Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  giugno 20 Martedì calendario

Il caso delle registrazione dei figli di coppie omogenitoriali

1 In cosa consiste la registrazione dei figli di coppie omogenitoriali?
Le coppie sposate possono registrare i loro figli alla nascita, le coppie omogenitoriali potevano farlo in alcuni Comuni d’Italia, prendendo appuntamento con l’Ufficio di stato civile.
2 Ora queste registrazioni sono bloccate?
A marzo una circolare della Prefettura di Milano – in seguito all’iniziativa del ministero dell’Interno e facendo riferimento alla legge 40 del 2004 sulla procreazione medical-mente assistita, consenti-ta in Italia solo a coppie eterosessuali – ha bloccato la registrazione all’anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali del Comune. Poi lo stop anche in altri Comuni.
3 Cos’è la gravidanza per altri?
È una tecnica di procreazione medical-mente assistita: una donna porta avanti la gestazione per conto di altre persone. Se l’ovocita e lo spermatozoo usati sono della coppia, la fecondazione è omologa; se uno dei due è donato, è eterologa.
4 In Italia è legale?
No, è vietata dalla legge 40 del 2004: «Chiunque in qualsiasi forma realizza, organizza o pubblicizza la commer-cializzazione di gameti o embrioni o la surrogazio-ne di maternità è punito con la reclusione da 3 mesi a 2 anni e la multa da 600 mila a un milione di euro».
5 In Italia ci sono stati casi?
Sì, nel ’94 Novella Esposito non poteva avere figli per un problema legato a una gravidanza naturale: accettò che fosse la madre a portare avanti la gestazione, a titolo gratuito. Subito dopo scattò il divieto dell’Ordine dei medici. Nell’87 il tri-bunale di Monza annullò l’accordo stabilito tra una coppia e una madre che si sarebbe prestata a parte-cipare dietro compenso al loro progetto procreativo. Poi nel 2000 il tribunale di Roma autorizzò una gestazione per altri su base solidale: la donna aveva perso l’utero e un’amica si rese disponibile a portare in grembo suo figlio.
8 Come funziona all’estero?
In Paesi come Grecia, Portogallo e Ucraina riconoscono la gravidanza per altri, stabilendo rimborsi spese per la donna che presta il suo grembo ( Ha risposto Filomena Gallo, associazione Luca Coscioni ).