Anteprima, 13 aprile 2023
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Biografia di Dana Nemcová
Dana Nemcová (1934-2023). Psicologa e dissidente ceca. Protagonista di primo piano della dichiarazione Carta ‘77, che è stata alla base del movimento per i diritti umani e la democrazia nei paesi del socialismo reale. «Nata a Most, nel nord dell’attuale Repubblica Ceca, Dana Nemcová nel 1952, dopo la maturità, inizia a lavorare come insegnante elementare; dal 1953 al 1958 studia filosofia e psicologia all’Università Carlo di Praga e in questo periodo si converte al cattolicesimo con il battesimo. Dopo la laurea lavora come psicologa, sposa il filosofo cattolico Jiri Nemec (1932-2001) - tra gli iniziatori del movimento dissidente nella Cecoslovacchia - e con lui frequenta i seminari clandestini del filosofo Jan Patočka. Dagli anni Cinquanta insieme al marito mantiene stretti rapporti con gli intellettuali cattolici polacchi legati alle riviste Znak, Wiez e Tygodnik Powszechny, contribuendo a trasportare e diffondere in Cecoslovacchia la letteratura clandestina della Polonia e lavorando anche per sviluppare il dialogo fra dissidenti cristiani e marxisti. Nell’agosto 1968 la Cecoslovacchia viene invasa dai carri armati dell’Unione Sovietica e Dana Nemcová si reca in Austria, rientrando in patria dopo appena tre mesi. Con la sua famiglia è legata agli ambienti culturali e dell’underground musicale che si oppongono alla normalizzazione del dopo Primavera di Praga. Negli anni Settanta è fra gli organizzatori dei concerti dei Plastic People e di altri gruppi: dato che non possono suonare in pubblico le esibizioni si svolgono in luoghi privati e spesso sono brutalmente interrotte dai servizi di sicurezza, con l’arresto di molti partecipanti. Dana Němcová organizza manifestazioni contro la detenzione dei Plastic People nella primavera del 1976 ed è tra i primi firmatari di Charta ‘77 e il suo appartamento diventa la sede degli incontri del movimento che ha tra i suoi promotori lo scrittore e drammaturgo Vaclav Havel. Nell’aprile 1978 è uno dei fondatori del Comitato di difesa degli ingiustamente perseguitati per questo rimane in carcere da maggio ad ottobre del 1979. È condannata a due anni di prigione con la condizionale per “tentativo di sovvertimento della Repubblica”. Negli anni Settanta e Ottanta gode di grande popolarità, soprattutto fra i giovani. Con le elezioni del 1990 viene eletta al Parlamento, dove si è occupata soprattutto della problematica degli emigrati» [AdnKronos].