Avvenire, 20 giugno 2023
Tecniche per diventare santo
Il trentacinquesimo volume dell’“Archivio italiano per la storia della pietà” dedica la sezione monografica al tema dell’Industria culturale della santità. Le forme della promozione agiografica in età contemporanea (Edizioni di Storia e letteratura, pagine 402, euro 46,00). Il curatore Tommaso Caliò nell’Introduzione accompagna il lettore in un Novecento intessuto di storia, di letteratura, di apologetica. L’esame dei romanzi Quo vadis? di Henryk Sienkiewicz e Fabiola di Nicholas Wiseman, condotto da Stefano Cracolici, ripercorre le fasi di un lungo e vivace dibattito. Gianluca Della Maggiore sviluppa il suo intervento su don Bosco e sulla società delle comunicazioni di massa partendo da un articolo di Umberto Eco (del 1981) sulla “rivoluzione” dell’oratorio aperto a tutti. Francesco Galofaro, semiotico, affronta il “caso di padre Pio”, il santo dai comunisti assimilato a Rasputin e “venerato” da non pochi politici-da Giuseppe Caradonna, “esponente di spicco del fascismo pugliese, che attribuì all’intervento miracoloso del frate il fatto di non essere stato fucilato dai partigiani”), a Giuseppe Tatarella, a Giuseppe Conte. La fusione tra devozione e politica coinvolge anche santuari e pellegrinaggi. Ne stravolge lo spirito. Maria Paiano traccia la storia del santuario di Pompei e ne spiega le immagini tra fascismo e prima Repubblica. Di Fatima si occupa Daniel Duarte, storico dell’arte, con le parole e con immagini fotografiche. Altro discorso quello di Anna Scattigno, che ricostruisce la vita di santa Teresa di Gesù Bambino attraverso il vissuto di donne che a lei si accostano o si ispirano.
Adriana Zarri riflette sui santi delle piccole vie. Adelaide Sardi, Suor Gesualda del Monastero carmelitano di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi di Firenze, è biografa di Teresina (è sua la prima traduzione della Storia di un’anima, 1910). Carla Lonzi, fondatrice di “Rivolta femminile”, ma contraria al femminismo urlato: «Durante la canonizzazione diverse suore del Carmelo dicevano che mai avrebbero immaginato che lei fosse una santa: era un tipo qualsiasi. Questo mi è sempre piaciuto». “Perturbante”, come il Gesù di Nazareth del 1982, è il libro Santa Teresa di Lisieux di Ida Magli (1984): Teresina segue una sua teologia, la via che l’amore le detta e respinge «qualsiasi cosa la strappi dalla concretezza della normalità».
Un percorso “tragico”. «La sua piccola via non esiste perché non esiste un modo,una strada, una tecnica per amare. È quello che Teresa ha cercato disperatamente di dimostrare».
Il volume contiene altri lavori degni di attenta lettura. Qui si segnala quello di Barbara Faes su Bonaiuti e i pellegrinaggi alla Santissima Trinità a Vallepietra.
Il Pellegrino di Roma visita anche la Sila alla ricerca dell’anima gioachimita e il Santuario di Polsi in Aspromonte. Il pellegrinaggio è «rivivere una delle più potenti e coinvolgenti espressioni collettive del sacro». Scopre pure, quando viene definitivamente allontanato dall’insegnamento per non avere giurato fedeltà al regime fascista, che esso compensa «un’annata di forzata astinenza dai conforti sacramentali»