Corriere della Sera, 16 giugno 2023
Le sfide dei TheBorderline
Matteo Di Pietro, il figlio di un impiegato del Quirinale che era alla guida e trovato positivo ai cannabinoidi, Vito Loiacono, al suo fianco nella Lamborghini, e poi gli altri del gruppo, Marco Ciaffaroni e Giulia Giannandrea, la ragazza di Matteo.
Ecco, loro quattro, assieme a Leonardo Golinelli che però mercoledì era già in viaggio per Milano, e altre comparse, tutti giovanissimi, sono i TheBorderline, in pratica dei «Jackass» di Casal Palocco, periferia di Roma: come nel programma televisivo statunitense anche loro si lanciavano, prima del disastro di mercoledì, in imprese ridicole e stupide, oppure folli e pericolose, che pubblicavano poi sul loro canale YouTube e TikTok – TheBorderline – ricevendo sostegno, oltre che dai follower, anche da sponsor importanti. E l’ultima, devastante «impresa», è stata appunto guidare per 50 ore consecutive, per poi finire sulla stessa strada percorsa dalla mamma del piccolo Manuel, rimasto ucciso dopo l’impatto.
I cinque e gli altri amici dei video si sono conosciuti sui banchi di scuola, il liceo classico e scientifico Democrito, l’unico di Casal Palocco, comprensorio di Roma sud. Leo, il quinto youtuber che di solito condivide post e sfide, mercoledì non c’era, già verso la Bocconi dove studia. «Li conosciamo bene – raccontano da Ostia —: abbiamo sentito Leo dopo l’incidente e lui giura di non averci niente a che fare, era già partito. Ci ha detto che sono sconvolti ma che non è mai successo niente di male nei loro video, che li fanno solo per divertire».
Il seguito
Il canale che hanno sulla piattaforma video di Alphabet conta oltre 600.000 iscritti
Loro nella Fiat 500 per 50 ore consecutive, dormendo in macchina e uscendo dai confini della Capitale, una volta addirittura fino a Milano: «25 minuti per fare 4 chilometri, ragazzi Milano è assurda eh!!!». E ancora loro in mezzo al bosco, di notte, dicono tra lupi e serpenti, oppure al largo del lago di Albano, isolati su una zattera per almeno 24 ore. Vito Loiacono, che si fa chiamare «er motosega» e posta pure i video con la nonna, che accetta le battute ignara dei pericoli, si distingueva per i suoi video esagerati, anche nei toni urlati. «Ah rega’ – diceva baciando il cofano di una Lamborghini blu – quest’auto va più veloce di una Saetta McQueen», l’auto delle gare del cartone animato Cars. «Annamo’, me sembra di caricare un drago, daje Jessica che sono il protagonista di Fast & Furious, meeeeeeee, e questa levetta a cosa serve, ad andare nell’idrospaziooo». Prendeva in giro anche chi va in Smart: «Ma questo con la Smart che sta facendo? Abbello, la macchina tua costa 300 euro usata al Conad, la mia un miliardoooo». Dopo l’incidente proprio contro l’auto della mamma di Manuel ha scritto: «Il trauma che sto provando è indescrivibile. Ci tengo solo a dire che io non mi sono mai messo al volante e che sto vicinissimo alla famiglia della vittima».
Tanti video, anche girati nelle camerette di casa, vicino ad Ostia, nei pomeriggi di noia: «Il coccodrillo come fa, non c’è nessuno che lo sa», gridavano sul web Vito e Matteo, insieme a torso nudo col microfono in mano. Perché quello di youtuber è diventata, nel tempo, una «professione» a tutti gli effetti: «Non siamo ricchi – scrivono sul loro profilo – ma ci piace spendere per far divertire voi! Più supporto ci date più contenuti costosi e divertenti porteremo, tra sfide e scherzi di ogni tipo cercheremo di strapparvi una risata in ogni momento. Ogni singolo euro guadagnato su YouTube verrà speso per postare video assurdi e unici: la nostra fonte di ispirazione è il grande MrBeast che in America ha costruito un impero».
In effetti il loro canale, alla fine, ha raggiunto 600 mila iscritti. E così, eccoli postare sempre più video: quello della casa di cartone in cui vivere 50 ore trattati come cani, sotto al sole, mangiando nelle ciotole degli animali. Oppure la prova di resistenza, immersi in una piscina colma di ghiaccio (chi «dura di più...»). Fino all’ultima, mortale: la maratona alla guida.