Corriere della Sera, 18 giugno 2023
Intervista a Stefania Orlando
Che ci andò a fare alla scuola di portamento per signorine?
«Mi ci iscrisse papà. Avevo sedici anni, ero timidissima, magrissima e altissima rispetto alle mie compagne di classe. Insicura perché mi sentivo diversa, camminavo tutta ingobbita per sembrare più bassa. E giocavo a calcio con i maschi nel giardino condominiale, mi mettevano sempre in porta. Al corso cercarono di insegnarmi ad essere più femminile. E finalmente trovai tante altre “stampellone” come me».
Soldi ben spesi, visto com’è andata. Da lì, con il suo nuovo aggraziato passo da modella, ha imboccato subito la via dello spettacolo?
«No, a 18 anni sono andata a vivere da sola. Per sei anni ho fatto l’agente immobiliare. Un giorno ho venduto casa a un signore che lavorava all’ufficio casting della Fininvest, allora Mediaset si chiamava così. Mi convinse a fare un provino per la Corrida di Corrado».
E fu presa?
«Per quello no. Alla fine confermarono Antonella Elia. Però fui scelta come valletta di Sì o no, un programma di mezzogiorno con Claudio Lippi di cui Corrado era autore. Mi presentai con il mio tailleurino tra centinaia di bellissime ragazze. Lui mi chiese: “Che ci fai qui? Hai un lavoro serio, tienitelo stretto”».
Come dargli torto.
«E io: “Ha ragione, grazie, allora vado”. Ma il pomeriggio mi arrivò la telefonata di una segretaria: “Torni qui per le misure dei costumi”. “Ma sono stata scartata”. “È lei Stefania Orlando?”. “Sì”. “E allora l’abbiamo presa”».
Il miglior consiglio che le diede Corrado?
«Quando il regista Stefano Vicario, a fine programma, faceva dei primi piani su di me, per l’imbarazzo invece di sorridere mi venivano delle smorfie. Corrado mi disse: “Il sorriso arriva dagli occhi, non dalla bocca”. Sacrosanto».
Valletta di Fabrizio Frizzi a «Scommettiamo che...?» nel 1994.
«All’inizio avevo un certo timore reverenziale per lui, poi dieci anni dopo abbiamo condotto insieme Piazza Italia su Raidue. Persona straordinaria. Ogni giorno mi chiedeva: “Come stai?” e gli importava davvero. Per uno speciale su Sanremo mi portò a prendere lezioni di canto dal suo maestro di musica e le pagò lui».
L’altra valletta era Adriana Volpe. Amiche, nemiche o finte amiche?
«Amiche vere, pure oggi. Anche se da giovani si vive una sorta di competizione immotivata. Io però ero sempre convinta che fossero tutte più belle e brave di me».
Nella lunga guerra Volpe contro Giancarlo Magalli, lei con chi sta?
«A momenti ha avuto ragione Adriana, a momenti Giancarlo, con cui, voglio ribadirlo, io non ho mai avuto nessun problema, anzi. Ho sempre amato la sua ironia pungente, era un numero 1 e lo è ancora. Forse con lei ha esagerato con certe frasi. Mi dispiace che non siano mai riusciti a risolvere la situazione».
Magalli disse che anche lei è stata «vittima» di Adriana.
«Non ho mai capito che cosa volesse dire, non mi sento vittima né di Adriana né di nessun altro».
E aggiunse che «Stefania è brava, mi dispiace vederla fare le pubblicità dei materassi».
«Sono testimonial da vent’anni della stessa ditta, per me sono quasi famiglia. Un lavoro dignitosissimo, non devo difenderlo e non mi sento affatto sminuita».
La figuraccia della sua carriera.
«Ce ne sono tante. La prima che mi viene in mente è quella durante il gioco del camioncino a I fatti vostri. Un telespettatore al telefono doveva scegliere una busta con un premio misterioso in denaro. Disse di essere un non vedente, ma io non sentii. E gli offrii un televisore in cambio dei soldi. “Non lo voglio, non mi interessa”. E io imperterrita: “Ma come? Una bella tv a colori!”. “Come le ho detto, sono cieco”. Oddio che mortificazione. L’unica mia scusante è che a volte l’audio è migliore da casa che in studio».
Incidenti durante i balletti?
«Balletti? E quali? Posso fare tutto nella vita ma non ballare. Sono un pezzo di legno, un tronco, completamente scoordinata. Per questo vorrei fare un appello a Milly Carlucci: “Ti prego, prendimi a Ballando con le Stelle, magari finalmente imparo qualcosa, mi sciolgo. E voi intanto vi fate un sacco di risate”. No davvero, io e la danza siamo due entità separate».
Cosa hai messo nel frappè?/Sono già pazza di te/Sento prendermi la scossa/non farò la prima mossa («Frappè», 2012), rime sue.
«Non scrivo canzoni per guadagnare, solo per mettere in musica dei pensieri. Tutti scrivono libri, io almeno questo ve l’ho evitato».
La canzone della vita?
«La favola mia di Renato Zero. Lo amo. Sono una sorcina da sempre. Ci conosciamo da tanto, lui è carinissimo. Ma quando ci parlo mi agito, torno la bambina timida che ero, mi cambia addirittura il tono della voce».
Del GfVip 2020 quanti amici sono rimasti?
«Anche se ci vediamo poco, su tutti Tommaso Zorzi, Elisabetta Gregoraci e Giulia Salemi».
Diario sentimentale. Nel 1997 ha sposato Andrea Roncato. Dopo due anni è finita. Cosa vuole ricordare e cosa è meglio dimenticare?
«Non mi piace dimenticare, ogni esperienza serve per crescere. Di Andrea conservo comunque un bel ricordo, mi ha insegnato molto, professionalmente, nel modo generoso e familiare di approcciarsi al pubblico. Poi nella vita le cose si trasformano, però gli vorrò sempre bene».
Calciatrice timida
A 16 anni ero timida,
alta, magra e insicura
Giocavo a calcio
con i maschi nel giardino condominiale,
mi mettevano
sempre in porta
Roncato, parlando di lei, ci ha detto: «La signora se n’è andata, capita. Aveva un altro, Paolo Macedonio, punto. Ci sono rimasto male sì, ma nemmeno più di tanto».
«Sono cose anacronistiche che non interessano più a nessuno».
Altro matrimonio nel 2019, con Simone Gianlorenzi. E altro divorzio, nel 2022».
«Ci siamo sposati dopo 12 anni di fidanzamento e lo siamo rimasti per 3. È stato un grande amore. Purtroppo anche i grandi amori finiscono. E, come canta Ornella Vanoni “bisogna imparare ad amarsi in questa vita / bisogna imparare a lasciarsi quando è finita”, quando il sentimento si trasforma».
Da che se n’è accorta?
«Non si può spiegare, è difficile, bisogna trovarcisi e viverlo, per capire. Però sono contenta che siamo riusciti a chiudere con armonia, dignità e affetto, senza livori, senza rancori».
Una bella botta lo stesso.
«All’inizio ti senti persa e smarrita, poi assapori un gusto nuovo. Cerchi di trovare il bello nel brutto. Cominci a vivere non più in condivisione, senza il noi davanti, ma solo l’io. Hai una pagina nuova tutta da scrivere».
Non pare mica tanto afflitta.
«Ma sa che c’è? Che la mia nuova vita da single mi piace. Del resto non ho mai avuto paura della solitudine, anzi, anche in coppia ho bisogno di prendermi i miei spazi e i miei tempi. La verità è che se da piccole non ci intortassero con la favola del fantomatico principe azzurro che corre a salvarci sul cavallo bianco, noi donne scopriremmo subito che possiamo salvarci da sole e che siamo complete anche così».
L’amore è stato come se lo immaginava da ragazzina?
«Mah, amore è un concetto personale, anche l’amicizia a suo modo lo è, anche l’affetto per gli animali è molto appagante. L’amore può darti forza o indebolirti, è un’incognita. Al momento non ci penso e non lo cerco, poi magari arriva».
Quale categoria di uomini è felice di non aver incontrato?
«Il narcisista patologico, sono stata fortunata. Quello che ti fa sentire sbagliata, inutile. Chi ti ama invece deve farti sentire una regina, più forte e più bella. Come quando ti alzi al mattino con il sorriso e non sai nemmeno tu perché».
Cosa ha imparato negli anni?
«Che è inutile passare ore ed ore ad aspettare una telefonata che non arriva. Se un uomo ti vuole, ti cerca. Se non lo fa, allora, come insegna il libro/film: “La verità è che non gli piaci abbastanza”. Ed è proprio così».
E lei com’è stata, sempre perfetta?
«Magari tante volte sono stata str...a anche io, senza accorgermene».
Ha mai tradito?
«Sì, quando ero più piccola, ti piaceva un altro e ti ci mettevi. Ma da adulta sono monogama. E comunque se tradisci è perché con quella persona non ci stai più bene».
La mitica chihuahua Margot, dopo la separazione da Simone, con chi è rimasta?
«Con me, ovvio. Era già mia da prima. A luglio compie 19 anni, non ci vede e non ci sente, mangia e dorme, prepotente come sempre».
La migliore amica tra le colleghe varie?
«Da qualche anno ho un legame stretto con Anna Pettinelli, donna determinata, indipendente, forte. E poi Milena Miconi, Matilde Brandi, Manila Nazzaro. Ci vediamo per cene e aperitivi, ci sosteniamo, c’è grande sintonia».
Oltre a Rita Dalla Chiesa.
«La stimo da sempre, quando ho bisogno di un consiglio chiedo a lei. Ci siamo conosciute nel 1997 a I fatti vostri. Al mio matrimonio con Simone ha eseguito il rito della sabbia».
E in che consiste?
«Era una cerimonia civile, sulla spiaggia. Ci sono due ampolle di sabbia di colori diversi che vengono versate in una terza, mescolandosi. Simboleggiano l’indissolubilità».
Qualcosa non deve aver funzionat o.
(Ride). «Beh, però è stato emozionante».
La bellezza come l’ha vissuta?
«Non mi sono mai sentita bella, sono rimasta insicura, oggi mi accetto molto di più, non sono una che perde troppo tempo con massaggi e trattamenti, mi limito all’Abc. Il tempo è democratico, passa per tutti. Se ho l’ansia? Nì. Inoltre quando non hai un uomo accanto è più facile, non ti stressi a pensare se guarda le altre e se sono più giova