Anteprima, 31 maggio 2023
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Biografia di Paolo Portoghesi
Paolo Portoghesi (1931-2023). Architetto. Tra le sue opere più famose: Casa Baldi a Roma, l’Istituto tecnico industriale de L’Aquila, la Corte Reale di Amman (Giordania), l’Aeroporto internazionale di Khartoum (Sudan), il complesso Moschea-Centro culturale islamico di Roma e la nuova cattedrale di Lamezia. «Laurea all’Università di Roma nel 1957, dall’anno successivo cominciò a esercitare la libera professione nel campo della progettazione edilizia urbanistica. Dal 1962 al 1966 docente di Storia della critica presso la facoltà di Architettura all’Università La Sapienza di Roma, dal 1967 al 1979 preside di architettura al Politecnico di Milano. Poi di nuovo alla Sapienza come professore di Storia dell’architettura, di Progettazione urbana, di Geoarchitettura. Ha pubblicato numerosi saggi, in particolare sull’architettura rinascimentale e barocca, sul Liberty e sull’architettura contemporanea. Dall’80 all’83 diresse la sezione Architettura della Biennale di Venezia • «Bambino, andando da casa a scuola, mi fermavo estasiato davanti alle opere di Francesco Borromini. Alla fine di via Monterone, dove sono nato, c’è la cupola di Sant’Ivo. Via della Chiesa Nuova, dove abitavano i miei nonni, è proprio alle spalle dell’Oratorio dei Filippini. Quando seppi che entrambi questi edifici erano del Borromini, l’architetto svizzero-italiano diventò il mio idolo e il mio modello» • «Tra i progetti di Portoghesi non si considerino i più altisonanti e famosi, ma per esempio quello del complesso residenziale di Tarquinia: edifici abitativi per gli impiegati dell’Enel. Pur nella serializzazione degli elementi, e anche da parte di chi non comparta quel modo di disegnare l’architettura, non può non riconoscersi una particolare dignità. Il raccordo con la storia evita quel che spesso si lamenta dell’edilizia contemporanea: l’affondare nell’anonimato» (Leonardo Servadio) • Il suo studio è «una torre in tufo che spicca nella campagna viterbese con le sue guglie dalle punte arrotondate e il ponte levatoio. Sembra una rocca medievale. Ma guai a definirla torre d’avorio. “Tutt’altro, mi sono trasferito qui a Calcata nel 2000, in occasione dell’Anno santo, perché sentivo l’esigenza di fuggire dalla vita caotica di una metropoli come Roma e volevo sentirmi più vicino alla natura. Riscoprire il tempo e il silenzio necessario per guardarmi dentro e poter capire meglio anche la realtà che mi circonda”. Così, quando non è in viaggio per lavoro, si ritira qui a osservare piante, fiori e altre forme della natura. Le sue vere muse ispiratrici. Come l’alveare avvolto in una campana di vetro, che troneggia vicino alle pareti tappezzate di titoli e riconoscimenti guadagnati nel corso della carriera. “È una costruzione perfetta. Potrebbe essere un fantastico e funzionalissimo grattacielo”. Del resto, tutti i suoi progetti sono un continuo richiamo ai volumi arcuati e tondeggianti della terra. Basti pensare alla sua opera più famosa, la Moschea di Roma. “Nel disegnare le colonne mi sono ispirato proprio ai tronchi delle palme”, ricorda. Questo è il progetto, insieme al prospetto del Teatro di Catanzaro, di cui va più fiero. “Ho cominciato a interessarmi di architettura islamica solo su suggerimento di alcuni studenti palestinesi che seguivano le mie lezioni all’università di Roma. È stata una bellissima scoperta, per me cresciuto nella cultura cattolica. Poi nella metà degli anni Settanta ho partecipato al concorso per la realizzazione della Moschea di Roma e l’ho vinto. All’epoca ricevetti pure delle minacce di morte, probabilmente da gruppi di estrema destra. Eppure io ho sempre pensato che una moschea nella capitale della cristianità fosse un grande simbolo di modernità, testimoniasse il rifiuto dei fondamentalismi e rappresentasse un’esortazione alla comprensione reciproca tra fedi religiose”. Poi ci sono stati i viaggi in giro per il mondo a progettare edifici, teatri e chiese • Sposato con Giovanna Massobrio, conosciuta nel 1971 all’Hermes di Milano, «una moglie straordinaria che lo ha circondato di cigni, struzzi, pavoni, pony, onagri, galli, galline. Forse, anche zebre, elefanti e leoni. Giovanna veglia su Paolo come un vulcano attivo incombe su un lago placido e sommerso. Non ho mai visto un uomo più felicemente in balia di una donna più generosa e frenetica. Una coppia che sarebbe male assortita se non fosse così bene assortita» (Roberto Gervaso) • La sua ultima opera è molto recente. Si tratta del complesso della nuova cattedrale di Lamezia Terme realizzata nel 2019. Lucido fino alla fine. Stava scrivendo un libro sulla bellezza [Rep].