Anteprima, 19 maggio 2023
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Biografia di Giorgio Ferrara
Giorgio Ferrara (1946-2023). Regista (teatro, melodramma, cinema tivù). Già direttore del Festival dei due mondi di Spoleto. Già direttore dell’Istituto italiano di cultura di Parigi. Fratello maggiore di Giuliano Ferrara • «È cresciuto in una famiglia con forti motivazioni politiche. Le ha schivate tutte in favore dell’arte […] “Mia madre era il capo della segreteria di Togliatti, mio padre lavorava all’Unità, mio fratello Giuliano non era ancora nato, io ero piccolo e venivo parcheggiato sistematicamente a casa Togliatti, nel quartiere Montesacro, a Roma”, racconta. “Palmiro era temutissimo ma io lo consideravo un vecchio zio. Le frequentazioni di mio padre e mia madre (e più tardi di mio fratello) erano quasi esclusivamente politiche, un giorno Amendola e l’altro Alicata, Napolitano o Berlinguer. L’intera famiglia si trasferì a Mosca nei primi anni Sessanta, quando mio padre, all’epoca di Krusciov, fu nominato corrispondente dell’Unità in Russia (Ferrara parla russo fluentemente, ndr). Ma la politica ha appassionato mio fratello più di me, ci voleva una reazione in famiglia. Io amavo Mick Jagger più dei Beatles, ammiravo Andy Warhol e la sua Factory – precocemente intrigato dall’idea del laboratorio”» (Giuseppe Videtti) • «Allievo di Luca Ronconi nella regia e spronato da Luchino Visconti a fare pure l’attore, nascondeva in famiglia la propensione a esibirsi in palcoscenico […] Per di più Giorgio si è scelto per moglie la straordinaria e simpatica Adriana Asti, una delle migliori attrici italiane. E proprio lei, la compagna della vita, Ferrara ha voluto dirigere nei film Un cuore semplice del 1977, con cui Giorgio vinse il David di Donatello, e Tosca e altre due del 2002. In teatro la coppia Asti-Ferrara si è ritrovata anche nel campo interpretativo, dando vita ai due coniugi protagonisti de Le sedie di Eugène Ionesco» (Franco Manzoni) • «Il teatro di prosa è la sua vita. Due anni fa ha scoperto la lirica e ora dice che è la cosa che più gli piace al mondo: “Rispetto alla prosa, poi, un regista è più tranquillo. Ci sono meno problemi perché hai la musica, non si scappa, è un’operazione matematica. Bisogna cercare di non disturbare i cantanti con delle stramberie”. Una passione tardiva di famiglia, quella per l’opera, visto che suo fratello, Giuliano Ferrara, ormai si vede a ogni prima» (Valerio Cappelli) • Risollevò il Festival dei Due mondi dopo una dura crisi finanziaria e gestionale: «Tutti gli amici mi dicevano, lascia perdere, chi te lo fa fare? Io invece ero incuriosito, perché venivo da un’esperienza simile, avevo diretto per quattro anni l’Istituto italiano di cultura a Parigi. Anche lì trovai una situazione disperante, un posto dove venivano soltanto italiani a far merenda. Così pensai di raccontare la nostra cultura ai francesi attraverso lo spettacolo, costruendo all’interno del salone un teatrino del Settecento. Sono ottimista per natura, e con lo stesso spirito affrontai Spoleto. Il primo anno fu faticosissimo, perché il festival era diventato un fantasma. Così mi affidai alla mia agenda: chiamai Robert Wilson e Luca Ronconi. La loro ripetuta presenza è stato un traino formidabile» (a Giuseppe Videtti). Risultato: da cinquemila presenze il festival si è stabilizzato nel 2015 su settantamila, recuperando lo smalto che si pensava avesse perso per sempre • Adriana Asti, n. 1931, tredici anni più di lui. Si conobbero nel 1970, durante un viaggio a New York per l’allestimento dell’Orlando Furioso di Ronconi. Case a Parigi, a Roma e a Todi, «dove ormai andiamo solo d’estate». Morto ieri. Malato da tempo, era ricoverato in un ospedale romano • Stamattina sul Foglio lo ricordano Sandro Parenzo e Lodovico Festa.