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 2023  giugno 16 Venerdì calendario

Senza soldi e depresso il cinema si mobilita per Jean-Pierre Léaud


Jean-Pierre Léaud è stato il volto della Nouvelle Vague, ha lavorato con i grandi maestri ma è ricordato soprattutto per il lungo e profondo soldalizio con François Truffaut, per lui è diventato il personaggio feticcio Antoine Doinel, protagonista di cinque film a cominciare dal celeberrimo I 400 colpiquando aveva appena 14 anni. E sono stati gli amici del regista francese, scomparso nel 1984, a correre in soccorso dell’attore che sta attraversando un momento difficile. «Sto molto meglio» ha fatto sapere Léaud, 79 anni, ringraziando le persone che si sono preoccupate per lui e hanno raccolto oltre 20 mila euro in tre giorni.
Tutto è cominciato dalla telefonata di un parente all’ex presidente della Cinémathèque française, Serge Toubiana, preoccupato per le condizioni di Léaud che si trova in una difficile situazione psicologica, fisica e finanziaria, peggiorata dopo la scomparsa, lo scorso settembre, di Jean Luc Godard. Si è quindi rivolto ai suoi conoscenti e su iniziativa del capo dell’Associazione degli amici di François Truffaut, Armand Hennon, è stata aperta una raccoltafondi che, accompagnata da numerosi messaggi di affetto e commozione sui social, ha messo insieme una somma considerevole. «Esprimo la mia profonda gratitudine e la mia commozione per i tanti messaggi di affetto ricevutida tutti i continenti», ha fatto sapere l’attore tramite il suo agente, «le testimonianze della vostra generosità, che ricevo come tanti segni di amicizia, mi saranno di grande aiuto nella mia vita quotidiana». «Sebbene profondamente colpito dalla scomparsa di Jean-Luc Godard – ha aggiunto – con cui qualche mese fa parlavamo ancora di un progetto futuro, vorrei comunque rassicurare i miei amici: grazie a loro sto molto meglio e ho intenzione di ritrovaremolto presto la strada per le riprese». Negli anni Léaud ha diradato sempre di più le sue apparizioni, l’ultima è stata nel 2019, un cameo nel film C’è tempo di Walter Veltroni, che ha inserito un breve omaggio aI 400 colpi. «Avevo deciso di dedicare il film a lui e Truffaut che sono tra le mie grandi passioni», ricorda Veltroni, «avevo quindi intenzione di cercarlo ma non era impresa facile, mi dicevano che fosse molto riservato e con un pessimo carattere. Sono riuscito a parlargli, gli ho raccontato il film e lui ha accettato». L’attore francese interpreta se stesso nel film, e incontra i due protagonisti, Stefano Fresi e il piccolo Giovanni Fuoco. «Sul set si è rivelato tutto il contrario» prosegue Veltroni, «è stato dolce e gentile, mostrando grande umiltà davanti a una troupe che l’ha accolto con emozione trattandosi di una icona del miglior cinema possibile».
L’attore non era nella sua forma migliore ma quella giornata di riprese è stata indimenticabile: «Fisicamente, Léaud non era al cento per cento ma, come raccontava Federico Fellini di Totò, quando si accendevano le luci dava il meglio di sé. Ed è stato perfetto».