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 2023  giugno 16 Venerdì calendario

Fede Social Club

Le battute su Emilio Fede furono un genere umoristico in voga nel ventennio del massimo potere berlusconiano: la sua adulazione era così ostentata da sembrare sincera. Memorabile, tra i tanti, il Tg4 di una domenica elettorale: «Poiché a urne aperte è vietato parlare di politica, mi limiterò a ricordarvi che oggi siamo chiamati a scegliere tra povertà e libertà, tra quel comunista di Prodi e il grande, meraviglioso Silvio Berlusconi». Inutile negarlo: da Fede noi vecchi aficionados ci saremmo aspettati un’ultima performance all’altezza della sua fama. Bisogna riconoscere che ci ha provato. Per spiegare la sua sorprendente assenza ai funerali, ha insultato in modi irriferibili un autista colpevole di essersi portato via le chiavi dell’auto che avrebbe dovuto condurlo in Duomo. Sembrava di essere tornati ai tempi di quando inveiva in diretta contro la regia che tardava a mandare in onda il servizio su qualche miracolo di Berlusconi. Poi Emilio è precipitato negli abissi della malinconia, implorando Silvio di portarlo con sé.
Il guaio è che tutto questo lo ha fatto dentro uno smartphone, la nuova bomba a mano che non esplode soltanto in tasca e in testa agli adolescenti, ma ormai anche ai novantenni come lui. Se si fosse rimesso dietro la scrivania del suo vecchio tg per un editoriale nostalgico, mi sarei persino commosso. Sentirlo invece berciare su Instagram come un influencer, mentre lo schermo rettangolare inquadrava un cielo smorto e sporco di nuvole, non faceva piangere, ma nemmeno sorridere.