la Repubblica, 17 giugno 2023
Faro Ue su abuso d’ufficio e ascolti. Il 5 luglio arriva il verdetto sull’Italia
ROMA – Il giorno del giudizio sarà il prossimo 5 luglio. Quando la Commissione europea presenterà il Report annuale sullo Stato della Giustizia nei 27 Paesi dell’Unione europea. E le ultime due mosse del governo italiano in questo settore saranno inserite in quel documento. Anzi, il lavoro del Commissario alla Giustizia, Didier Reynders, è stato in parte modificato proprio in questi giorni.
La Commissione europea aveva già avvertito che il provvedimento sulla Corte dei Conti e sui poteri di analisi preventiva sul Pnrr sarebbe stato monitorato. Quell’intervento, insomma, èstato illuminato dal faro di Bruxelles. Ed ora anche la riforma della Giustizia, relativa all’abrogazione dell’abuso d’ufficio e alla diffusione delle intercettazioni, stanno entrando nel fascio di luce di Palazzo Berlaymont.
In particolare per quanto riguarda le intercettazioni. Giàl’anno scorso il Report aveva evidenziato dei limiti in Italia sulla liberà di stampa. “Crescenti preoccupazioni” era stata la definizione proprio del Commissario alla Giustizia sullo stato della libertà di informazione nel nostro Paese.
Quei rilievi, seppure formali,adesso potrebbero prendere sostanza. Considerando che un anno fa, quando era ancora in vita il governo Drgahi, ancora Reynders espresse «un apprezzamento molto positivo» nei confronti delle riforme messe in campo dall’allora Guardasigilli Cartabia. Misure che sono state poi disattese dall’esecutivo Meloni. Adesso la situazione rischia quindi di essere molto cambiata.
Va poi tenuto presente che nei giorni scorsi è stato pubblicato il giudizio di Reporter senza frontiere che colloca la libertà di stampa in Italia al 43esimo posto nel mondo. In miglioramento rispetto all’anno scorso ma pur sempre al 43esimo posto. La libertà di stampa in Italia – si legge nella scheda Paese del World Press Freedom index 2023 – continua ad essere minacciata dalla criminalità organizzata, in particolare nel Meridione, oltre che da vari gruppi estremisti violenti. Attacchi che sono notevolmente aumentati durante la pandemia e continuano a ostacolare il lavoro dei professionisti dell’informazione, soprattutto durante le manifestazioni».
E dopo questo provvedimento come sarà il giudizio? Saremo ancora al 43esimo posto o scenderemo?