30 maggio 2023
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Biografia di Roberto Vacca
Roberto Vacca, nato a Roma il 31 maggio 1927 (96 anni). Ingegnere. Futurologo. Scienziato. Inventore. Matematico. Divulgatore.
Titoli di testa «La noia mi è stata maestra di vita. Mi ha spinto a leggere tutto. A interessarmi di tutto. E ora che sono vecchio, la ringrazio».
Vita «Mia madre, Virginia De Bosis, figlia di Adolfo, traduttore di Shelley, sorella di Lauro che prima di morire, in un volo senza ritorno, lanciò su Roma quattrocentomila volantini contro il fascismo» [ad Antonio Gnoli, Rep] • «Arabista, citata in bibliografia, nonché collaboratrice della vertiginosa e mirabile “Enciclopedia islamica”» [Pietrangelo Buttafuoco, Fatto] • «La madre aveva iniziato nel 1927 a scrivere recensioni di libri inesistenti. Nel frattempo, insegnava a scrivere al figlio Roberto con il piglio del caposervizio di cronaca, gli dava un articolo di giornale e gli diceva: “Riscrivilo. Devi dire tutto quello che dice l’originale, ma devi dimezzarne la lunghezza”. Virginia era mezza americana (...) da ragazza studia l’arabo all’Istituto Orientale e incontra Giovanni Vacca, suo futuro marito, professore di cinese e matematica» (Barbara Palombelli) • Il padre: «Giovanni Vacca fu una figura complessa, uomo strano, silenzioso, singolare. Fu assistente di Giuseppe Peano». Il grande matematico. «Sì, da perfetto casinista mio padre lasciava appunti presi su fogliettini volanti e perfino sulle scatole dei fiammiferi; non ebbe quasi mai cura dei suoi lavori scientifici. Tanto è vero che Peano gli scrisse sollecitandolo a pubblicare le sue ricerche se voleva sopravvivere nella giungla universitaria. La sola cosa di cui si vantò fu la corrispondenza con Bertrand Russell e di aver scritto un libretto sul perché in Cina non si era sviluppata la scienza» [Gnoli, cit.] • «A dodici anni mio padre, grande matematico, mi ha insegnato l’aritmetica binaria» [Ibid.] • «Ricordo che nell’estate del 1939 da Ponte Vittorio vidi ebrei in costume da bagno che toglievano carriole di terra dalle sponde del Tevere. Seppi che erano stati costretti a svolgere quel lavoro. Pensai a una forma di angheria. Ma fu la porta d’ingresso nelle persecuzioni razziali» [Ibid.] • Studia in un collegio di gesuiti • «A sedici anni per breve tempo soffrii di una leggera depressione. Mi alzavo la mattina come se avessi un macigno sulle spalle. Mi imposi una regoletta: contare mentalmente fino a tre e poi alzarmi e iniziare subito a studiare» [Gnoli, cit.] • Sempre a sedici anni «scrissi un trattatello per dimostrare l’inesistenza di Dio. Lo portai a un giovane gesuita che alla fine mi disse: lascia perdere, non sei portato per la filosofia. Gli risposi: col cavolo!» [Ibid.] • Laurea in Ingegneria elettronica nel 1951, ha insegnato Calcoli elettronici all’Università di Roma e Sistemi al Politecnico di Milano, ha lavorato per l’Ocse sui sistemi elettronici di controllo del traffico urbano e autostradale, ha condotto trasmissioni televisive di divulgazione scientifica • «Da allora ho inventato una discreta quantità di cose. La mia è stata una vita di applicazioni della scienza al mondo. Volevo costruire cose. Il mio primo lavoro fu la costruzione di una linea elettrica per l’energia da Terni a Genova. Poi passai a occuparmi di computer» [Gnoli, cit.] • «Nel 1955 fui chiamato a riparare il primo computer scientifico italiano. Un Ferranti Mark, importato dall’Inghilterra. Lo stesso modello su cui aveva lavorato Turing. Era grande quanto una stanza. E fu lì all’Inac, un centro di calcolo, che conobbi Wolf Ross. Il più geniale matematico che abbia mai incontrato. Diventammo amici. Fu lui a insegnarmi un po’ di yiddish, fu lui ridendo a umiliarmi a scacchi» [Ibid.] • Il suo esordio come scrittore di fantascienza e fantapolitica avviene nel 1963 con il romanzo Il robot e il minotauro, cui dà seguito nel 1965 con Esempi di avvenire. È uno dei pochissimi scrittori italiani di fantascienza con un’autentica cultura scientifica • La popolarità arriva con Il Medio Evo prossimo venturo (1971): «Sì, non è il più venduto tra i miei libri, ma certamente quello di maggiore impatto. Ricordo la lunga lettera che mi scrisse il mio amico Primo Levi. Era il 1971. Gli avevo spedito il manoscritto. E lui con grande attenzione segnalò i punti di forza e quelli deboli. Tenni conto delle critiche, che mi parevano fondate, eliminando alcune cose dal libro. Ho avuto amici e maestri ebrei» [Gnoli, cit.] • Nel 1972, dopo aver letto il libro di Rudolf Flesch The Art of Readable Writing, spiega Vacca «mi venne l’idea di adattare la formula di leggibilità all’italiano. In italiano, abbiamo meno parole che in inglese, ma le nostre parole sono più lunghe. Pubblicai un articolo su Tuttolibri de La Stampa e lanciai la sfida della leggibilità che, a quanto vedo, è tutt’altro che superata» [Marco Dotti, Vita] • Ecco la formula Flesch-Vacca del 1972: «F=206-(0,65*S)-P». Se il risultato è un indice tra 0 e 30 il testo è di difficile lettura, tra 60-70 è considerato comprensibile a studenti di età fra i 13 e i 15 anni • «Sottoposi una serie di scrittori e politici alla valutazione dell’indice e ne uscirono punteggi alquanto divertenti: 10 per Gadda, 22 Berlinguer, 33 Amintore Fanfani, 35 Andreotti, 47 Giorgio Bocca, 49 Leopardi, 57 Primo Levi e 70 Moravia». I buoni scrittori, racconta Vacca, stanno tra 60 e 70, mentre i buoni giornalisti attorno a 40, mentre «la media degli uomini politici è attorno a venti, mentre gli atti applicativi delle nostre norme hanno addirittura un indice negativo, talvolta a -200» [Dotti, cit.] • Da quando usa questo metodo, spiega Vacca,«mi viene spontaneo spezzare le frasi troppo lunghe che pure continuano ad affacciarsi alla mente. Evito le parole lunghe, specie se astratte e se finiscono in “-zione” - e i miei libri hanno avuto maggiore successo» [Dotti, cit.] • Nel 1977 utilizzando lo pseudonimo Giacomo Elliot pubblica il manuale Parliamo itang’liano: ovvero, le 400 parole inglesi che deve sapere chi vuole fare carriera, Rizzoli • «In un romanzo sul crollo della Russia sovietica, La Suprema Pokazuka, già nel 1978 Vacca – noto alle folle come “futurologo” – aveva previsto Internet. Ed è pozzo di scienza e tante altre cose Vacca, è anche fine compositore di sonetti romaneschi “faccio le sedute spiritiche per farmi dettare i versi da Giuseppe Gioachino Belli”, dice…» [Pietrangelo Buttafuoco, Fatto] • Inizia a usare il pc all’inizio del 1983: «Probabilmente, la prima cosa che scrissi fu un articolo di giornale. L’ultimo libro che feci senza computer fu Come amministrare sé stessi e presentarsi al mondo, mentre il mio primo libro scritto interamente con il computer è stato il romanzo Dio e il computer, nel 1984» [Domenico Fioramonte, 1984] • Nel 1981 dal suo romanzo Greggio e pericoloso, viene realizzata una miniserie, composta da quattro episodi, per la TV con la regia di Enzo Tarquini ed interpretato da Pietro Biondi, Claudio Cassinelli, Vittorio Caprioli, Alessandro Haber e Mara Venier • Nel 1986, Roberto Vacca e Valerio Franchina propongono una modifica alla Flesh: F=217-(1,3*S)-(0,6*P) (F è la leggibilità misurata secondo questi parametri; S è il numero delle sillabe, calcolato su un campione di 100 parole; P il numero medio di parole per frase) • 46 i titoli pubblicati, fra questi anche i saggi: Rinascimento prossimo venturo (1986); Anche tu matematico (1989 e 1994): La politica è un’altra cosa: questa (1995); Consigli per un anno (1995); Consigli a un giovane manager (1999); Anche tu fisico (2008); Patatrac (2009) Salvare il prossimo decennio (2011); La pillola del giorno prima. Vaccini, epidemie, catastrofi, paure e verità (2012) • Ha condotto alcune trasmissioni televisive di divulgazione scientifico-tecnologica tra cui Parole per l’avvenire (trasmesso su Rai 2) ed ha svolto l’attività di consulente per alcune reti televisive, come Rai Educational. Numerose sono anche le apparizioni televisive dove viene spesso invitato in qualità di esperto e futurologo; ad esempio nel 2005 ha partecipato a Che tempo che fa di Fabio Fazio e all’Incudine di Claudio Martelli ed è stato invitato in qualità di ospite allo spettacolo di Beppe Grillo tenutosi a Milano e intitolato Beppegrillo.it [Wikipedia] • Vanta il privilegio di scrivere di scienza su Skorpio, l’albo a fumetti, e su Lanciostory. Ha scritto sul Mondo di Pannunzio. Aveva su quelle pagine una rubrica, Perengana… «Cronache di un’isola grande il doppio della Sicilia, messa al posto di Pantelleria, dove gli italiani clandestini vi sbarcano con i gommoni; la satira ci mette al riparo dalla retorica!». Ha collaborato anche con Nova-Il Sole 24 ore e con L’Orologio [Buttafuoco, cit.] • In Kill? (Marsilio 2005) racconta di come un passante riesca a salvare Berlusconi da un attentato • Dal 2011 ha numero di Erdős uguale a 3, dopo aver pubblicato un lavoro con Franco P. Preparata. Il numero di Erdos si calcola in base al numero di pubblicazioni scritte in collaborazione con un gran numero di matematici diversi [Wikipedia] • Così ha immaginato l’Italia nel 2020 («se non effettueremo scelte che si impongono in materia di energia»): «In città saranno poche le automobili private mentre più intenso sarà il trasporto pubblico. Sulle autostrade circoleranno soltanto i camion e le auto saranno proibite (...) Nelle case gli ascensori saranno disponibili soltanto a partire dal sesto piano (...) Interruzioni di corrente diventeranno la norma e noi ci organizzeremo in base al bollettino delle previsioni di blackout» • Dal 2014 è presidente onorario di Bip – Best Ideas & Projects• «Faccio l’ingegnere da mezzo secolo e m’intendo di meccanica, energetica, elettronica, sistemi tecnologici, informatica, organizzazione industriale, gestione della qualità, gestione aziendale - ho studiato economia, matematica, storia del pensiero, logica e filosofia e biologia e ho imparato a comunicare in modi efficaci. Se mi nominassero senatore a vita, potrei dare contributi decenti - ma non credo che ci pensi nessuno! [Monia Di Biagio, Progetto Babele] • Nel 2014 pubblica Come imparare una cosa al giorno e non invecchiare mai. Da ultimo Come fermare il tempo e riempirlo di buone idee, Mondadori, 2016 • Come prova a rallentare il processo di invecchiamento? «Faccio le flessioni 20, 30 volte al giorno per tonificare i muscoli. E non mangio quasi nulla, in tarda età bisognerebbe tornare al peso che si aveva a 18 anni. Io sto sui 77 chili, come quando ero ragazzo ed ero medio massimo di boxe» [Maria Egizia Fiaschetti, CdS] • Non sopporta la gente che parla sempre di cibo: «Ho anche inventato una parola: “bromatolalia”, ovvero il chiacchiericcio su ciò che si mangia» • Tra i suoi amici anche Rodolfo Wilcock («si presentò con blue jeans e stivali di gomma rossi. Ci capimmo al volo e diventammo amici») e poi Vito Volterra, Paolo Vita Finzi, Adolfo Ravà («da lui appresi la forza della cultura ebraica»). E anche Alessandro Bausani: «abitava nello stesso nostro palazzo in via Ruggero Bonghi. Fu mia madre a dargli i primi rudimenti di arabo». Credo sia di Bausani la migliore traduzione del Corano. «Divenne un punto di riferimento autorevole per gli studi di islamistica. Era un uomo incredibile. Conosceva una trentina di lingue. Fu uomo modesto e ineguagliabile. Mi passava dei suoi scritti che ho conservato. Ho ritrovato una sua nota in cui si diffondeva sui rapporti tra l’astronomia e il culto di Mitra» [Gnoli, cit.] • «Ašhadu an la ilaha illa Allah – wa ašhadu anna Muaammad Rasal Allah. L’ho insegnata a tutti i miei amici affinché possano cavarsela se incappano in terroristi che risparmiano solo chi la conosce» [Buttafuoco, cit.] • L’amicizia è uno dei segreti per vivere meglio? «Sì, ma l’importante è saper scegliere bene gli amici… Basta che non finiscano per ammorbarti col racconto di quello che hanno mangiato per cena». Quali sono stati gli amici più importanti della sua vita? «Uno è stato Primo Levi, anche lui col cervello fatto a strati. Ho ancora le sue lettere, una quarantina, e tutti i suoi libri da lui dedicati. Dicono si sia ucciso per le conseguenze di Auschwitz, ma aveva altri problemi, avvertiva troppa negatività. Quando stava male corsi da lui a Torino e lo trovai un disastro. Gli suggerii di farsi l’amante, così per sdrammatizzare, ma rispose: “Se non fossi depresso…”». Parliamo, invece, di chi proprio non le va a genio. «Non sopporto la gente che si perde in banalità, senza riflettere sulle cose importanti. Lei, per esempio, sa qual è il più grande pericolo che corriamo?». Il riscaldamento globale? «Sbagliato. Si continua a spargere allarmismo, ma è un tema di cui si sa molto poco. Ho analizzato le curve dell’aumento di anidride carbonica dal 1959, da quando abbiamo dati certi, fino a oggi e segue un periodo di 18 anni. All’inizio cresceva di una parte di milione l’anno, adesso di due parti di milione. La vera differenza è che allora aumentava lentamente e mirava in alto, oggi aumenta più velocemente e mira in basso». E cose significa? «E io che ne so, non è il mio campo. L’ho chiesto ad amici meteorologi, ma non sono stati in grado di darmi spiegazioni. Ora siamo in fondo a un’era interglaciale, tra qualche decina d’anni, un secolo, ricomincerà a fare freddo…» [Fiaschetti, cit.] • Se il problema non è l’innalzamento delle temperature, qual è allora il rischio maggiore per la nostra sopravvivenza? «Negli arsenali nucleari americani e russi c’è un potenziale distruttivo di 700 chili di esplosivo a persona, lo moltiplichi per sette miliardi e mezzo di abitanti… Siamo tutti appesi a un filo perché questo sistema potrebbe entrare in funzione per sbaglio, l’ignoranza che permea la nostra società è dilagante». Dunque, non è ottimista sul futuro dell’umanità. «La vedo messa molto male, purtroppo. Stiamo progredendo ad altissima velocità, ma la forbice tra quelli che sanno molto e quelli che non sanno niente si allarga sempre di più. Con i miei scritti ho cercato di diffondere un po’ di conoscenza, sta per uscire la decima edizione di Anche tu matematico in cui spiego agli intellettuali analisi, teoria dei numeri, probabilità… Ho inserito un nuovo capitolo dedicato ad Archimede, che scoprì il calcolo infinitesimale 230 anni prima di Cristo senza l’algebra, ma basandosi solo sulla geometria» [Gnoli, cit.] • «Il progresso è fatto di idee nuove. Dal punto di vista di crescita e innovazione in Italia siamo indietro. Invece di aumentare gli investimenti nello studio facciamo i tagli. Se non diventiamo più bravi, insomma, non sapremo gestire la tecnologia che diventa sempre più complessa. Non abbiamo un politecnico gestito dall’industria, poche aziende investono nella formazione; per non dire dell’informazione, della tivù, dei giornali…». Per non dire? «Opera meritoria in tivù la fanno Piero Angela e il figlio Alberto, moltissimo fa Piergiorgio Odifreddi, tranne quando perde tempo a parlare col Papa…». Come, una perdita di tempo, ma se… «…ma gli va a confutare le illogicità! Dico io: se non le ha il Pontefice, le illogicità…». E però, insomma… «Alle corte: le cose davvero interessanti, non interessano. Tutti i quotidiani fanno a gara a ridurre le pagine dedicate alla scienza. Sfogli Repubblica: è il quotidiano che pur dovrebbe avere nella carne il dna de Il Mondo di Mario Pannunzio, e invece ci sono pagine, pagine e pagine di gastronomia, di sughetti e arrosto e anche di astrologia» [Buttafuoco nel 2017, cit.] • Come allena, invece, la reattività mentale? «La mattina do uno sguardo ai giornali, impiego tra i tre e i quattro minuti. Riprendo alcuni dei libri che sto leggendo, a casa ne ho più di 8 mila. Peccato che la burocrazia, sempre più invasiva, mi porti via molto tempo, altro che il Big brother di George Orwell. Tra pin, username, password e codici bancari sono arrivato a memorizzarne 250» [Fiaschetti, cit.] • Nel 2018, ad Antonio Gnoli, disse che sarebbe morto nel 2022: «Ma spero di essermi sbagliato». Per sua fortuna così è stato.
Amori Padre di Federico nato dal secondo matrimonio con la giornalista Paola Palombaro.
Titoli di cosa «Cos’è l’amore? La pulsione che permette di scegliere belle persone congeniali con cui godere piaceri simili e fare il bene gli uni degli altri».