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 2023  giugno 17 Sabato calendario

Balzac, enciclopedia di persone


«Presto la vita privata non esisterà più, tanto gli occhi del giornale, Argo moderno, crescono d’audacia e d’avidità», scrive Honoré de Balzac nel Rovescio della storia contemporanea (Eliot ne ristampa la vecchia traduzione Casini di Maria Ortiz con una preziosa nota introduttiva di Marco Cicala). Come più tardi Karl Kraus, Balzac denunciava nelle gazzette, già nella prima metà dell’Ottocento, il lato oscuro dell’epoca: un’idea che risaliva a molto tempo prima del Rovescio della storia (1848, l’ultimo romanzo di cui seguì la pubblicazione in vita). Fu soprattutto attraverso il tragico melò del povero Lucien de Rubempré, letterato e bel giovine, che Balzac illustrò nel dettaglio l’idea che s’era fatto dei giornali (Illusioni perdute e Splendori e miseria delle cortigiane).
Balzac aveva conosciuto il milieu parigino delle gazzette prima da oscuro autore di feuilleton di bassa lega e poi da principe dei grandi romanzi che avrebbero cambiato la storia della letteratura moderna. A differenza degli altri romanzieri e feuilletonistes, che si guadagnavano da vivere raccontando una storia, ordendone la trama e muovendo i personaggi come pedine sulla scacchiera, Balzac era il sovrintendente generale di tutte le possibili storie, o meglio della storia stessa, la sua scacchiera, che lui ribattezzò Commedia umana.
Quest’opera in divenire – egli lo annunciò fin dalla tarda «introduzione» del 1842 – sarebbe stata l’aggiornamento e la trasfigurazione del poema dantesco. Come Dante, Balzac avrebbe reso conto di «tutto», e assegnato a ciascuno una parte in commedia: donne «di trent’anni», fanciulle in fiore, aristocratici e bottegai, preti, attrici, borghesi, finanzieri, innamorati delusi e innamorati soddisfatti, rivoluzionari e controrivoluzionari, padri e madri, piazzisti, bancarottieri, giornalisti in stato di grazia e gazzettieri senza scrupoli, milionari, artisti maledetti, medici, preti e briganti, impiegati, ballerine, contadini, membri di società segrete, magistrati e politici, occultisti, giovani spose.
All’apparenza erano tutte storie separate. In realtà erano una storia sola e infinita, le cui singole parti s’incastravano, inseguivano, rimpallavano e incrociavano tra loro come le parole a Scarabeo o le tessere nei puzzle. Non fu soltanto lo scrittore che metteva in scena commercianti e banchieri, le avventure d’una cambiale, le metamorfosi d’un patrimonio. Fu anche l’autore d’inquietanti storie «metafisiche» se non proprio «gotiche». Sempre incerto, come la stessa età dei lumi, tra realismo e magismo, tra illuministi e illuminati, Balzac anticipò sia la grande letteratura verista sia il surrealismo e le altre avanguardie.
Marco Cicala, nella sua nota al Rovescio della storia contemporanea, ne sottolinea il lato sulfureo, visionario, mesmerico, che una rassicurante (e sempliciotta) lettura marxista dell’opera di Balzac (György Lukács, lo stesso Marx) preferiva ignorare, e anzi esorcizzare, per fare della Commedia umana il fondamento del materialismo in letteratura. Ma naturalmente anche le chimere alchemiche e spiritualistiche di cui Balzac nutriva la sua opera erano l’esatta rappresentazione d’una delle tante facce (tutte parimenti «reali») delle culture umane del suo tempo.
Gli altri scrivevano semplici romanzi. A lui toccava la grande sintesi della realtà attraverso l’ordinamento, l’inventario, la fotografia, la pittura dal vero, la «fisiologia» e la catalogazione della società umana per intero, non lasciandone fuori nulla, neppure un residuo. Esplorò ogni anfratto di Parigi: l’alto e il basso, l’aristocrazia, le classi pericolose.
Antropologo in largo anticipo sui tempi, portò alla luce le più oscure enclave sociali, tra cui anche la società segreta di benefattori al centro del Rovescio della storia contemporanea. Ebbe sempre un debole per le congiure e per le società segrete, convinto com’era che dietro i grandi e piccoli eventi storici ci fossero burattinai incogniti, che manovrano nell’ombra plasmando gli affari del mondo.
Anche i Fratelli della Consolazione del Rovescio della storia – che hanno per leader Madame de La Chanterie (per tutti «la Signora», una donna che ha molto sofferto) e per testi sacri le epistole paoline e l’Imitazione di Cristo – amano dispensare conforto e aiuto ai poveri e ai disperati senza mai mostrarsi in pubblico. «Ah, figliolo!» dice un membro di lunga data a Goffredo, il nuovo adepto. «Un’ultima raccomandazione! Il divieto di riconoscermi [senza che io t’abbia dato via libera] conviene egualmente agli altri signori, alla Signora, e anche alla gente di casa. L’incognito assoluto è necessario alle nostre imprese. Siamo così spesso obbligati a conservarlo, che ne abbiamo fatta una legge. Dobbiamo restare ignorati, perduti dentro Parigi...»
Altrove non lesina lodi, o almeno parole di comprensione, alle altre società segrete. Elogia persino i Treize, i tredici, una camarilla occulta che non disdegna la violenza ed è animata da altrettanti eroi e protagonisti e della Commedia umana.
In un’occasione, racconta Cicala, fonda egli stesso una società segreta insieme ad «amici scrittori, tra cui Théophile Gautier»: è la società del «Cavallo Rosso, come la taverna sul lungosenna dove avviene l’atto di fondazione. (…) Società di mutuo soccorso più faceta che seria, Le Cheval Rouge si prefigge nondimeno un obiettivo ambizioso ai limiti della megalomania: tramare, manovrare, fare lobbying affinché ogni suo affiliato sfondi, raggiunga fama, gloria, ricchezza in quella savana infida, crudele e ultra-concorrenziale che è il mondo delle lettere».
Non ha l’aria d’una società segreta ispirata all’Imitazione di Cristo, come qui, à rebours della storia, dove tutti vivono in assoluta povertà, salvo i poveri, che vengono soccorsi con denaro sonante, e non sono tenuti alla riconoscenza.
Balzac, almeno in questo romanzo, salva soltanto le società segrete che non perseguono gl’interessi personali o politici dei loro membri ma unicamente e disinteressatamente il bene dei misérables: «Non si sa quanti sentimenti generosi sono avvizziti, quanti germi ardenti periti, quante molle spezzate e perdute pel paese, per le infami delusioni della Carboneria francese, per le sottoscrizioni patriottiche del “Campo-d’Asilo” e per altre frodi che dovevano essere dei grandi, dei nobili drammi, e furono solo operette da polizia correzionale.
L’amore di sé s’è sostituito all’amore del Corpo collettivo. Perciò le sole società che oggi sussistono sono le istituzioni religiose, alle quali, in questo momento, si fa la più aspra guerra, perché la tendenza naturale dei malati è naturalmente di prendersela coi rimedi e spesso coi medici. Nessuna associazione può vivere altro che per il sentimento religioso, il solo che doma le ribellioni dello spirito, i calcoli dell’ambizione e le avidità d’ogni specie».
Esposte alle sue investigazioni sociologiche, alle sue diagnosi psichiatriche, alle sue inquisizioni romantiche, queste zone in ombra della società parigina svelano i loro segreti e rimandano, di volta in volta, a nuovi misteri. Ogni enclave ha uno scopo da perseguire e un personaggio che lo incarna. Questi agiscono da clandestini, come prìncipi che si travestono da poveri per conoscere il proprio reame di persona, senza ricorrere a intermediari.
Oggi, nel mondo dei giornalismo voyeuristico e dei talk show, di TikTok e di Twitter, di simili regnanti si è perduto lo stampo. Non c’è più traccia neppure di società che pratichino il segreto per meglio servire il Bene né come incognito per praticare il Male. Bene che vada, sono tutte società del Cavallo Rosso che aspirano a curare gl’interessi politici e particolari dei loro membri lanciando inequivocabili messaggi on line, o in prima serata, dagli studi televisivi. Nessuno persegue più il Malaffare o la virtù in segreto, «come un’avventura».