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 2023  giugno 20 Martedì calendario

Articoli sulla storia del sommergibile sommerso

Corriere della sera, Viviana Mazza DALLA NOSTRA INVIATA
Washington Per alcuni è un sogno poter vedere il Titanic con i propri occhi. Scoperto nel 1985 sul fondo oceanico, il relitto del transatlantico più grande della sua epoca che affondò nel 1912 dopo lo scontro con un iceberg portando con sé 1.500 anime continua a colpire l’immaginazione collettiva, al punto da diventare meta turistica. Ma un piccolo sommergibile chiamato Titan, usato per portare i turisti sul sito, a 3.800 metri di profondità e a circa 640 chilometri di distanza dall’isola canadese di Terranova, è scomparso ieri nei pressi del relitto.
La capienza del Titan è di cinque persone ed è questo il numero di passeggeri che sarebbero stati a bordo del mezzo, secondo la Guardia Costiera di Boston. Tra queste l’imprenditore ed esploratore britannico Hamish Harding, che aveva scritto sui social di essere in «compagnia di un paio di leggendari esploratori che si sono immersi per vedere il Titanic trenta volte dagli anni Ottanta ad oggi». Secondo Sky News sarebbero l’esperto esploratore francese Paul-Henry Nargeolet e il fondatore e amministratore delegato della compagnia che ha organizzato la spedizione, Stockton Rush.
La missione – la terza di quest’anno – era stata organizzata infatti dalla compagnia privata OceanGate Expeditions, che chiede 250mila dollari a persona. Normalmente ci sono tre ospiti paganti oltre al pilota e a un «esperto». «Sto provando a realizzare un sogno. Qualcuno sogna di comprare una Ferrari, altri una casa, io volevo andare a vedere il Titanic. E i sogni non hanno prezzo», ha detto Renata Rocas, una banchiera che fece quest’esperienza la scorsa estate. «Abbiamo clienti appassionati del Titanic, li chiamiamo Titaniacs — aveva detto l’amministratore delegato della società Stockton Russ, che ha paragonato queste spedizioni al nascente turismo spaziale —: c’è gente che ipoteca la casa per fare il viaggio». La visita prevede la partenza in nave da St. John’s, la capitale della provincia di Terranova e Labrador, in Canada, fino al punto in cui avviene l’immersione. Sul sito web della compagnia i viaggi sono descritti come «un’occasione per scoprire qualcosa di veramente straordinario». Questa spedizione era giunta sul luogo domenica mattina. I contatti sono stati persi domenica sera. L’autonomia di ossigeno disponibile è di 96 ore, ieri sera dopo alcune ore dall’inizio delle ricerche ne restavano ancora 70.
Per salire a bordo bisogna firmare una liberatoria, come racconta il giornalista David Pogue, ospitato un anno fa per un servizio su Cbs News. «Non dirò bugie: ero un po’ nervoso, soprattutto a causa delle scartoffie da firmare: “Questo mezzo – c’era scritto – non è stato approvato o certificato da nessun organismo di regolamentazione e potrebbe provocare lesioni fisiche, traumi emotivi o la morte”». Nel suo caso, per due volte i tentativi di raggiungere il fondale erano falliti, prima di riuscirci e le comunicazioni con la superficie si erano interrotte per un paio d’ore.
La Guardia costiera statunitense e quella canadese erano ieri impegnate nella ricerca del Titan.
Tra i soccorritori, il consulente David Concannon, che avrebbe dovuto essere a bordo ma aveva dovuto disdire: ha spiegato che si cercava un robot capace di raggiungere i 6.000 metri di profondità per facilitare le ricerche.

Washington «Operare a 4.000 metri di profondità implica molte sfide: la pressione, la temperatura di 3-4° C, la mancanza di luce al di sotto dei 300 metri, le correnti di due nodi, cioè circa 4 chilometri orari, e la posizione remota. È semplicemente il confine estremo di ciò che l’esplorazione umana può fare. Non c’è spazio per errori né per scorciatoie», dice al Corriere Rob McCallum, che ha condotto missioni estreme in tutto il mondo, dalla circumnavigazione dell’Antartide alle perlustrazioni dei fondali oceanici.
Per vent’anni, fino a un paio di anni fa, la sua compagnia, Eyos Expeditions, ha organizzato i primi viaggi per scienziati e turisti fino al Titanic per poi spostarsi su imprese diverse. Eyos non ha rapporti con OceanGate Expeditions, che ha iniziato un paio d’anni fa le sue spedizioni con mezzi molto diversi su cui McCallum dice di non poter fare valutazioni, ma la sua esperienza permette di capire meglio le difficoltà di questo genere di imprese. Nelle sue spedizioni con sottomarini «classificati e certificati» ha avuto la possibilità di navigare intorno al Titanic. «Il relitto è in posizione verticale, spaccato in due parti distanti circa un chilometro l’una dall’altra. La navigazione intorno è difficile, va pianificata con estrema attenzione. Le sfide sono logistiche e fisiche», spiega.
Il Titan dell’azienda OceanGate ha una stazza di 10.432 chili, sei metri e mezzo di lunghezza, può arrivare fino a 4.000 metri di profondità, con 96 ore di supporto vitale per cinque persone, si legge sul sito dell’azienda, che nei giorni scorsi aveva informato su Twitter che utilizzava gli strumenti della società di comunicazioni satellitare Starlink di Elon Musk per mantenere aperta la linea con la spedizione.
Il viaggio dura complessivamente 8 giorni, inclusa la parte in superficie dall’isola di Terranova fino al luogo del relitto, circa 600 chilometri al largo della costa. La durata della permanenza subacquea è di circa otto ore complessive. Il Titan dispone di sensori per segnalare le variazioni di pressione e l’integrità della struttura, sempre secondo il sito dell’azienda.
Secondo Alistair Greig dello University College London, un professore esperto di sottomarini consultato dalla Bbc mentre le ricerche erano ancora in corso, è possibile che il Titan abbia avuto problemi e rilasciato parte del peso per risalire in superficie oppure che sia finito sul fondale: in tal caso pochi mezzi possono arrivare a quelle profondità. «È difficile fare previsioni. I nostri pensieri vanno alle persone disperse», dice McCallum al telefono da Papua Nuova Guinea, appena rientrato da una spedizione. «Il Titanic è una storia incredibile. È come una tragedia greca». Tante persone ne sono affascinate, osserva l’esploratore, che ha coordinato anche il viaggio del regista canadese del film Titanic James Cameron nella Fossa delle Marianne (fu il primo uomo a raggiungere punto più profondo al mondo a 10.898 metri).
Per decenni dopo l’affondamento, il relitto è stato cercato sui fondali. Da quando è stato ritrovato nel 1985, ha attirato l’attenzione di centinaia di scienziati, registi e di turisti. I primi studi furono condotti attraverso robot per verificare se si trattasse davvero del Titanic. Intorno al 2000 gli scienziati iniziarono ad avvertire che i turisti e i cacciatori di tesori costituivano una minaccia per il vascello e un’offesa per quello che, di fatto, è il sepolcro di oltre 1.500 persone. Furono ritrovati anche lattine e altra spazzatura e i resti di un natante finito sullo scafo.

Enrico Franceschini su Repubblica

LONDRA — La maledizione del Titanic colpisce ancora: un sommergibile usato per portare turisti ed esploratori a vedere il relitto della famosa nave da crociera è andato perduto nelle acque dell’Atlantico, vicino alla costa di Stati Uniti e Canada, facendo scattare l’allarme e mettendo in moto una frenetica operazione di soccorso. La Guardia Costiera di Boston guida la missione per localizzare il sottomarino — che è stato segnalato domenica notte a 700 chilometri a sud di Terranova — e provare a riportarlo in superficie, insieme a varie agenzie governative e a compagnie specializzate nelle ricerche a grande profondità. Nel momento in cui il sottomarino ha perso i contatti radio, domenica mattina, era in immersione da un’ora e 45 minuti. La sua autonomia di ossigeno è di 96 ore, ovvero quattro giorni. Il conto alla rovescia per ritrovarlo è dunque una corsa contro il tempo.Normalmente il sommergibile in questione ha posto per il pilota e 4 passeggeri. Uno è il miliardario britannico Hamish Harding, appassionato di aviazione e di avventure. Un altro è Paul Henri Nargeolet, considerato il più grande esperto mondiale del Titanic. Nel suo post Harding lasciava intendere che anche gli altri passeggeri sono professionisti delle esplorazioni in profondità. «Tutti i nostri sforzi sono concentrati sui membri dell’equipaggio e i loro familiari », dice un portavoce di Oceangate Expeditions, la società americana che ha organizzato l’impresa.
Piccoli sommergibili privati vengono occasionalmente utilizzati per condurre turisti ed esperti a visionare i resti del transatlantico britannico, che affondò al largo di Terranova il 15 aprile 1912 nel più grave disastro marittimo civile della storia: dopo che la nave colpì un iceberg morirono 1500 dei 2224 passeggeri e membri dell’equipaggio. Non è semplice andare a vederlo da vicino. Il viaggio sul Titan, come si chiama il minisommergibile della OceanGate, lungo 7 metri e grosso come uncamion, costa un milione di dollari, ovvero 250mila dollari a passeggero. Tra andata e ritorno, inclusa la navigazione sopra il livello dell’acqua quando è trainato da un rimorchiatore, dura otto giorni. La discesa fino al fondo dell’oceano, dove giace il relitto del Titanic, e poi risalire in superficie, prende otto ore. La famosa nave, la più grande del mondo all’epoca della sciagura, si trova a 3800 metri di profondità, a 600 chilometri dalla costa del Canada. Altre due spedizioni “turistiche” per vederla sono previste nel 2024.
Dal giorno del tragico incidente, più di un secolo fa, il Titanic è stato estensivamente esplorato da sommozzatori specializzati, documentaristi ed esperti di naufragi. Soltanto recentemente è diventato anche un’attrazione turistica, sebbene riservata ai pochi che possono permettersi una esperienza così costosa. Ma è la prima volta che un sommergibile per scopi turistici o di esplorazione va perduto mentre cerca di avvicinarsi al relitto.
Caterina Soffici sulla Stampa
Tremilaottocento metri sono in genere un dislivello associato alla montagna. Un picco già abbastanza alto, un’ascensione non da tutti, per raggiungere la cima ci vogliono gambe e fiato. Tremilaottocento metri di profondità nel mare è qualcosa di inimmaginabile. È la quota alla quale è adagiato il relitto del Titanic e dove ieri un sommergibile che viene definito "turistico" è dato per disperso. A bordo cinque persone: il pilota del mezzo, un cicerone che spiega la missione, e tre turisti paganti 250mila dollari a cranio. Una cifra esorbitante per vedere sul fondale dell’Oceano Atlantico ciò che resta del mitologico transatlantico, la più grande e più lussuosa nave dell’epoca, che si inabissò a circa 600 chilometri dalla costa di Terranova in Canada dopo aver colpito un iceberg nella notte tra il 14 e il 15 aprile del 1912. E fin qui è storia più che nota.
Ad alcuni facoltosi, evidentemente, la storia del Titanic con tutto il suo portato di terrore e fascino non basta. Non bastano i film, i documentari, i libri. Non basta neppure Leonardo Di Caprio. E poiché tutto è monetizzabile a questo mondo, qualcuno ha pensato bene di monetizzare anche gli abissi del Titanic portando "turisti" anche in un luogo del genere, dove peraltro nel naufragio sono morte più di 1.500 persone.
Il viaggio è organizzato da una società che si chiama OceanGate. Dai dati tecnici forniti dalla stessa società si evince che il sottomarino scomparso si chiama Titan e ha le dimensioni più o meno di un camion, è costruito in carbonio, può raggiungere fino a 4mila metri di profondità, il viaggio in totale dura otto giorni, il sommergibile ha una scorta di ossigeno per quattro giorni e l’immersione per vedere il relitto avrebbe dovuto durare otto ore. Qualcosa però è andato storto e del mezzo si sono perse le tracce. Non si sa quando sia stato perso il contatto con l’imbarcazione e la Ocean Gate ha diramato un comunicato che sa di annuncio funebre: «La nostra attenzione è rivolta ai membri dell’equipaggio del sommergibile e alle loro famiglie e siamo profondamente grati per l’ampia assistenza che abbiamo ricevuto da diverse agenzie governative e compagnie di alto mare nei nostri sforzi per ristabilire il contatto con il sommergibile».
Ora, per chi è affascinato dalle epopee e dalle grandi narrazioni del mare, si potrebbero evocare la maledizione del Titanic ma anche il capitano Nemo e le ventimila leghe sotto i mari e tante altre storie di avventura che hanno plasmato il nostro immaginario. La OceanGate, sul suo sito, promuove il viaggio come «un’occasione per uscire dalla vita quotidiana e scoprire qualcosa di veramente straordinario».
Tutto bellissimo, se non fosse per un piccolo particolare e che in verità piccolo non è affatto. Questi cosiddetti "turisti degli abissi" fanno qualcosa di molto pericoloso mettendo a repentaglio la vita dell’equipaggio. Nel leggere questa notizia mi è venuta in mente Nives Meroi, la più forte alpinista italiana, che insieme al marito Romano Benet ha scalato tutti e quattordici gli Ottomila della terra. Oltre una certa quota (anche qui è una questione di dislivello, ma si parla di altezza) si entra nella cosiddetta Zona della Morte. Nives Meroi e Romano Benet oltre quella quota sono sempre saliti da soli, senza avvalersi degli sherpa nepalesi che aiutano gli alpinisti a traportare i materiali al campo base. Perché – dicono - la morte non può essere compresa nel prezzo di un’avventura.
Nives e Romano hanno sempre criticato le spedizioni commerciali sull’Everest anche per questo motivo, perché vendono l’idea che basta pagare per fare «qualcosa di veramente straordinario». Che con i soldi si può comprare tutto, dal viaggio nello spazio sparati in orbita da Elon Musk, alla scalata sul tetto del mondo e fino all’abisso dell’Atlantico dove giace il Titanic, solo per dire io l’ho visto, io ci sono andato. Io, Io, Io. Anche i passeggeri del Titanic – a ben vedere - pensavano con quel biglietto di comprare un’esperienza unica e irripetibile. Come i "turisti" del Titan, non è stata quella che immaginavano.

Angelo Paura sul Messaggero
L’INCIDENTE
NEW YORK La promessa di OceanGate è l’unione perfetta tra il sogno cinematografico alla Indiana Jones e la realtà degli esploratori più estremi ed eroici della storia dell’umanità: visitare il relitto del Titanic raggiungendo 3.810 metri di profondità in un piccolo sottomarino, seguendo «le orme di Jacques Cousteau diventando un esploratore subacqueo». Ieri questo sogno potrebbe essersi sgretolato, dopo che un gruppo di 5 persone in spedizione dal 16 giugno per raggiungere il Titanic ha perso i contatti con la terraferma e da quel momento è disperso. A bordo Hamish Harding, il miliardario britannico che lo scorso anno andò nello spazio. E potrebbe esserci anche il francese Paul Henri Nargeolet, ex comandante di nave, sub di profondità e pilota di sommergibili, insieme con Stockton Rush, numero uno di OceanGate expedistions, l’azienda proprietaria del sommergibile.
POCHI VIAGGI
La Coast Guard degli Stati Uniti sta guidando le ricerche in un ambiente ostile, a 400 miglia nautiche dalla costa del Canada, nelle profondità buie e fredde dell’oceano. È una corsa contro il tempo perché l’ossigeno nel sommergibile può durare tra le 70 e le 96 ore. «Siamo completamente concentrati sui membri dell’equipaggio e sulle loro famiglie», scrive in una nota OceanGate. Tra il 2021 e il 2022 la startup che ha sede nello stato di Washington e nelle Bahamas, ha concluso un numero limitato di viaggi, portando 60 turisti e 20 ricercatori negli abissi, ma raccogliendo testimonianze entusiaste di scienziati, influencer e appassionati esploratori. Diventare un esploratore dei mari non è semplice, soprattutto per i costi: inizialmente 125.000 dollari a persona, oggi lievitati a 250.000 dollari. Il viaggio dura otto giorni, prevede una preparazione e poi otto ore di immersione, con due ore e mezza a tratta per raggiungere le profondità e risalire. La chef Chelsea Kellogg ha preso parte all’esplorazione lo scorso anno: «Il sogno di una vita diventa realtà. Sto ancora cercando di analizzare l’intera esperienza», aveva detto piangendo in un video pubblicato su YouTube appena riemersa dal mare. Per il momento preferisce non parlare, sostenendo di essere troppo scossa: «Tutte le domande possono essere inviate a OceanGate», risponde al Messaggero.
L’ESPLORATORE
Tra i cinque dispersi c’è anche l’imprenditore britannico Hamish Harding, esploratore e aviatore che in passato aveva già viaggiato nello spazio e solo pochi giorni fa aveva anticipato sulla sua pagina Instagram: «Sono orgoglioso di annunciare finalmente che mi sono unito a @oceangateexped per la loro missione come specialista sul sottomarino che scende verso il Titanic», ricordando che questa avrebbe potuto essere l’unico viaggio del 2023 a causa delle cattive condizioni meteo. Sabato aveva scritto un aggiornamento spiegando che la spedizione era partita venerdì da St. John’s, piccola città sull’isola di Newfoundland, in Canada, e che, per il maltempo, l’immersione era prevista per il giorno successivo, domenica 18 giugno. Il sottomarino, il Titan, ha la possibilità di raggiungere 4.000 metri di profondità e ha forniture di ossigeno per quattro giorni. Il Titanic è stato colpito da un iceberg nel 1912 nel corso di un viaggio da Southampton, in Inghilterra, a New York, con 2.200 passeggeri a bordo: nella tragedia morirono 1.500 persone e i resti della nave vennero scoperti solo nel 1985. In una recente intervista il fondatore di OceanGate, Stockton Rush, aveva dichiarato: «Spendiamo 1.000 volte di più per le esplorazioni spaziali rispetto a quelle oceaniche. Il modo in cui gli oceani rispondono ai cambiamenti climatici detterà le regole di tutto. Dobbiamo capirlo».
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Andrea Cuomo sul Giornale
Pubblichiamo ampi stralci dell’intervista del vicedirettore del «Giornale» Nicola Porro a Elon Musk, andata in onda ieri sera su «Quarta Repubblica». di Nicola Porro Elon Musk, qual è l’obiettivo della sua vita? «Beh, il mio obiettivo, forse può sembrare un po’ esoterico, ma sto cercando di capire quali nostre azioni possono massimizzare un futuro positivo per la nostra civiltà. Descriverei la mia filosofia come una curiosità, ovvero cercare di capire la natura dell’universo. Nella misura in cui aumentiamo la nostra consapevolezza, allora potremo capire meglio la natura dell’universo. Quindi sono una persona molto a favore dell’essere umano, della consapevolezza. Ecco perché mi preoccupo sempre di aspetti come il tasso di natalità troppo basso, si tratta di un grande problema». Lei è molto preoccupato di questa cosa. Per noi in Italia è un problema. Il nostro tasso di natalità è zero. «È un grande problema. Dovete fare figli! È un problema globale». Però lei non pensa che gli esseri umani si estingueranno, che scompariranno. «La tendenza è questa. Se si estrapolano le tendenze attuali, l’andamento è in quella direzione. Non solo, se non invertiamo la rotta, l’Italia scomparirà. Credo che l’anno scorso in Italia siano morte il doppio delle persone rispetto ai nuovi nati. Questo è quello di cui mi voglio occupare». È vero. Alcuni dicono che le persone che vengono da fuori, possono mescolarsi con noi in Italia e così aumenteremo la popolazione. «Non penso che l’immigrazione possa risolvere i problemi del mondo solo perché qualcuno fa figli. Francamente penso che si tratti più di una questione morale, nel senso, è giusto chiedere ai figli di qualcun altro di prendersi cura di te quando sarai vecchio? Perché questo è quello che effettivamente dicono quelli che scelgono di non avere figli: Qualcuno si prenderà cura di me. Questo non è giusto per me. Non è corretto. La domanda è di natura logica prendendo in considerazione l’intera portata della consapevolezza. Tutti noi abbiamo un po’ di consapevolezza nella nostra testa e, insieme, abbiamo anche una consapevolezza collettiva. Dal momento che la popolazione diminuisce, si riduce anche questa consapevolezza collettiva e riduciamo la nostra capacità di comprendere la natura dell’universo». Lei sta facendo qualcosa per il mondo. «Sì, sto facendo la mia parte, il mio lavoro. Intendo affrontare questo problema seriamente. Perché, qual è il futuro della civiltà? A un certo punto la civiltà morirà. Ok, ma la civiltà morirà all’improvviso o lentamente? Attualmente sta morendo agonizzante nei pannoloni per anziani. Un finale desolante. Quindi abbiamo bisogno di procreare». Parliamo della sua società Tesla. Pensa che la transizione verso le auto elettriche possa rappresentare un problema in termini di produzione di energia elettrica? Non è un grande problema secondo lei? «No, no. Perché la grande maggioranza dell’energia terrestre, così com’è, prendendo la terra nel suo insieme, quasi tutta la sua energia è solare. La terra è già quasi interamente alimentata dall’energia solare. Se non fosse per il sole, saremmo un mondo scuro e ghiacciato, con una temperatura compresa tra 3 gradi circa e lo zero assoluto. Il sole è l’unico motivo per cui non siamo un mondo scuro e ghiacciato. L’energia che dal sole raggiunge la terra è pari a 1GW per km2. Questo è il massimo dell’energia. Quindi, se l’unica fonte di elettricità fosse quella solare, potremmo alimentare più volte la nostra attuale civiltà. Anche se fosse l’unica fonte di energia, quella solare. Quindi non vedo problemi legati all’energia». Però noi non abbiamo la tecnologia per conservarla e utilizzarla adeguatamente. «Serve l’energia solare ed eolica, un mix delle due fonti rinnovabili. Io sono anche a favore del nucleare, ma con il sole e il vento è possibile utilizzare le batterie per immagazzinare l’energia elettrica per i momenti in cui non splende il sole o non c’è vento. Ad ogni modo, se abbiamo questi tre pilastri per un futuro energetico sostenibile, ovvero una generazione di energia sostenibile (principalmente solare, eolica ed altre fonti), le batterie per immagazzinare l’energia e il trasporto elettrico, allora avremo un’economia energetica sostenibile per il futuro». Elon, perché ha dedicato molto del suo tempo, e non so se anche del suo denaro, a questa avventura che è SpaceX? Perché è così importante per lei? «Perché con SpaceX possiamo rendere la vita multiplanetaria. È questo il motivo per cui, in tutta onestà, i nostri razzi sono sovraprogettati per mettere solo dei satelliti in orbita. Possono fare molto di più. Perché stiamo cercando di sviluppare la tecnologia per dare vita a una civiltà autosufficiente su Marte». Ma mi dia almeno un lasso di tempo, una scadenza. Qualcosa di plausibile. Capisce che per noi si tratta di una cosa incredibile. «L’obiettivo di SpaceX è portare la vita oltre la Terra e renderla multiplanetaria. Questo è coerente con il concetto di ampliamento della consapevolezza. Attualmente, sebbene si parli di UFO e cose simili, almeno personalmente io non ho prove dell’esistenza degli UFO. Non ho prove dell’esistenza di intelligenza aliena. Questo significa che potremmo essere soli. Vede, questa consapevolezza è come una candelina in un’immensa oscurità che ha cominciato a crescere solo di recente. La scrittura, la prima forma di scrittura, risale solo a 5.000 anni fa, forse 5.500. Possiamo dire che forse quello è stato l’inizio della civiltà e che la Terra ha circa quattro miliardi e mezzo di anni. Quindi, la civiltà esiste solo da un milionesimo dell’esistenza della Terra. È davvero pochissimo. Pochissimo». Sa che ci sono molte persone catastrofiste che ritengono che il mondo, la terra finirà nel prossimo futuro? Lei è d’accordo? «Il cambiamento climatico non distruggerà la terra ma renderà difficile la vita agli umani che la abitano. Consiglio a tutti di andare a leggere la storia della terra, che ha attraversato numerosi cicli. Ci sono state epoche in cui la terra era come una palla di neve. Epoche in cui era come una palla di neve e altre in cui era estremamente tropicale. La maggior parte di questi cicli sono molto lunghi. Occorrono migliaia di anni o decine di migliaia di anni perché si verifichino. Si sono verificati» Non è una cosa che la preoccupa? No. Dobbiamo affrontarla. «Sì, esatto, nel lungo periodo. Penso che nel lungo termine affrontiamo le nostre sfide. Perché vogliamo andare avanti verso un’economia energetica sostenibile. Ma non credo che dobbiamo farlo a costo della vita delle persone, a costo del loro stile di vita. Penso sia possibile condurre uno stile di vita buono ma anche passare a un’economia sostenibile. Non dobbiamo distruggere lo stile di vita degli agricoltori o rendere la gente infelice, cose di questo genere. Possiamo assolutamente pensare a un futuro energetico sostenibile senza essere infelici. Onestamente, penso che la discussione sul cambiamento climatico si sia spinta troppo oltre e lo dico da persona molto attenta al clima». Quello che ha detto è molto politically incorrect. «Noi vogliamo davvero muoverci nella direzione dell’energia sostenibile. Vogliano propendere per l’energia sostenibile. Ma non per questo dobbiamo distruggere lo stile di vita delle persone o diventare infelici». Tesla, SpaceX ma perché Twitter? 44 miliardi «Perché sono un masochista e mi chiedevo quale fosse il modo per infliggermi il dolore più grande. Beh, la risposta era comprare Twitter. È la verità». No, dai. Che cosa sta succedendo? Dicono che è perché voleva garantire la libertà di parola, voleva cambiare tutto. Che cosa voleva fare davvero? Sa che c’è una discussione in corso alla Commissione europea su Twitter? Lo sa? «Sì, so che c’è qualcosa in corso ma, vede, Twitter rispetterà la legge, non abbiamo altra scelta. Vogliamo solo assicurarci che la legge garantisca il massimo della libertà di parola. Vede, quando si parla di libertà di parola, bisogna tenere a mente che è importante o significativa solo quando si consente alle persone che non ci piacciono di dire cose che non ci piacciono. Altrimenti è una cosa ridicola. Perde di significato. Possiamo dire che c’è libertà di parola sole se qualcuno dice cose molto fastidiose. È un ottimo segnale». È una lotta dura per lei questa? Ha trovato la resistenza dall’altra parte del mondo di chi voleva bloccare Twitter. «Mah, sta andando abbastanza bene. A volte le persone sono contrariate ma, se prendiamo in analisi i dettagli, posso dire che stiamo gestendo Twitter come un’ottima istituzione. Certo, a volte c’è chi dice: Dovresti impedire a quella persona di parlare o cose simili. Ma io penso che se questa persona non sta violando la legge, perché dovrei impedirle di esprimersi. Se le persone vogliono che la legge sia diversa, allora devono far approvare una nuova legge. Evidentemente, in una democrazia ci si aspetta che la volontà della gente sia rappresentata dalle leggi. Quindi, se le persone rispettano le leggi, allora si rispetta la volontà della gente. E se c’è qualcuno che vuole cambiare le cose, allora deve far approvare una legge diversa. Però non dobbiamo essere noi, non deve essere Twitter a decidere cosa è legale e cosa non lo è. È la gente che deve deciderlo». Lei ha degli ottimi amici qui in Italia come Andrea Stroppa e anche investitori italiani, come Unipol, in Twitter. Cosa ne pensa dell’Italia? È fantastica. E per quanto riguarda gli affari? L’Italia è un buon mercato? «Sì. Sono molto pro-Italia. Ci sono venuto molte volte. Ho festeggiato il mio 40° compleanno a Venezia ed è stato fantastico. Sono un grande fan dell’Italia. Ecco perché dico: Ehi italiani, dovete fare altri italiani così non scomparirete. È piuttosto semplice». E cosa ne pensa dell’intelligenza artificiale? Lei è piuttosto critico al riguardo. Come mai? «No, non sono critico. È solo che quando si ha a che fare con una nuova e potente tecnologia è come avere un’arma a doppio taglio. Come il nucleare. Certo con il nucleare si può generare molta energia ma anche le armi. Quindi le persone devono capire che l’intelligenza artificiale è una tecnologia molto potente che può essere utilizzata in modo errato. Ecco perché ritengo che sia necessario usare la massima cautela». Intende dire più regole? Cosa intende dire con maggiore cautela? Ovviamente se ci sono delle regole, bisogna prestare attenzione. «Prendiamo in considerazione tutti i settori in cui è in gioco la sicurezza pubblica, come gli aerei, le auto, gli alimentari e i medicinali. Per queste cose esiste una supervisione normativa per garantire la sicurezza delle persone ed evitare che le aziende non prendano delle scappatoie, delle scorciatoie. Cose che, ad esempio, possono portare a un medicinale che non funziona o che è tossico. È accaduto in passato ed è per questo che esistono le agenzie normative, sono state una reazione alle aziende che agivano in modo scorretto». Ma dovrebbe essere un’agenzia mondiale? «Teoricamente dovrebbe essere una forma di coordinamento globale. Quando sono stato in Cina, ho parlato con la leadership cinese della regolamentazione dell’intelligenza artificiale e mi hanno detto che l’avrebbero sviluppata. Ho fatto notare che una volta che si spinge l’AI oltre un certo limite, è lei che assume il comando. Una volta che la si rende super intelligente, sarà lei il capo». È diventato molto serio parlando di questo argomento. «Già. Beh, dovremmo preoccuparci tutti. Penso che le persone non capiscano. Ciò che abbiamo di speciale noi esseri umani è che siamo più intelligenti di altre creature. Ma non siamo più forti di altre creature. Un gorilla può schiacciarci facilmente in uno scontro. Ma noi siamo più intelligenti di un gorilla. Gli esseri umani sono abituati a essere le creature più intelligenti sulla terra, ma cosa accade ora se qualcosa è più intelligente degli esseri umani? Molto più intelligente?» Più intelligente? L’intelligenza artificiale può essere più intelligente? «Molto più intelligente». Davvero? «Decisamente più intelligente. Talmente più intelligente da non poter nemmeno capire quanto sia intelligente. Fino a quel punto». È spaventoso. «Lo è. Abbiamo già affidato la maggior parte della memoria umana ai computer. Come il tuo telefono» È quella la nostra memoria. «Esatto. La maggior parte della memoria umana, attualmente, è digitale e i nostri telefoni si ricordano tutto alla perfezione fino all’ultimo pixel. Mentre la maggior parte delle persone non si ricorda chi ha incontrato la settimana prima o cosa ha mangiato a pranzo. Quindi, la memoria è già stata trasferita ai computer e ora anche il pensiero viene trasferito ai computer. Ad ogni modo, l’AI è una tecnologia molto potente ma dobbiamo usare la massima cautela». Voglio dire mi chiedo davvero quali sono le sue origini Elon? «Non conosco tutte le mie origini. Mio zio si è occupato molto di genealogia e sostiene che discendiamo da Carlo Martello e da Carlo Magno. Però non so se sia vero o meno, anche se suona bene. Credo di avere origini miste europee, britanniche, non so esattamente. Probabilmente un mix di origini europee»

Sul sito della OceanGate, la società di Everett, Washington, che organizza le spedizioni sottomarine per spiare il relitto del transatlantico più famoso e sfortunato della storia, la Titanic Expedition è presentata con una certa enfasi. Si vede chiaramente che è il fiore all’occhiello della compagnia, che così esordisce: «Dopo il successo delle spedizioni al relitto del 2021 e del 2022, OceanGate Expeditions continua a ritornare annualmente per documentare sempre meglio il Titanic e il suo grado di deterioramento». Il business delle immersioni macabre è certamente molto interessante. OceanGate fa pagare 250mila dollari per un biglietto sul sottomarino in fibra di carbonio che con una immersione della durata di otto ore (all’interno di un viaggio che parte da Newfoundland, l’isola di Terranova, e che dura complessivamente dieci giorni, due di addestramento e otto in mare) porta tre passeggeri, più il capitano e un esperto di contenuti, a sbirciare il relitto del Titanic a 3.800 metri di profondità. Le spedizioni OceanGate sono studiate per turisti ma anche per scienziati, e, come si legge nel sito di OceanGate. sono realizzate rispettando le linee guide Noaa per le ricerche e il recupero dell’RMS Titanic e di quelle dell’Unesco per la salvaguardia dell’ambiente marino sotterraneo. L’azienda americana ci tiene a sottolineare che non si tratta semplicemente di una scampagnata negli abissi, bensì di un viaggio impegnatovio durante il quale il personale è pronto a istruire e supportare i passeggeri. Un video mostra anche delle immagini della «gita»: come il sottomarino venga portato sul luogo dell’immersione e gli spazi interni piuttosto angusti. Chi immagina una struttura superpanoramica tipo escursione sopra la barriera corallina resterà deluso: ci sono soltanto piccoli oblò dai quali guardare, fotografare, girare video. È chiaro che il prezzo elevatissimo della spedizione dipende dalla difficoltà e dal pericolo, non si tratta certo di una vacanza a cinque stelle. Le immagini dei due tronconi del relitto sono però davvero suggestive e possono ripagare un appassionato o uno scienziato da un investimento pari a un monolocale a Milano. I capi della OceanGate sono il fondatore e ceo Stockton Rush, il capo operativo Bob Shuman, l’amministratore Doug Gorder, il direttore della logistica Scott Griffith. Tre sono i sottomarini che compongono la flotta di OceanGate, ma di essi solo il Titan è strutturato per andare fino a 4mila metri sott’acqua e quindi è quello utilizzato per la Titanic Expedition: è in titanio e fiba di carboniao, è lungo 6,70 metri e largo 2,80 petri, pesa 10.432 chili e può portarne 685 e può tenere una velocità di tre nodi. Garantisce un’autonomia di 96 ore per cinque persone. Gli altri sottomarini sono il Cyclops, che può scendere fino a 500 metri, e l’Antipodes, che può arrivare a 305 metri

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Il sommergibile scomparso della OceanGate che è scomparso con cinque persone a bordo è controllato da un controller PlayStation e ha una finestra da cui gli esploratori possono sbirciare.

 

Quanto è grande il sommergibile Titan?

Le dimensioni del sommergibile, costruito in fibra di carbonio e titanio sono 670 cm x 280 cm x 250 cm, ed è in grado di scendere a profondità di 4.000 metri. La nave pesa 10.432 kg e può viaggiare a una velocità massima di tre nodi, grazie ai quattro propulsori elettrici Innerspace 1002.

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Ha una fotocamera Sub C Imaging 4k Rayfin, un sonar Teledyne 2D, 40.000 lumen di luce esterna e uno scanner laser 2G Robotics. L’elettronica e le unità di controllo del propulsore sono alloggiate all’esterno dello scafo pressurizzato per aumentare lo spazio disponibile per l’equipaggio e le attrezzature a bordo. Ha anche una toilette a bordo, che offre poca privacy agli ospiti in quanto si trova proprio accanto alla finestra.

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Come viene controllato il Titan?

La nave è controllata da un controller Playstation rinforzato, non ha un sistema GPS ed è guidata da messaggi di testo inviati da una squadra in superficie. Titan comunica con il team tramite messaggi di testo che vengono scambiati tramite un sistema acustico USBL (ultra-short baseline). Un grande display digitale trasmette in streaming un feed live da più telecamere 4K esterne e funge anche da porta per il vano apparecchiature di poppa.

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Qual è la piattaforma di lancio e recupero?

Il Titan ha bisogno di una piattaforma di recupero, che dispone di serbatoi utilizzati per affondare e far riemergere la nave. Significa che non è necessaria una grande nave di supporto o una gru. La piattaforma allaga le sue vasche di galleggiamento con acqua per una discesa controllata a una profondità di 9,1 metri per evitare qualsiasi turbolenza in superficie.

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Al termine di ogni immersione, il sottomarino atterra sulla piattaforma sommersa e viene portato in superficie in circa due minuti riempiendo d’aria le vasche. Una volta raggiunta la superficie, non c’è modo di uscire, poiché quelli all’interno sono bloccati con 17 bulloni dall’esterno.

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Quanto durano le immersioni?

Le immersioni possono durare fino a 10 ore ciascuna, con i partecipanti che trascorrono un totale di 10 giorni in mare a bordo di una nave più grande.

In un’intervista dell’anno scorso, il CEO della società Stockton Rush ha dichiarato alla CBC che i loro sottomarini avevano una capacità di cinque persone e possono arrivare al Titanic, che si trova a metà della profondità dell’oceano.

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Nel 2023 sono state effettuate solo tre spedizioni. Nel 2022 si era arrivati a dieci immersioni fino al Titanic. Non è chiaro quanti viaggi fino al relitto siano stati effettuati fino ad adesso.

Titan è il secondo della serie di sommergibili di classe Cyclops. OceanGate opera dal 2015 in tre oceani a una profondità di quasi 500 metri.

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Chi possiede OceanGate?

Il CEO Stockton Rush ha fondato l’azienda nel 2009 e sovrintende alle strategie finanziarie e ingegneristiche dell’azienda. È anche co-fondatore e membro del Board of Trustees della OceanGate Foundation, lanciata nel 2012 come organizzazione senza scopo di lucro.

 

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Rush è stato un pilota e nel 1989 costruì personalmente un velivolo sperimentale Glasair III, che ancora possiede e vola. Ha completato un sommergibile per due persone Kittredge K-350 con cui ha effettuato oltre 30 immersioni fino ad oggi. Ha conseguito la BSE in ingegneria aerospaziale presso la Princeton University nel 1984 e il suo MBA presso la UC Berkeley Haas School of Business nel 1989.

Il Sole 24 Ore

A bordo del sottomarino si trovano cinque persone, clienti di una spedizione che costa circa 150mila dollari. Il gruppo comprende Hamish Harding, 58 anni, fondatore della società di investimenti Action Group e appassionato di avventure: nel suo palmares si contano tre Guinness World Record, incluso il tempo più lungo trascorso ad attraversare la parte più profonda dell’oceano - la Fossa delle Marianne - in una singola immersione, e la navigazione più veloce della Terra attraverso il Polo Nord e il Polo Sud in aereo.

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Tra gli altri membri del sottomarino, disceso fino a 3.800 metri di profondità, ci sono Stockton Rush, fondatore di OceanGate Expeditions, la società che ha organizzato il viaggio verso il Titanic; Shahzada Dawood e suo figlio Suleman, membri di una delle famiglie d’affari più importanti del Pakistan; il pilota francese Paul Henry Nargeolet. Lo stesso Harding aveva scritto in un post del 18 giugno su Instagram che questa sarà probabilmente l’unica missione con equipaggio sul Titanic nel 2023 «a causa del peggior tempo a Terranova degli ultimi 40 anni».

 

2. L’ESPERTO: “RISCHIANO L’IPOTERMIA”

DAGONEWS

 

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I cinque membri dell’equipaggio che si trovano a bordo del sottomarino scomparso ora corrono il rischio di ipotermia mentre l’aria a bordo inizia a scarseggiare.

 

Secondo l’esperto David Gallo, oceanografo e consulente senior di RMS Titanic, coloro che si trovano a bordo - tra cui il miliardario britannico Hamish Harding, l’uomo d’affari pakistano che vive nel Regno Unito Shahzada Dawood, 48 anni, e suo figlio di 19 anni Sulaiman Dawood - dovranno ora affrontare la diminuzione delle scorte di ossigeno e combattere il freddo: «L’acqua è molto profonda. È come una visita su un altro pianeta, non è quello che la gente pensa che sia. È un ambiente senza sole, freddo e con un’alta pressione».