Il Messaggero, 13 giugno 2023
La Roma di Silvio Berlusconi
Altro che gli uffici blindatissimi di villa Borletti a Milano o Palazzo Verrocchio che a Segrate ospitava Publitalia: in pochi lo sanno, ma il centrodestra - inteso come Polo delle Libertà - nasce a Roma. Precisamente nella sede dell’allora Msi di via della Scrofa: è l’inizio del 1993 e in gran segreto si vedono Silvio Berlusconi e l’allora segretario Gianfranco Fini, con il primo che preannuncia la discesa in campo e chiama a raccolta anche il Movimento sociale. Questo fa capire quanto la Città eterna è stata centrale nella vita di Berlusconi. Non soltanto quella politica. Antonio Martusciello, della nidiata di manager Publitalia formati da Marcello Dell’Utri e poi utilizzati per fondare Forza Italia, ricorda che dopo il 2011 e l’ultima defenestrazione da Palazzo Chigi, «il presidente diceva sempre: quando vengo qui a Roma mi rigenero». E si riferiva alle "fughe" alla Galleria Borghese, le passeggiate tra gli antiquari di via Coronari e le gelaterie di piazza Navona e dintorni (soprattutto la "Dolce vita") o la visita settimanale - il venerdì - all’amico argentiere Alessandro Millarelli per comprare doni a potenti e amici - alcuni a quanto pare li disegnava lui stesso - a una cinquantina di metri da Palazzo Grazioli o le cravatte da Damiano Presta a via Cola di Rienzo e il camiciaio al Ghetto.
Prima della discesa di campo - e anche qui torna sempre Roma con l’endorsement nel 1993 per Fini candidato al Campidoglio - per il Cavaliere la Capitale è meta di lavoro: gli incontri istituzionali negli uffici del Nazareno, e di Letta, oppure l’accoglienza ai politici negli studi del Palatino, quando si registrano le tribune elettorali. Poi, nel 1994 cambia tutto e la casa di via dell’Anima diventa la residenza dei giorni feriali.
DON STURZO E BAUDO
In quegli anni, nella geografia del centrodestra e di Forza Italia, centrale però è via dell’Umiltà, qui, in un palazzo di Pippo Baudo che ha ospitato il partito popolare di Don Sturzo, c’è la prima sede degli azzurri. Che poi si trasferiscono, sempre nella stessa strada, in un palazzo più grande. Oggi, per la cronaca, c’è un albergo. Poi piazza Sant’Andrea della Valle dove aveva sede il think tank "Ideazione" di Mimmo Menniti, che attraverso la sua rivista "recluta" i professori come Lucio Colletti o Saverio Vertone, l’hotel Majestic scelto da Dell’Utri per selezionare e formare i primi candidati; casa Letta in via della Camilluccia (quella del patto della crostata del 1997) o la Fondazione Liberal di Ferdinando Adornato, dove si mettono le basi per le grandi riforme (poi naufragate).
A Roma Berlusconi non brilla come viveur: nei primi anni passa sempre quando i suoi parlamentari cenano da Fortunato al Pantheon. Poi non disdegnerà Ba’ Ghetto, la Crazy pizza di Briatore a via Veneto o le fughe dai paparazzi al Castello di Tor Crescenza. Ma la vita mondana e politica si concentra nella nuova casa, a Palazzo Grazioli. Si cena mettendo al bando l’aglio (il cuoco Michele usa lo scalogno), si dorme nel lettone di Putin, la fidata segretaria Marinella e il maggiordomo Alfredo controllano amici e nemici. E sempre Palazzo Grazioli diventa la centrale del berlusconismo: ci sono sia un "Parlamentino" a semicerchio sia la squadra del "Mattinale", guidata da Paolo Bonaiuti e ispirata da Gianni Baget Bozzo. Gli ultimi anni vedono il Cavaliere trasferirsi sull’Appia a villa Zeffirelli e Forza Italia a San Lorenzo in Lucina. Ma Roma resta salda nei ricordi di Silvio Berlusconi: le manifestazioni a piazza San Giovanni, nel 1996 e nel 2006, in un fortino della sinistra, il vertice Nato di Pratica di Mare del 2002 dove si abbracciano Bush jr e Putin, o l’Auditorium della Conciliazione del "Che fai mi cacci", pronunciato da Fini.