il Giornale, 17 giugno 2023
Guardare le zanzare che fanno l’amore per combattere la malaria
Non è che di colpo gli scienziati si siano trasformati in guardoni. È semplicemente che l’accoppiamento delle zanzare potrebbe nascondere qualche segreto interessante per capire come viene trasmessa la malaria. E allora ecco che i momenti di intimità di miss e mister zanzara diventano appuntamenti di pubblico dominio nei laboratori del Cnr, da analizzare al microscopio. Con il solo scopo di poter interrompere la trasmissione della malattia attraverso le punture.
Durante le ore di osservazione non sono mancate le sorprese. Una fra tutte: la rivalità dei maschi per conquistare la stessa femmina, nello stesso momento.
Gli sciami di zanzare, rinchiusi in grandi teche, sono stati ripresi con delle telecamere che hanno permesso di ricostruire la traiettoria degli insetti anche durante il «corteggiamento». «Abbiamo osservato coppie di zanzare che volano insieme per un periodo di tempo che arriva anche a 15 secondi. Ma la cosa più stupefacente è sicuramente aver osservato e documentato la competizione nell’accoppiamento. Più maschi che competono per accoppiarsi nello stesso momento con la stessa femmina» spiega Stefania Melillo, ricercatrice dell’Istituto dei Sistemi Complessi del Cnr.
Le femmine di Anopheles gambiae sono vettori di trasmissione del plasmodio della malaria, che ogni anno è responsabile di centinaia di migliaia di decessi. Le tecniche sviluppate negli ultimi anni per contrastare questa malattia si basano su un principio molto semplice: meno zanzare, meno vettori di trasmissione, meno decessi. L’uso di zanzariere impregnate di insetticidi non basta più: le zanzare hanno sviluppato resistenze agli insetticidi, per cui, dopo un’iniziale riduzione, il numero dei contagi annuali è ora in salita.
L’imperativo scientifico è identificare nuove strategie. Attraverso un approccio gene drive’, si cerca di sfruttare l’accoppiamento delle zanzare per diffondere modificazioni genetiche che rendano le zanzare sterili o incapaci di trasmettere il parassita della malaria. «Per valutare l’efficacia di queste tecniche innovative è necessario conoscere approfonditamente il meccanismo dell’accoppiamento – spiega Roberta Spaccapelo, dell’università degli Studi di Perugia, «sappiamo che questi insetti si accoppiano in volo e che i maschi si associano in gruppi, sciami di centinaia di individui, per essere più visibili e attrattivi alle femmine. Ma non ne sappiamo molto di più. Sono le femmine che entrano nello sciame a scegliere con quale maschio accoppiarsi? Come avviene la scelta? Ci sono delle caratteristiche che rendono alcuni maschi più attrattivi di altri?».
L’articolo, nato da una collaborazione interdisciplinare tra il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli studi di Perugia, il gruppo CoBBS del Dipartimento di Fisica della Sapienza Università di Roma e dell’Istituto dei Sistemi Complessi del Cnr, muove i primi passi per cercare di rispondere a questi interrogativi.
«Abbiamo scelto di studiare questi sciami in gabbie molto grandi, per poter analizzare la dinamica di volo delle zanzare evitando potenziali effetti sul comportamento dovuti allo spazio confinato di gabbie piccole» dice Irene Giardina della Sapienza.