Corriere della Sera, 14 giugno 2023
Intervista a Bruno Vespa (parla di B.)
ROMA Un’amicizia lunga trent’anni, basata «sulla fiducia reciproca». Bruno Vespa aveva una confidenza tale con Silvio Berlusconi da potergli offrire suggerimenti anche sul piano dell’estetica: «Perché non ti mostri in tv senza trucco e con i tuoi capelli? Al naturale stai benissimo».
E lui?
«Sorrise, ma non raccolse».
È vero che l’ex premier ha presentato tutti i suoi libri?
«Per 29 anni, anche nei momenti peggiori e con una generosità incredibile. Appena arrivavo a Villa Certosa per intervistarlo lui mi portava a spasso nel parco per mostrarmi gli ampliamenti e i cactus. Dopo pranzo gli veniva l’abbiocco e non si combinava nulla. Così decidemmo di vederci ad Arcore».
Che ricordi ha degli ultimi incontri?
«Nell’ottobre 2021 e 2022 ad Arcore eravamo in tre a tavola. Marta Fascina è stata sempre silenziosa, tranne poche parole oggettivamente di buon senso. Berlusconi le era molto legato. Mi ha colpito che portasse la fede al dito, perché prima non gliel’avevo mai vista».
Come spiega l’amicizia con Putin?
«Era un’amicizia veramente molto forte, ad Arcore mi portò a vedere il famoso letto che Putin gli aveva regalato».
A lei Berlusconi dichiarò che Putin «voleva solo sostituire Zelensky con persone perbene».
«L’amicizia per Putin era così forte da portarlo a dire cose al di là del ragionevole. Poi si è corretto, ha capito che era una posizione insostenibile. Putin lo aveva deluso».
E il contratto con gli italiani? Davvero lo teneva appeso dietro la porta del bagno?
«Quando me lo fece vedere pensai lo avesse messo per me. Invece lo aveva mostrato anche a Renzi, che lo ha confermato lunedì a Porta a Porta. Ho invitato anche D’Alema e con mia piacevole sorpresa è venuto per questo tributo finale, nonostante le divisioni».
Il più amato
Mai visto un leader così adorato, teneva il contratto con gli italiani dietro la porta del bagno
Giorgia Meloni sarà la sua erede politica?
«Lei con grande buon senso ha chiuso le porte a eventuali esodi fino alle Europee. C’è bisogno che Forza Italia sopravviva, sia per riguardo nei confronti di Berlusconi sia per il disegno di far alleare popolari e conservatori».
Potrebbe avere successo un’opa di Renzi su FI?
«Renzi è il figlio politico che Berlusconi non ha avuto, tra i due c’è stata sempre una forte simpatia. Ma la politica è imprevedibile, non mi sento di fare previsioni».
È stato più amato o più odiato?
«Il Paese era diviso, ma penso che nonostante tutto sia stato più amato che odiato. Ho visto scene di adorazione impressionanti, come per nessun altro leader».
Lei è stato anche molto criticato da sinistra. È stato troppo schierato e morbido con Berlusconi?
«Aspetto che qualcuno mi dica qual è la domanda che non gli ho fatto. L’11 maggio 1994, nella sua prima intervista da premier, gli chiesi come pensasse di risolvere il conflitto di interessi. Anche sulle donne c’è stato sempre un grande contrasto tra noi».
Come giustificava Ruby e le «cene eleganti»?
«Diceva che quella era la sua vita privata e io, sia in tv che nei libri, obiettavo che la vita privata di un premier ha dei limiti».
Resta convinto che sia stato vittima di accanimento giudiziario?
«Ha avuto una sola condanna, anche molto discussa. Non c’è stato al mondo un leader che in 30 anni abbia avuto sempre almeno un processo. Qualche problema c’è, soprattutto da parte delle Procure».