Corriere della Sera, 17 giugno 2023
Paolo al posto di Silvio?
ROMA «Immagino che Forza Italia e il suo gruppo dirigente, a cominciare dal dottor Tajani, troveranno per quel posto un nome che sia espressione del ricordo di Silvio».
Milano, ore 11, venerdì mattina. Due giorni sono passati dal funerale di Silvio Berlusconi, quattro dalla morte del Cavaliere. Paolo Berlusconi viene raggiunto da una serie di telefonate di amici che gli chiedono conto dell’ipotesi, circolata nelle ore precedenti, di una sua personalissima discesa in campo.
Non si tratta del partito, che nelle stesse ore sta organizzando a Roma la conferenza stampa con Antonio Tajani, Paolo Barelli, Licia Ronzulli e i loro vice. O, meglio, non si tratta direttamente del partito. C’è un’incombenza, e non è di poco conto: scegliere il candidato del centrodestra unito alle elezioni suppletive per il collegio uninominale di Monza, quello per il Senato vinto a settembre scorso dal Cavaliere e rimasto ora libero dopo la sua morte, che quindi dovrà tornare al voto entro tre mesi.
L’indicazione
Gli appelli per «un nome che sia espressione del ricordo di Silvio»
Esiste l’ipotesi che il tanto evocato secondo Berlusconi in politica sia il fratello Paolo, un identikit poco tracciato negli anni precedenti, quando la caccia all’eredità per via dinastica aveva battuto essenzialmente una sola strada, quella che portava alla primogenita Marina? Esiste, quindi, un Berlusconi che ha voglia di far stampare il suo nome in una scheda elettorale? «È una notizia destituita di qualsiasi fondamento», spiega in privato l’ormai ex (la cessione del pacchetto di maggioranza alla famiglia Angelucci è di poche settimane fa) editore del Giornale, il bene di famiglia che il fratello più giovane (di tredici anni) dell’ex presidente del Consiglio ha presidiato dagli anni Novanta.
Messa così sembra una smentita che non ammette repliche; l’ennesima caccia all’identikit di un Berlusconi II in politica destinata a finire in un vicolo cieco, l’ennesima voce destinata a non trovare conferme, l’ennesimo giro a vuoto. E invece ci sono quelle altre parole, pronunciate anch’esse di buon mattino, sempre dalla viva voce di Paolo agli amici. A metà tra l’auspicio rivolto ai vertici di Forza Italia e l’indicazione di una rotta già tracciata, in ogni caso parole che sembrano comunque figlie di una riflessione che gli eredi del Cavaliere hanno svolto ad alta voce, nel triste chiuso di una Villa San Martino segnata dal lutto. «Immagino che Forza Italia e il suo gruppo dirigente, a cominciare dal dottor Tajani, troveranno per quel posto un nome che sia espressione del ricordo di Silvio».
Esclusa la pista che porta alla primogenita Marina, la predestinata che del destino in un’Aula di Parlamento farà volentieri a meno, e tolti dal mazzo anche i jolly dello scenario suggestivo che hanno i volti della terzogenita Barbara e del giovane Luigi (nessuno dei due ha l’età per candidarsi per un seggio a Palazzo Madama, per cui serve aver compiuto quarant’anni) l’unica pista concreta per le elezioni suppletive di Monza – che tenga conto di quell’identikit tracciato da Paolo, «un nome che sia espressione del ricordo di Silvio» – sembra quella di Paolo stesso. Il quale, richiesto di ulteriori delucidazioni, per esempio sull’ipotesi che la sua smentita («Notizia destituita di ogni fondamento») possa reggere rispetto a un’esplicita richiesta di Tajani e di Forza Italia, non ha pronunciato mezza parola in più. Non in pubblico, non in privato. I familiari e gli amici più stretti, d’altronde, ne conoscono la grande abilità nei giochi di prestigio, una passione che coltiva da sempre. E mascherare una candidatura prima di formalizzarla, in politica, è il trucco più usato. Dalla notte dei tempi.