Corriere della Sera, 19 giugno 2023
Catalogo delle sparate di Beppe Grillo
Non è una novità: la presenza di Beppe Grillo è come un ciclone per le piazze del Movimento, un ciclone che travolge nel bene e nel male. La polemica sull’invito a utilizzare il passamontagna lanciato dalla manifestazione contro tutte le precarietà non è certo il primo caso di «sparate» dal palco che hanno infiammato i militanti del Movimento ma anche il dibattito politico negli anni. Frasi che spesso hanno monopolizzato la scena e irritato in alcuni casi anche trasversalmente settori della società civile.
Il caso più celebre risale a nove anni fa. Correva l’anno 2014. Imperversava la campagna per le Europee, polarizzata dallo scontro tra il Pd di Matteo Renzi (che trionfò con il 40%) e il Movimento, che come slogan aveva «Vinciamo noi». Grillo dal palco di Torino arringò la folla dedicando il vaffa a Martin Schulz, presidente del Parlamento Ue, che aveva osato paragonarlo a Stalin. «Senza lo Stalin che ha sconfitto i nazisti ora starebbe in Parlamento con una svastica disegnata sulla fronte», disse Grillo. Che poi tuonò con ironia: «Io sono oltre Hitler», salvo poi darsi subito del «pazzo».
Stessa campagna elettorale, nuova polemica. Stavolta Grillo finisce nel mirino degli animalisti (oltre che dei politici). Dal palco di Pavia attacca Silvio Berlusconi: «Questo qui è diventato fuori di testa con ‘sto Dudù. Dudù deve essere affidato alla vivisezione», dice riferendosi al cane del Cavaliere. E Grillo poi continua: «Io ce l’ho un cagnetto così, ce l’ha mia moglie. Io detesto questi cani, perché i proprietari di quei cani non amano gli animali, non amano i cani, amano il proprio cane e detestano gli altri».
Un anno dopo è ancora polemica. Stavolta il popolo stellato si muove per la marcia per il reddito di cittadinanza. Circa 50 mila persone alla Perugia-Assisi, tutto sembra procedere tranquillamente quando un lancio Adnkronos scuote la giornata. Le parole di Grillo rimbalzano sui media. Per giorni si cercano video dell’incidente. «Veronesi – è la frase incriminata – va sempre in tv a pubblicizzare la necessità per le donne di fare le mammografie. E dice di farle ogni due anni ma la differenza percentuale di malattia fra chi le fa ogni due anni e chi le fa meno spesso è solo del due per mille». Quando scoppia la polemica, il Reddito finisce in un cono d’ombra.
Nel 2016, a settembre, con il direttorio in crisi e la giunta romana in difficoltà, Grillo torna sul palco a Nettuno e fa arrabbiare il mondo Lgbt. Il garante critica «il sistema» che si è scagliato a suo avviso contro il M5S. «Aspettavo un avviso di garanzia a me, aspettavo cinque chili di cocaina nella macchina, aspettavo che finalmente scoprissero che lui (riferendosi a Luigi Di Maio, ndr) è un omosessuale».
Insomma, le polemiche non sono mai mancate negli anni e c’è pure chi scherzando sottolinea: «Grillo è un talismano: la sua presenza è la garanzia che si parlerà di noi».