la Repubblica, 19 giugno 2023
Tom Cruise si è trasformato in un brand
La vera mission impossible è stata portata a termine nel maggio dell’anno scorso: a Cannes 2022 venne presentato Top Gun: Maverick , seguito di un film (il primo Top Gun ) risalente al 1986. Nessuno aveva mai tentato un’impresa del genere: riprendere un personaggio, e una storia, a distanza di trentasei anni. Quando il film era entrato in lavorazione, nel 2018, molti avevano pensato che Tom Cruise fosse pazzo. E invece il film ha incassato quasi un miliardo e mezzo di dollari in tutto il mondo. Un successo enorme che ora verrà replicato da Mission: Impossible — Dead Reckoning . Parte Unoche sta per uscire nei cinema di tutto il mondo.
Già, “i cinema”. Il miracolo di Tom Cruise (perché ormai è ufficiale: Tom fa i miracoli, e quelli di Scientology staranno stappando lo champagne; tutta propaganda gratis!) è quello di aver riportato la gente al cinema. A Cannes, l’anno scorso, lo disse chiaro e tondo: «Io faccio film per le sale, non per le piattaforme ». Ovviamente i film, dopo lo sfruttamento in sala, finiscono anche sulle piattaforme: i vecchi Mission: Impossible sono visibili su Netflix e Paramount+, e noleggiabili su Amazon. Ma inizialmente ogni progetto di Tom Cruise è destinato ai cinema, e le cifre gli danno ragione. Se nel mondo i cinema sono ancora aperti, e in vari paesi funzionano alla grande (non in Italia, ahinoi), è merito di due persone: Tom Cruise e James Cameron. Il regista diAvatar ha fatto compiere progressi giganteschi alla tecnologia applicata alla visione collettiva. Tom invece non è uno sperimentatore. Per certi versi è un custode della tradizione. Con Top Gun: Maverick ha rispolverato un successo di quegli anni 80 che in tanti colleghiamo all’edonismo reaganiamo, al crollo del Muro, alla “cultura” yuppy. Con Mission: Impossible andiamo ancora più indietro: il primo film diretto da Brian DePalma è del 1996, ma la serie tv creata da Bruce Geller — dalla quale tutto deriva — debuttò nel 1966.
Del resto i divi nascondono sempre in sé qualcosa di antico. Si dice che la luce delle stelle (anche quelle del cinema, le “star”) viene a volte da corpi celesti ormai scomparsi, no? Nell’antica Roma il “divus” era colui che veniva inserito nell’Olimpo degli dei dopo la morte. TomCruise è vivo e vegeto, ma è indiscutibile che si tratti dell’unico, vero divo rimasto. Forse solo Harrison Ford potrebbe essergli accostato. Ma la forza di Cruise, oltre che nei successi al botteghino, sta anche nell’avere in filmografia titoli diretti da Stanley Kubrick, Paul Thomas Anderson, Martin Scorsese, Ridley Scott, Francis Coppola, Oliver Stone, Sydney Pollack, Steven Spielberg, Robert Redford. Parliamoci chiaro: nessuno ha oggi un curriculum simile. Naturalmente altri divi nasceranno, stanno già nascendo. Sempre nel 2022, a Venezia, abbiamo assistito a scene d’altri tempi quando al Lido è sbarcato Harry Styles, interprete del film Don’t Worry Darling . Ma Styles è prima di tutto un cantante, famoso per gli One Direction e poi come solista. I divi del XXI secolo saranno sempre più multimediali, emergeranno su Instagram e su TikTok prima di conquistare il mondo. Ciò che rende unico Tom Cruise è che lui è ancora, e probabilmente per sempre, un fenomeno cinematografico. Tom Cruise è il cinema — quel che ne rimane, e non è poco. Lui lo sa, ed è un abilissimo promoter di se stesso. Chiunque abbia lavorato con Cruise potrebbe dirvi che è un implacabile professionista. A Venezia, una volta, ha fatto iniziare un film con oltre un’ora di ritardo perché voleva e doveva firmare gli autografi a tutti i ragazzi che l’avevano atteso sul red carpet. Anni fa a Roma, durante una conferenza stampa, gli vedemmo fare una cosa incredibile: a un collega in prima fila suonò il cellulare, e mentre tentava disperatamente di spegnerlo Cruise prese il microfono e gli disse: «Risponda! Potrebbe essere qualcuno che ha bisogno di lei. Anzi, me lo dia: rispondo io!». Prese il telefono e disse: «Hello, I’m Tom Cruise, who’s speaking?». Gag sapientissima, e anche astuto marketing: quella persona che stava chiamando un giornalista, e si è sentita rispondere da Tom Cruise, non dimenticherà mai quel momento e sarà in prima fila per vedere il nuovo film. Mission: Impossible? Tutt’altro: missione compiuta.