pure i chip di Nvidia, quelli di fascia alta, nonostante le restrizioni statunitensi.
Un A100 te lo porti a casa con 20 mila dollari: il doppio del prezzo di mercato. Il bando americano, combinato con la cronica carenza di semiconduttori a livello mondiale e con la “fame” della Cina per i chip più avanzati, sta facendo crescere nel Paese un mercato sotterraneo, molto grigio. E molto redditizio. Un fenomeno di cui Repubblica si era occupata lo scorso anno e che ora l’agenzia Reuters risolleva con un reportage proprio da Shenzhen.A settembre dello scorso anno l’amministrazione Biden ha imposto a Nvidia di interrompere l’esportazione dei suoi due chip più avanzati – l’A100 e l’H100, che funzionano rispettivamente con tecnologia a 7 e 4 nanometri – verso la Cina continentale e Hong Kong, nell’ambito della “guerra dei semiconduttori” che Washington e Pechino combattono da anni. Nvidia può vendere in Cina, ma varianti più “lente”, come l’A800 e l’H800.
«Sebbene l’acquisto o la vendita di chip statunitensi di fascia alta non sia illegale in Cina, le restrizioni all’esportazione degli Stati Uniti hanno creato un mercato clandestino di fatto, con venditori desiderosi di non attirare l’attenzione delle autorità statunitensi o cinesi», scrive Reuters.
«Reuters ha parlato con 10 venditori di Hong Kong e della Cina continentale che hanno descritto la possibilità di procurarsi facilmente piccole quantità di A100. Le loro informazioni hanno evidenziato sia l’intensa domanda di chip in Cina sia la relativa facilità con cui le sanzioni di Washington possono essere aggirate per piccole transazioni», continua l’agenzia.
Ma come funziona questo mercato sotterraneo? I venditori cinesi raccontano «di essersi procurati i chip principalmente in due modi: accaparrandosi le scorte in eccesso che arrivano sul mercato dopo che Nvidia ne spedisce grandi quantità alle grandi aziende statunitensi, oppure importando attraverso società costituite localmente in luoghi come India, Taiwan e Singapore». Ciò significa – continua l’agenzia – «che le quantità che possono assicurarsi sono piccole, ben lontane da quelle necessarie per costruire da zero un sofisticato modello di linguaggio AI di grandi dimensioni».
È proprio con il boom dell’intelligenza artificiale in tutto il mondo dopo il successo di ChatGPT che la domanda di chip di fascia alta è salita alle stelle, in particolare per i microprocessori di Nvidia, considerati i migliori. Gli acquirenti sono in genere sviluppatori di app, startup, ricercatori. Anche autorità locali cinesi, ha dichiarato uno dei fornitori, in modo anonimo.
L’altro problema è che questomercato alternativo è pieno pure di chip di seconda mano o obsoleti, dove il costo di acquisto di uno solo di essi può arrivare a 500 volte il suo prezzo originale, con contrattazioni che avvengono principalmente online, sui gruppi WeChat. Il mercato più affamato di chip è quello delle quattro ruote, che qui è il più grande a livello globale. E che si porta dietro dei rischi: visto che chip di qualità inferiore mettono in pericolo sia la qualità sia la sicurezza delle automobili.