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 2023  aprile 06 Giovedì calendario

Biografia di Russell Crowe (Russell Ira)

Russell Crowe (Russell Ira), nato a Wellington (Nuova Zelanda) il 7 aprile 1964 (59 anni). Attore. Noto soprattutto per avere interpretato Massimo Decimo Meridio ne Il gladiatore di Ridley Scott, ruolo per cui ha vinto il Premio Oscar come miglior attore protagonista nel 2001. È stato, tra gli altri, il matematico John Nash in A Beautiful Mind di Ron Howard (un Bafta, un Golden Globe e candidatura all’Oscar), il capitano Jack Aubrey in Master & Commander - Sfida ai confini del mare di Peter Weir, il pugile James J. Braddock in Cinderella Man, sempre di Ron Howard. Mi hanno accusato di essere arrogante, ma hanno scambiato per arroganza la mia sicurezza».
Vita Figlio di Jocelyn Yvonne Wemyss e John Alexander Crowe, che erano gestori dei catering dei set cinematografici. «“Una volta, la mamma era al lavoro, al catering per la troupe che stava girando una serie tv. Ero andato a trovarla. Avevo sei anni. 1970. Mancava un bambino, per una piccola parte, praticamente da comparsa, e mia mamma ha detto: se avete bisogno c’è lui. Non sono mai andato a scuola di recitazione. Da adolescente ho cominciato a suonare con una band. Poi un po’ di teatro, i classici, Shakespeare, ma soprattutto facevo musical, il mercato chiedeva quello: Grease, e 415 serate di Rocky Horror Picture Show, nelle more per mantenermi facevo il dj, il barman. Anche il cameriere, spesso nella stessa serata, dopo uno show”. Era bravo? “Come cameriere? Cazzo sì, ero un bravo cameriere, correvo come un matto. Come attore? Diciamo che cercavo di imparare. Soprattutto una cosa: la performance. Esibirsi, dal vivo, davanti a un pubblico. Teatro, suonare rock, fare il dj. Contava la performance. È tuttora la mia passione. Più del cinema. Però scrivere canzoni è un’altra mia passione, ma non ci campo. Insomma, da ragazzo, guardando gli attori professionisti, al cinema, in tv, coltivando questa passione assoluta, da un lavoretto ne è nato un altro. E alla fine, a 25 anni, l’occasione della vita: Blood Oath, un film di guerra, una piccola parte. Ma bastava quella”. Bastava quella, quando uno è bravo e carismatico come Crowe: due anni dopo, ecco il primo ruolo da protagonista, lo skinhead di Romper Stomper, difficile da dimenticare» (Matteo Persivale) • Nel 1995 si è trasferito a Hollywood, dove ha interpretato The quick and the dead (Pronti a morire) e, nel 1997, L.A. Confidential. «La mia vita è cambiata con L.A. Confidential di Curtis Hanson, non c’è dubbio. Il regista voleva me, uno sconosciuto, anche se i produttori pretendevano una grande star già affermata, uno che aveva già vinto l’Oscar, e me ne stavo lì in un bell’albergo a Los Angeles aspettando l’inizio delle riprese quando a un certo punto smettono di pagarmi il conto dell’albergo e lì capisco che butta molto male. Io tra l’altro allora non avevo risorse per pagarmelo da solo, l’albergo. Però alla fine ha vinto il regista, il film l’ho fatto io. Anche se inizialmente ero molto molto insicuro. La sceneggiatura diceva che il mio personaggio era un gigante, il poliziotto più spaventoso di Los Angeles, dalla forza mostruosa. Mi vedi, sono di statura media… ma è andato tutto bene. È un bel film» • Nel 1999 ha ottenuto la prima candidatura al premio Oscar per il film The insider. Tra gli ultimi film vanno ricordati: Robin Hood (2010); The next three days (2010); Les misérables (2012); Noah (2014); Fathers and daughters (2015); Boy erased (2018); Thor: Love and Thunder (2022). Nel 2014 ha debuttato nella regia con la pellicola The water diviner, di cui è stato anche interprete. Nel 2022 ha diretto Paker Face. «Nel primo film che ho diretto, The Water Diviner, otto anni fa, la storia vera di un padre australiano che va fino a Gallipoli nel 1919 per riportare a casa i figli caduti, c’era il tema della guerra, e i film di guerra sono più semplici da vendere, hanno sempre un loro mercato, difficile sbagliare. Questo Poker Face? Be’, l’abbiamo girato durante il lockdown per questa cazzo di pandemia, lavorare era quasi impossibile, e io sono subentrato a un regista che a sole cinque settimane dal primo ciak si era chiamato fuori, un’esperienza che non consiglio a nessuno. Mio padre era morto da poco. Quasi trecento persone della troupe sarebbero rimaste senza lavoro, quella è gente che si guadagna il pane, non parliamo di celebrities, parliamo di gente normale. Pertanto, no, ci mancava solo che i produttori mi rompessero anche le palle. Non mi interessava raccontare una storia di cazzate hollywoodiane, un film d’azione, vuoto» (a Matteo Persivale) • «“Sono stato un gladiatore, il grande matematico John Nash affetto da schizofrenia, il capitano che sfidava l’Oceano in Master & Commander, il padre di Superman... Nessun personaggio però mi ha coinvolto come il padre di Boy Erased. Non credo proprio di dover continuare a esibire i muscoli del mio generale Massimo Decimo Meridio. Mi interessano sempre di più le storie vere, capire la personalità e le contraddizioni degli uomini che interpreto. Quando sei giovane la recitazione conquista un ruolo pericolosamente divorante e puoi anche sentirti perduto se non la pratichi in continuazione. Con il tempo impari a studiare con più attenzione le occasioni che ti capitano. Il mestiere diventa un modo di esprimerti, di sentirti parte del mondo» (a Giovanna Grassi, nel 2022, a proposito del film Boy Erased) • «Ogni ruolo che ho fatto ha rappresentato una sfida, una sfida intellettuale per A beautiful mind che mi ha fatto impazzire perché ho dovuto incarnare una malattia fisica, i tantissimi tic del personaggio che con l’aumentare della malattia ci ha portato a 16 tic molti dei quali in contemporanea. Una sfida fisica è stato Cinderella man di Darren Aronofsky un film sulla boxe, che abbiamo girato in 70 giorni di cui 36 sotto la pioggia pure freddissima. Quando ho girato Les Miserables ero felicissimo, andare sul set per cantare e recitare le cose che amo di più e poi c’erano dei compagni di set come Hugh (Jackman, ndr), Anne (Hathaway, ndr) e Samantha (Barks, ndr) fantastici. Poi però quando l’ho visto alla première non ho detto niente, dopo la proiezione sono tornato a casa ma tutto quello su cui avevo lavorato per il mio personaggio se n’era andato in postproduzione. Comunque, è stato uno dei miei set preferiti» (al Festival del Cinema di Roma nel 2022) • In un’intervista a GQ, ha rivelato che Osama bin Laden voleva rapirlo nel 2001 per «destabilizzare culturalmente» gli Stati Uniti. Per questo fu organizzato per l’attore un servizio di scorta. Dopodiché, all’Fbi «venne il sospetto che la minaccia fosse stata un tantino esagerata, e quindi si misero a interrogare le loro fonti» • Nel 2005, a New York, fu arrestato per aggressione dopo avere colpito in faccia, con un telefono, un impiegato dell’albergo dove alloggiava.
Frasi «Vengo da una famiglia semplice di lavoratori, che badava alla sostanza dei rapporti. Sono una persona di poche parole, ma ho costruito belle amicizie con colleghi che stimo: Ryan Gosling, Denzel Washington, Nicole Kidman. La possibilità di manifestare sé stessi può avvenire anche sul web, un piccolo schermo dell’esistenza» • «Sono un chitarrista davvero mediocre. Non mi metterei mai seduto accanto a Eric Clapton a far musica con lui. Ma posso “far musica” con qualunque attore del pianeta e so, con assoluta sicurezza, che saprò soddisfare tutte le esigenze del mio personaggio, recepire ogni informazione, lavorarci sopra e “far vivere” l’intera dannata faccenda. È tutto qui» (a Maria Giulia Minetti) • «Quando mi piace qualcosa mi butto senza pensare alle conseguenze: in quei momenti divento una prostituta» • «La prima volta che mi hanno detto che dovevo mettere un cazzo di vestito elegante altrimenti non potevo entrare nei club dei ricchi mi son detto, che cazzo sta succedendo? Prima mi vestivo come capitava. In un certo senso non me ne capacito neanche adesso, dopo tutti questi anni, di quello che è successo».
Amori Nel 2003 ha sposato la cantante australiana Danielle Spencer (le regalò un anello di fidanzamento da centomila dollari). Dal loro matrimonio sono nati due figli: Charles Spencer Crowe (2003) e Tennyson Spencer Crowe (2006). Dopo essersi separati nel 2012, nell’aprile 2018 hanno divorziato • Nel 2018, in seguito all’oneroso accordo di divorzio dalla Spencer, ha deciso di vendere all’asta oggetti, abiti e arredi dei suoi film più famosi. «Poiché non gli manca il senso dell’umorismo ha chiesto a Sotheby’s di organizzare un’asta nel giorno del suo 54° compleanno, che coincide anche con l’anniversario del suo matrimonio. L’asta, chiamata con ironia The Art of Divorce, ha superato ogni aspettativa, raccogliendo 3,7 milioni di dollari australiani (2,8 milioni di dollari Usa) con i quali liquidare Danielle e avanzare persino qualcosa. In vendita c’erano d’altra parte pezzi davvero appetibili per i fan di Russell Crowe, come il pettorale che indossava nel Gladiatore durante il duello con Commodo nel Colosseo, aggiudicato per 125 mila dollari. Il violino che suonava nella cabina della nave Surprise in Master and Commander è stato aggiudicato per 135 mila dollari, una quotazione adeguata visto che si tratta di uno strumento pregiato realizzato da Leandro Bisiach nel 1890 a Milano. La divisa blu da ufficiale della Royal Navy indossata nello stesso film è stata venduta per 115 mila dollari, mentre abiti usati dall’attore in altri film sono stati valutati molto meno: per quello di Javert nei Miserabili sono bastati 12 mila dollari» (Vittorio Sabadin).
Curiosità Lavora a maglia per rilassarsi • Ha un ranch nel New South Wales, in Australia, con quattrocento mucche. Nel 2002, disperato perché le mucche «non erano più felici», è ricorso all’aiuto dello sciamano aborigeno Burnum Burnum. Dopo tre notti di luna calante dedicate a scrutare le fiamme dei falò al ritmo dei tamburi, Burnum Burnum ha dichiarato la vecchia fattoria «finalmente libera dagli spiriti» • Superstizioso, ha sempre in tasca un anatraccolo • Suona la chitarra e canta nella band di folk-rock Thirty Odd Foot of Grunts. «Che significa questo nome? Nulla: è solo un insieme di parole. È buffo: hanno cercato di dargli molti significati, perfino la parte finale dell’atto sessuale. È stata abbandonata anche questa interpretazione» (a Maria Volpe).
Vizi Fumatore. «Fin da ragazzo, e pensare che in passato avevo anche smesso, per un po’» (a Matteo Persivale)