3 maggio 2023
Tags : Elena Ethel Schlein
Biografia di Elena Ethel Schlein
Elena Ethel Schlein, nata a Lugano (Svizzera) 4 maggio 1985 (38 anni). Politica. Segretaria del Partito democratico dal 12 marzo 2023. Già vicepresidente della regione Emilia Romagna (2020-2022). Deputata Pd dal 13 ottobre 2022.
Titoli di testa «Sono una donna, amo una donna, non sono madre, ma non sono meno donna per questo» (Replica a Giorgia Meloni di Elly Schlein nel comizio finale della campagna elettorale per le ultime politiche dello scorso settembre in Piazza del Popolo a Roma)
Vita Nata in Svizzera da Melvin Schlein, storico e politologo statunitense, e Maria Paola Viviani, senese, docente di Diritto • Si chiama Elena Ethel in ricordo di due nonne molto forti. «Ethel, emigrata in America dalla Lituania, ebrea. Suo marito veniva da Zolkiew, un villaggio vicino a Leopoli, si era salvato dai pogrom ma perse il resto della famiglia durante l’Olocausto. A Ellis Island gli cambiarono nome, da Schleyen a Schlein» [Brunella Giovara, Rep] • Cosa fece il nonno in America? «Si spezzò la schiena. Prima come sarto. Poi aprì un chiosco di generi alimentari. Morì presto» [ad Aldo Cazzullo, CdS] • «A Zolkiew, che oggi è in Ucraina. Con mio padre Melvin ci siamo tornati nel 2018, con le foto e le lettere dei suoi zii, dei suoi cugini. Abbiamo forse ritrovato la via dove vivevano. Ma non è rimasto niente dopo l’Olocausto. Il nazismo non ha solo sterminato intere famiglie; ne ha voluto cancellare ogni traccia» [Aldo Cazzullo, CdS] • La nonna materna, che «ha fatto molta fatica a dar da mangiare a mia madre e a mio zio, durante la guerra. Vivevano a Siena, suo padre era l’unico laureato senza la camicia nera. Era un laico di famiglia molto cattolica, un avvocato che non tollerava le ingiustizie e in tribunale difendeva gli ebrei, perciò per strada gli sputavano dietro» [Brunella Giovara, Rep] • Chi era il nonno materno? «Agostino Viviani. Senese, contrada della Pantera. Avvocato antifascista, difensore di ebrei, ricercato dalle camicie nere, poi senatore del Psi. È morto a 98 anni» [Cazzullo, cit]. • Agostino Viviani, senatore socialista, padre di tante battaglie per i diritti civili, uno dei molti galantuomini che se ne andranno dal partito negli anni prepotenti di Craxi re [Pino Corrias, Fatto] • «Mio padre Melville conobbe mia madre Paola a Taormina. A un convegno sul federalismo» [ad Aldo Cazzullo, CdS] • «Ha un fratello, Benjamin, matematico, e una sorella, Susanna, diplomatica di cui si è parlato perché recente bersaglio ad Atene di un’azione degli anarchici vicini a Cospito. Lei è la minore» [Cappellini, Rep] • All’età di cinque anni Elly suona il pianoforte. «Durante le lezioni di pianoforte facevo arrabbiare il maestro perché ogni tanto mi addormentavo sulla tastiera» [a Federico Chiara, Vogue]. A sette, il nonno materno le regala la Costituzione e i quattro codici commentati: «Li portai a scuola, tutta fiera. Che imbarazzo...» [Cazzullo, cit.] • Lei dove andava a scuola? «Nel paese vicino a Lugano dove sono nata e cresciuta, prima di iscrivermi all’università a Bologna. C’erano bambini spagnoli, portoghesi, e tanti rifugiati dalle guerre nei Balcani. Lì ho imparato il valore della diversità, dell’intreccio di appartenenze». E il primo ricordo pubblico? «L’assassinio di Falcone. Respirai la gravità di quel che era accaduto» [Cazzullo, CdS] • A 15 anni si compra di nascosto una chitarra elettrica [Maria Teresa Meli, CdS] • Dopo il diploma, a 18 anni, soffocata dall’ordine, si infila nel disordine del Dams di Bologna, dove mastica la prima politica, le prime occupazioni: «Ho imparato a volantinare in piazza senza sentirmi una sfigata». Lascia il Dams, vira a Giurisprudenza [Corrias, cit.] • Eletta due volte nel Consiglio di facoltà come rappresentante degli studenti • Nel 2008 sfrutta l’appoggio di un parente per partecipare da volontaria alla campagna di Barack Obama a Chicago • Nel 2011 si laurea in Legge a Bologna con una tesi sui detenuti stranieri nelle carceri italiane. Dopo una breve carriera come giornalista di cinema, fonda Progrè, un’associazione che si occupa di migranti e carceri • Nel 2012 è di nuovo nella campagna di Obama: «Ho coordinato un team di volontari. Lì ho imparato come si fa una campagna non per chiedere un voto, ma un impegno alla mobilitazione» [Giovara, cit.] • «Una delle prime volte in cui incontrai Romano Prodi, stava correndo al parco: mi affiancai per raccontargli la mia indignazione verso un certo proclama della Lega. Gli dissi: “Professore, corro con lei?”, ma dopo un po’ dovetti lasciarlo andare via, avevo il fiatone» [Guia Soncini, Linkiesta] • Tornata a Bologna l’anno dopo, si è iscritta al Pd. Nel 2013 succede una cosa enorme, e lei c’è. «Bersani propose Prodi per la presidenza della Repubblica, 101 franchi tiratori lo impallinarono, è storia. Elly promosse la campagna OccupyPd, alcune sedi del partito vennero occupate, una contestazione nata dall’interno e dal basso, un bello scandalo. Quel Pd le stava più che stretto, infatti sostenne Civati alle primarie, quindi venne candidata nel Pd alle Europee [Giovara, cit] • Critica il governo Letta che nasce dentro l’ombra del nemico di sempre, Silvio B. Si incanta persino davanti alle smargiassate fiorentine dell’astro nascente Matteo Renzi. Crede anche a lui, il tempo di candidarsi alle Europee, anno 2014, venire eletta con 54 mila preferenze (“Un miracolo!”) [Corrias, cit.] • Al Parlamento Europeo Schlein si occupa soprattutto di immigrazione, tema che segue dai tempi dell’università. Per due anni è la relatrice dei Socialisti alla riforma del regolamento di Dublino, il collo di bottiglia legislativo che costringe decine di migliaia di migranti arrivati in Italia a rimanere per anni nel territorio italiano. Insieme ai colleghi del centrodestra e dei Liberali, Schlein trova un compromesso per modificare il regolamento rendendo automatico il ricollocamento dei migranti negli altri paesi europei, ma la proposta finale del Parlamento Europeo non è mai stata approvata dal Consiglio dell’Ue soprattutto a causa dell’opposizione dei paesi dell’Est [Il Post] • Durante il suo mandato, inoltre, Schlein torna quasi ogni settimana in Italia per comizi e iniziative politiche spesso rivolte ai giovani, mentre a Bruxelles ha deciso di spendere il budget che ogni parlamentare europeo ha a disposizione per far visitare le istituzioni europee a ospiti esterni e per organizzare seminari di politica rivolti a decine di giovani [Il Post] • S’accorge che Renzi si prende cura, ma solo di stesso: guadagna all’estero e agli italiani che lavorano regala l’abolizione dell’articolo 18, nuovi accordi con Silvio B., e un po’ di precariato in più [Corrias, Fatto] • «Sono una nativa democratica. Non ho il privilegio di aver vissuto una delle storie precedenti; infatti ho nostalgia del tempo che non ho conosciuto. Quella del Pd è stata la mia prima tessera. Ne sono uscita nel 2015, dopo l’abolizione dell’articolo 18, la cosiddetta buona scuola, il patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi, i tre voti di fiducia su una legge elettorale poi dichiarata incostituzionale. Altri sono usciti solo dopo il referendum» [Cazzullo, cit.] • Si unisce a Possibile, il partito di sinistra fondato da Pippo Civati. E quando nell’aprile 2019 chiede un’unica lista, progressista e ecologista, e questa non si realizza, non si ricandida e lascia Possibile • Incalza Matteo Salvini che chiama “il fuggitivo”, dalla velocità con cui scappa dai suoi doveri di europarlamentare prima, e di ministro dell’Interno poi. Il video del loro incontro ha ottenuto mezzo milione di visualizzazioni su Twitter ed è stato ripreso da tutti i principali quotidiani e tv • Nicola Zingaretti le chiede esplicitamente di tornare nel partito e ripresentarsi alle elezioni europee. La scelta di non ricandidarsi lascia perplessi diversi osservatori, ma Schlein ha spiegato che non si sarebbe sentita a suo agio né in una delle varie liste alla sinistra del Pd né dentro il partito stesso, che aveva abbandonato ormai da quattro anni: «Non volevo e non potevo fare scelte che sarebbero, al contrario, estremamente divisive, anche tra le persone e realtà con cui ho lavorato fianco a fianco», scrive di nuovo sul suo blog • Torna a Bologna, dove c’è una nuova casa, Emilia Romagna Coraggiosa, nata da forze civiche e politiche, tra cui Articolo 1, Sinistra Italiana, È viva, e Diem25 di Varoufakis [Brunella Giovara, Rep] «Ha una spiccata capacità di salire sui treni giusti al momento giusto e di evitare quelli destinati a schiantarsi» [Cappellini, Rep] • Il 27 gennaio 2020 entra nel nuovo consiglio regionale dopo aver raccolto 22mila preferenze nei tre collegi in cui era candidata, stravincendo a Bologna con quasi 16mila voti, più di quelli raccolti da big del Pd come il vicepresidente della Regione Raffaele Donini, che ne ha presi 13.800. La 35enne neoconsigliera non appartiene al partitone, ma a una lista minore che sosteneva Bonaccini, Emilia-Romagna coraggiosa, che ha messo insieme solo il 3,8% dei voti [Sta] • Imprudente, furba, incisiva, ricca, determinata (come dice chi la conosce bene «è una per la quale l’amicizia conta fino a un certo punto: lei è proiettata sul potere»), esibita sensibilità ambientalista, parlantina spinta (con un pizzico di fuffa), autostima fortissima e ars oratoria deboluccia, gli slogan sono un po’ da studentessa appena tornata da una manifestazione di Lotta continua anni ’70 e svolgimenti da temino di liceo (i grandi problemi dell’umanità, la disuguaglianza, l’inquinamento, il superamento del patriarcato, la fame nel mondo, i monopattini, «Chi non canta Bella ciao è incivile»), Elly Schlein è solo un po’ meno idealista di Alessia Piperno, più ideologica di Fratoianni, meno cinica della Cirinnà, empatica come Carola Rackete e amabile quanto Fiano [Mascheroni, cit.] • Donne che ammira: «Sicuramente guardo con molta attenzione questa nuova generazione di leader femministe che si battono per la giustizia sociale e per la giustizia climatica. Ho molta stima di Alexandria Ocasio-Cortez, di Ayanna Pressley, Ilhan Omar e Rashida Tlaib – sono una squadra, c’è una leadership condivisa, plurale. Ho molto apprezzato Jacinda Ardern, la premier neozelandese che ha recentemente concluso la sua esperienza di governo. Credo che a un avanzamento sul terreno delle politiche di contrasto all’emergenza climatica abbiano contribuito le mobilitazioni di Fridays for Future partite da attiviste come Greta Thunberg e Vanessa Nakate. E vorrei ricordare un’altra attivista, la brasiliana Marielle Franco, purtroppo uccisa a causa della sua lotta per l’emancipazione delle persone che vivono nelle favelas» [Chiara, cit.] • Si candida alle primarie del Pd per il dopo Letta e sfida Stefano Bonaccini • Migranti, clima, femminismo, giustizia sociale e dignità del lavoro sono le sue parole d’ordine • Ecologista (cita spesso il verde sudtirolese Alex Langer), femminista, intersezionalista, come vuole la cultura dominante negli atenei statunitensi basata sull’analisi del grado di privilegio di cui si gode (bianco, maschio, etero, ricco è il peggio), Schlein ha promesso alla trasmissione radiofonica Un giorno da pecora che avrebbe tinto i capelli di rosso in caso di vittoria [Cappellini] • Il Guardian la vede come la rifondatrice della sinistra, come ai tempi di Jeremy Corbyn (e non andò benissimo). Per Renzi invece se lei diventasse segretaria del Pd mezzo partito si iscriverebbe a Italia viva. «E sono stato prudente» [Mascheroni] (per ora solo Enrico Borghi è passato a Iv, ma Renzi assicura che ci sta lavorando) • «Non voglio una sinistra da centro storico», dice dopo l’exploit alle Regionali, tuttavia è proprio nelle Ztl (Zone a traffico limitato) di Roma, Torino e Milano che surclasserà Bonaccini, cosa che certo incoraggerà i buontemponi della destra che l’hanno soprannominata ZtElly [Cappelini, Rep] • Tra gli iscritti del Pd Bonaccini ottiene il 54,35%, la sua vice si ferma al 33,7%. Poi però ribalta il risultato ai gazebo, dove sono ammessi al voto anche i non iscritti, e vince con il 53% dei voti • Per la prima volta una persona che si è appena iscritta al partito viene eletta segretaria con il voto contrario della maggioranza degli iscritti [Sebastiano Messina, Rep] • «1Elly ha un fotovoltaico incorporato. Alla maniera di Giorgia, sebbene piazzato nell’emisfero filosofico opposto. Ha svegliato con una scossa il pd dal suo lungo sonno della ragione. Un milione e passa di eroici votanti l’hanno innalzata fino al patibolo più ambito, il Nazareno, condannandola a cercare il nuovo Graal della sinistra, che lei, amante dei più moderni dialetti generazionali, chiama intersezionalità» [Corrias, fatto] • «Abbiamo fatto da ponte tra il dentro e il fuori, per liberare le energie migliori. Ma anche un ponte intergenerazionale. Mi hanno molto colpita i messaggi di alcune donne di più di 100 anni, che oggi sono andate a votare per me e che hanno detto che erano 90 anni che aspettavano di votare per una segretaria» (discorso dopo la vittoria alle primarie) • Elly, non si può negare, è bravissima. Ma ancora più brava è l’agenzia di comunicazione politica americana che l’ha presa sotto la sua ala: la Social Changes, famosa per aver curato le campagne digitali di molti candidati dem negli Stati Uniti, a partire da Barak Obama, e che è sbarcata da tempo in Italia con l’obiettivo di «costruire una sinistra transnazionale in grado di battere la destra» [Mascheroni] • Se la copertina fluid che le dedicò l’Espresso non è stata considerata tra le più riuscite del settimanale, fa molto parlare la copertina di Vogue. Primo giornale a cui da neosegretaria del Pd ha rilasciato un’intervista. Enrica Chicchio, la sua consulente d’immagine e personal shopper, la veste seguendo le regole dell’“armocromia”, scienza nuova di cui il Palazzo è venuto a conoscenza proprio grazie a questa intervista. È «acqua e sapone. Nelle categorie dell’armocromia è un “inverno”». Cioè? «Per lei vanno bene i colori freddi, contrastanti, saturi. Così guarda al suo target di riferimento, cioè a sinistra, ai giovani. E alla sostenibilità» [De Cicco, Rep]
Curiosità In nome dell’ecologia non usa l’auto. Ama «i talk show, la decrescita felice, i videogiochi, il cinema di Guadagnino, la sinistra bancaria, la frase “Ci siamo ricongiunti con il fuori”» («Ma che cazzo vuol dire?», «Boh»), gli asterischi, la scevà, le donne (ma anche gli uomini). Cose non così belle per Elly: le larghe intese, Matteo Renzi, il Jobs act, i franchi tiratori che impallinarono Prodi, e forse anche Prodi, il ticket con Bonaccini, Bonaccini, la Tav, i binari (è una battuta...), il nucleare, i parrucchieri, gli uomini (ma anche le donne)» [Mascheroni] • Tra i giochi da tavolo, Trivial Pursuit, il super quiz di cultura generale è il preferito • Musica: «Ascolto cose molto varie, ma soprattutto musica indie come i Mumford & Sons, i Radiohead e i canadesi Rural Alberta Advantage – una loro canzone, Four Night Rider» [Chiara, cit.] • Serie tv: «Come genere amo i gialli con ambientazioni scandinave, paesini di montagna, boschi… Ma sono anche una fan di serie di culto come Stranger Things, Vikings, The Crown» [ibid.] • È amica e fan del vignettista Sio, che le ha dedicato un disegno per celebrare il successo al congresso dem. Le piace molto anche Zerocalcare. Sui social compare ogni tanto l’adorato cane Pila [Cappellini, cit.] • Film: «Cinematograficamente sono onnivora. Però ho amato molto il cinema di Kim Ki Duk, regista coreano purtroppo scomparso con il Covid. La mia formazione è legata alla frequentazione del Festival del Cinema di Locarno e l’anno che arrivò il suo film Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera io ero nella giuria giovani: l’abbiamo premiato. Il suo è un cinema molto delicato, denso, con una fotografia intensa. Tra gli altri preferiti ci sono i film di Tarantino, di Ken Loach e i classici del cinema italiano – come L’armata Brancaleone – che guardavo in casa grazie alla collezione di videocassette di mio babbo» [ibid.] • Anche Elly Schlein, come tutti, ha un segreto: «Mio padre non sapeva del vizio delle sigarette, c’ho messo più tempo a confessargli che fumavo che a rivelargli i miei orientamenti sessuali». Ora Schlein non fuma più, svapa: «Mi sento più a mio agio con gli altri » [Cappellini, cit.] • Non troppo tempo fa Schlein ha subito un attacco antisemita (il padre è ebreo) che metteva nel mirino anche il suo naso, come nei copioni più triti e ritriti. Lei ha dato una risposta a quell’aggressione che non è piaciuta a molti: «Il mio è un naso etrusco». Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma, non ha gradito e le ha replicato per le rime: «Se per rispondere a un deprecabile attacco antisemita sul tuo naso confermi lo stereotipo su cui si fonda non sei di grande aiuto contro l’antisemitismo» [Meli, Cds] • Polemiche anche per la vignetta con il nasone firmata da Francesco Federighi sul Fatto • «Elly Schlein ha la risata sonante degli americani. Il puntiglio silenzioso degli svizzeri. La gestualità italiana. Parla veloce, parla nervosa. Ma quando esulta lo fa plateale, come le pallavoliste, innalzando le braccia al cielo e con le dita spalancate» [Corrias, Fatto].
Amori «Premetto che di solito non parlo mai della mia vita privata, sono molto riservata però faccio un’eccezione: sì, sono fidanzata, ho avuto diverse relazioni in passato: ho amato molti uomini e ho amato molte donne. In questo momento sto con una ragazza e sono felice finché mi sopporta...». [a Daria Bignardi a L’Assedio sul Nove] • Lei non vorrebbe diventare madre? «Non vorrei parlare di questo. La mia compagna non è un personaggio pubblico, né lo vuole diventare» [Cazzullo, cit] • La sua compagna si chiama Paola Belloni • In effetti è successo che un magazine abbia invaso la tua privacy, pubblicando la foto della tua compagna. Come ti sei sentita quando è successo? «È stato un outing, che è sempre una forma di violenza come lei ha chiarito. Io concordo pienamente» [Chiara, cit.].
Titoli di coda «C’è ancora un motivo di credere nel Pd, e sta nell’entusiasmo e nella passione di chi lo cambierà» (Elly Schlein su Facebook nel 2013).