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 2023  maggio 29 Lunedì calendario

Su "Chimere. Sogni e fallimenti dell’economia" di Carlo Cottarelli (Feltrinelli)



Un libro per dirci che fino ad oggi i nostri sogni, quelli che volevano migliorare il mondo in cui viviamo, non sono stati altro che sogni. E non è nemmeno detto che si avvereranno in futuro. L’economista Carlo Cottarelli col suo nuovo libro, “Chimere”, edito da Feltrinelli, come nei suo precedenti libri, non ha abbandonato la sua vocazione divulgativa e spiega le forze economiche che hanno influenzato la nostra vita negli ultimi decenni.

Il libro copre sette temi e in tutti i casi l’autore ci dice che qualcosa è andato storto. Il primo capitolo è dedicato alle criptovalute, la cui ambizione era rendere le monete libere dalle banche centrali, un tentativo naufragato di fronte alla loro trasformazione in strumenti speculativi.

Il secondo capitolo è un processo alle banche centrali che negli anni Ottanta sono state rese indipendenti dalla politica con lo scopo di tenere a bada l’inflazione: visti gli ultimi dati, Cottarelli ne registra il fallimento, ma resta comunque dell’idea che la miglior soluzione per combattere la crescita dei prezzi sia affidare la politica monetaria ai banchieri centrali e non ai politici, la cui tentazione di avere il potere di creare moneta resta sempre alta.

Il tema del terzo capitolo è la liberalizzazione del sistema finanziario, che nei sogni avrebbe dovuto aumentare la capacità di crescita dell’economia mondiale. Il risultato è stato che negli ultimi trent’anni il settore finanziario è cresciuto in modo abnorme rispetto al settore produttivo con un parallelo aumento dei rischi finanziari che sono culminati nella crisi del 2008, con perdite enormi per l’economia mondiale. La successiva regolamentazione ha ridotto i rischi, ma i pericoli restano perché l’approccio complessivo non è cambiato.

Il quarto capitolo parla ancora di liberalizzazione, ma questa volta delle rimozioni ai vincoli degli scambi di prodotti tra diversi Paesi e della globalizzazione. Cottarelli riconosce che quest’ultima ha portato benefici ai Paesi in via di sviluppo, togliendo dalla povertà un miliardo di individui, ma accusa che nei Paesi avanzati ha ridotto il potere contrattuale dei lavoratori ed ha spostato il reddito a favore dei più abbienti. Inoltre analizza la crisi della catene di valore, verificatasi col Covid, e i tentativi di rilocalizzare la produzione nei Paesi amici.

Il quinto capitolo tratta il sogno che la rivoluzione informatica e l’intelligenza artificiale liberino l’umanità, anche aumentando la produttività, dalla necessità di lavorare o che comunque migliorino il nostro standard di vita. Purtroppo però la produttività del lavoro, anche nei Paesi più tecnologicamente avanzati come gli Stati Uniti ha rallentato. Su come ci si risveglierà dai sogni della globalizzazione (capitolo quarto) e del progresso tecnologico (capitolo quinto) come fonti di prosperità senza fine, Cottarelli sospende il giudizio. Il penultimo capitolo presenta il tema dell’economia del gocciolamento, per cui tagliare le tasse ai ricchi fa bene anche ai poveri, perché i primi creerebbero posti di lavoro e reddito anche per i secondi.

L’autore, numeri alla mano, mette in evidenza come la distribuzione del reddito negli ultimi quarant’anni, almeno negli Usa dove la riduzione della progressività è stata forte, non abbia favorito una ridistribuzione della ricchezza che si è concentrata ancor di più in mano a pochi. Infine (settimo capitolo) Cottarelli si chiede come il sogno di una crescita senza limiti possa essere ancora realistico e conclude che senza la decarbonizzazione il mondo che lasceremo ai nostri figli sarà peggiore di quello che ci hanno lasciato i nostri genitori.