la Repubblica, 19 giugno 2023
L’ultimo ricatto di Graviano e Baiardo
Sul passato di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri, sui loro contatti con la mafia c’è oggi un boss, Giuseppe Graviano, che forse per ricatto vuole pubblicare le sue memorie, e il suo factotum Salvatore Baiardo che è andato in giro a bussare alle porte dei giornalisti per lanciare messaggi e si è fatto ricevere anche da Paolo Berlusconi, rischia l’arresto. I magistrati di Firenze che indagano, nel frattempo, hanno convocato per questa settimana l’editore Urbano Cairo, che ha chiuso improvvisamente la trasmissione su La7 a Massimo Giletti, dopo che il conduttore aveva detto ai pm di aver visto una foto in cui riconosceva il Cavaliere con altre due persone che Baiardo, l’uomo che dice di averla mostrata, spiega essere il boss Graviano e il generale Delfino. Cairo, che in passato ha lavorato per Berlusconi e Dell’Utri, ha fatto sapere ai pm che nel giorno in cui è stata fissata la data della sua convocazione per rendere dichiarazioni come testimone ha un impegno inderogabile e quindi non potrà esserci. E si cerca una nuova data.
Andiamo per ordine. C’è una versione della storia delle stragi mafiose, quella di via D’Amelio e poi di Roma, Milano e Firenze che il boss Giuseppe Graviano vorrebbe raccontare a modo suo in un libro per provare a stravolgere le sentenze definitive e tentare di ricattare qualcuno che è rimasto all’esterno di questa storia. Il capomafia vorrebbe smontare la veritàgiudiziaria sui delitti in cui è stato condannato. Un testo architettato dal boss che però non vuole che porti la sua firma. È un lavoro iniziato cinque anni fa che ha coinvolto il figlio, Michele, e la moglie. Il lavoro è quasi pronto per essere dato alle stampe, ma non si sa chi materialmente lo abbia scritto. Tutto emerge da dichiarazioni fatte in carcere da Graviano e raccolte in questi anni dagli inquirenti. Le tappe si sovrappongono alla strategia comunicativa di Graviano che ha due obiettivi: il primo è uscire dal carcere dopo aver scontato in cella trent’anni attraverso artifizi giudiziari, il secondo è incassare una grossa somma milionaria che Silvio Berlusconi – sostiene il boss – doveva alla famiglia Graviano per un vecchio accordo che avrebbe stipulato il Cavaliere con il nonno del capomafia.
Tutto questo si sovrappone con l’entrata in scena di Baiardo, il quale appare quasi nello stesso periodo in cui Graviano in carcere lancia la strategia di comunicazione. Quasi per coincidenza, infatti, Baiardo nei mesi scorsi ha annunciato l’uscita di un suo libro, con ilquale dice che racconterà la sua verità che stravolgerà i processi. Sembrano le stesse parole di Graviano. L’ipotesi è che il boss può aver trovato chi firmerà il libro ricattatorio? I pm di Firenze, Luca Tescaroli e Luca Turco hanno chiesto lo scorso mese l’arresto di Baiardo e il gip ha rigettato. La procura ha impugnato e le parti discuteranno il 14 luglio davanti al giudice la custodia cautelare. Quando il factotum ha ricevuto la notizia della fissazione dell’udienza ha urlato sui social contro la procura che procederebbe per calunnia e favoreggiamento. Graviano, che diceva di aver parlato dopo le stragi con Dell’Utri, è il perno della storia e il suo continuo rapporto economico con Berlusconi non si è mai interrotto.
La continuità nel tempo dei versamenti, per decine di milioni di euro, a favore di Dell’Utri, di cui non si conoscono le vere motivazioni, come scrivono gli investigatori, è «connessa a un riconoscimento anche morale, l’assolvimento di un debito non scritto, la riconoscenza, per quanto riguarda l’ultimo periodo», dovuta a Dell’Utri «per aver pagato un prezzo connesso alla carcerazione, senza lasciarsi andare a coinvolgimenti di terzi». Insomma, perché non ha tradito. E così, negli atti depositati dai pm di Firenze si citano le parole “ricatto”, “copertura”, “colpa” e “danno”. Le stesse in cui si riconoscono Baiardo e Graviano.