Il Messaggero, 14 giugno 2023
La banca dei tessuti
«La donazione è l’ultimo atto d’amore che si può fare nei confronti del prossimo». Fabio Erba, direttore della banca del tessuto muscolo scheletrico (Bmts) della Regione Lazio all’Ifo-Regina Elena, non si stanca di ripeterlo: «Con una sola donazione si può migliorare la vita di 60 pazienti».
Eppure, di donazione di organi si parla poco, e ancora meno di quella dei tessuti. «La nostra è l’ultima banca che è stata costituita racconta ed è quella che si trova più a sud dell’Italia. L’idea di ampliare le strutture di questo tipo purtroppo non si è ancora concretizzata. Del resto, la sanità funziona a tre velocità, quella del nord e del centro e del sud. La banca è l’espressione di questa situazione sanitaria».
I VANTAGGI
Le strutture che si occupano di conservazione del tessuto si trovano per lo più al nord: oltre a Roma, le altre città dove sono state aperte sono Firenze, Bologna, Treviso, Milano, Verona e Torino. Poche sedi, dunque, nonostante il vantaggio dell’utilizzo dei tessuti biologici rispetto ai prodotti artificiali.
«Qualunque donazione, sia di sangue, organi tessuti, organi, può salvare vite umane o curare gravi malattie spiegano gli esperti della Bmts Sebbene il trapianto di tessuti, nello specifico muscolo scheletrici, sia un intervento cosiddetto "migliorativo" e non propriamente "salvavita", come avviene invece per quello di organi, costituisce comunque un’importante soluzione terapeutica che ha visto negli ultimi anni una forte espansione». A frenare l’attività delle banche c’è però una scarsa cultura alla donazione.
«I prelievi di tessuto muscolo scheletrico, ossia ossa, legamenti, tendini, fasce muscolari spiega Erba - vengono effettuati su donatori viventi e cadaveri. Ma spesso molti ignorano che si tratta di tessuti selezionati rigorosamente, per escludere malattie trasmissibili geneticamente, infettive e contaminazioni di qualsiasi genere. I tessuti che vengono prelevati rispondono dunque alle necessità dei pazienti candidati ad un impianto o un trapianto di tessuto muscolo scheletrico». Il procedimento è rigoroso: i segmenti ossei vengono processati in una camera sterile e trasformati in stecche di varie misure, poi vengono suddivisi in parti più piccole, liofilizzati, o a pasta d’osso e successivamente vengono utilizzati da chirurghi ortopedici, medici plastico ricostruttivi, toracici odontoiatri, neurochirurghi.
«In questo modo non c’è alcun rigetto sottolinea il direttore Erba perché quello che andiamo a utilizzare, dal punto di vista cellulare, è tessuto morto. La ricerca fa sì che un segmento osseo possa rigenerarsi e diventare vita e quindi far sì che quello che andiamo a sostituire è qualcosa di vitale». Gli interventi realizzati finora confermano i vantaggi di questa tecnica.
L’OPERAZIONE
«Per fare un esempio racconta il direttore della Bmts molti atleti hanno avuto la possibilità di poter accedere a questi tessuti proprio per una ricostruzione legamentosa. D’altra parte, chi gioca a calcio o a rugby e va incontro alla recidiva della rottura di un crociato sa bene che nel secondo intervento il chirurgo deve per forza chiedere alla banca dell’osso un segmento tendineo da poter reinserire».
La banca del tessuto ha anche realizzato un ambulatorio di medicina rigenerativa dove, nelle parti lesionate, si inoculano alcuni fattori della crescita da gel piastrinico (prp) ricavati dal sangue del paziente.
«Le 250 donazioni ricevute nello scorso anno ricordano gli esperti - comprendono anche gli opercoli (ossia le membrane) del cranio, che vengono trattati e conservati sterili, congelati, in attesa di poterli impiantare nei pazienti trattati a distanza di tempo».
Intanto, la banca punta in particolare su 2 progetti: la raccolta di grasso raccolto da liposuzione e conservato con le cellule staminali, destinato poi all’infiltrazione nelle pazienti che per esempio si sono sottoposte ad un intervento chirurgico per tumore alla mammella. L’altro progetto, invece, è dedicato al prelievo di cute dal donatore cadavere; grazie alla proprietà di "salvavita" può essere infatti utilizzato per i grandi ustionati oppure per chi ha subito lesioni di una certa entità.
LA TESSERA
Donare è semplice: basta una dichiarazione di consenso al momento del rilascio della carta di identità elettronica o presso gli appositi sportelli delle aziende sanitarie locali, oppure compilando e firmando la tessera dell’associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule (Aido) o con una dichiarazione in carta libera con tutti i dati personali, datata e firmata, da tenere nel portafoglio.