Corriere della Sera, 15 giugno 2023
L’addio a Flavia Prodi
Bologna È prima mattina quando una signora appoggia una rosa rossa sul portone di via Gerusalemme, a Bologna. Ne arrivano molte altre nella lunga giornata di cordoglio che accompagna il ritorno a casa di Flavia Franzoni, docente universitaria esperta di welfare e inseparabile moglie di Romano Prodi, scomparsa martedì per un malore mentre con il marito e alcuni amici – tra cui Arturo Parisi e il medico Francesco Conconi – percorreva un sentiero francescano tra Gubbio e Assisi, in Umbria.
Il presidente della Cei Matteo Zuppi, che per tutti queste parti è ancora «don Matteo», nonostante gli impegni romani ha fatto di tutto per stare vicino alla famiglia Prodi e presiedere i funerali che si svolgeranno domattina nella chiesa di San Giovanni in Monte, subito dopo la camera ardente allestita nella parrocchia frequentata dalla famiglia. Il parroco, don Stefano Guizzardi, ha consolato nelle ore più difficili i figli Giorgio e Antonio. «Sono persone molto forti, ma è stato un dolore molto duro perché è stata una tragedia imprevedibile». L’ex ministro Giulio Santagata, l’uomo che nel 2005 si inventò quella «Fabbrica del programma» diventata poi modello per decine di campagne elettorali del centrosinistra, arriva a testa china. «Vado ad abbracciare Romano – sussurra – è terribile».
Le persiane all’ultimo piano sono aperte, come quando il Professore e Flavia salutarono i sostenitori venuti ad applaudirli nel gennaio 2008 dopo la caduta del secondo governo Prodi. Una sconfitta che divenne festa nella città simbolo del centrosinistra. «È dal ‘95, dall’entrata in politica di Romano, che non abbiamo un momento, qualche giorno tutto nostro. Ora spero di averlo...», confessò quel giorno Franzoni al Corriere della Sera. Anti first-lady per eccellenza, capace di liquidare Piero Chiambretti con un ironico «Io non esisto!» sotto i portici di Strada Maggiore. O di stemperare con una battuta i momenti politici più salienti: «Romano arriva a casa con Veltroni? Scongelerò l’erbazzone».
«Un esempio silenzioso ed eloquente di vita e di fede», ha detto il cardinale Zuppi dei coniugi Prodi. Insieme, come il titolo del libro scritto a quattro mani nel 2005, fino alla fine. Per l’ex premier un vuoto troppo grande da colmare, ma a lenire il dolore c’è la sterminata famiglia che ieri gli si è stretta attorno. I figli Giorgio e Antonio, i sei nipoti, la sorella Fosca e gli altri familiari.
E poi colleghi e amici di una vita, quei «prodiani» che dopo mille diaspore alla fine tornano sempre qui. L’ex presidente dell’Enel Piero Gnudi e l’economista ed ex ministro Alberto Clò, Angelo Tantazzi di Prometeia insieme alla moglie Teresa, l’ex senatrice Albertina Soliani, l’ex ministro Patrizio Bianchi, la senatrice dem Sandra Zampa e la portavoce Roberta Zampa. Flavia Franzoni, per tutti loro, era un pezzo anche della propria famiglia.
Il Pd, che aveva già rinviato la direzione nazionale per la morte di Silvio Berlusconi, domani lo farà di nuovo per il funerale di Bologna: l’assise è stata rimandata a lunedì 19 giugno. La segretaria Elly Schlein, vicina da anni ai Prodi, dovrebbe arrivare oggi per le condoglianze private alla famiglia.
A sorreggere il Professore in un momento così difficile anche tanti messaggi e telegrammi arrivati da tutta Italia, sostenitori e avversari politici insieme. «Una donna sobria, colta e intelligente. Di profonde convinzioni e idealità. Un’altra Italia», dice da Roma il dem Goffredo Bettini, mentre il Paese celebra il lutto nazionale per la scomparsa di Silvio Berlusconi.