Il Messaggero, 13 giugno 2023
Essere anziani oggi non è così male
L’Italia ha l’indice di vecchiaia più alto d’Europa. Il rapporto tra cittadini "over 65", rispetto a quelli "under 15" è stato spesso avvertito come un indicatore di crisi, o almeno di problemi seri di sostenibilità sociale. E c’è del vero, soprattutto in relazione al welfare pubblico (e integrativo). Ma è anche vero che la longevità sta diventando un orizzonte di possibile crescita per le economie più mature.
L’ANDAMENTO
Negli ultimi decenni la popolazione mondiale è cresciuta rapidamente, ed è divenuta più longeva. Nel 2022 siamo arrivati a 8 miliardi di persone e l’80% degli over 65 vive nelle 20 economie maggiormente sviluppate che producono l’85% del Pil mondiale. Nel nostro Paese il dato è ancora più rappresentativo, sia perché siamo il Paese al mondo dopo il Giappone con la più lunga aspettativa di vita, sia perché gli over 65 detengono due terzi dei patrimoni più cospicui del Paese.
La sfida demografica così come quelle ambientale ed energetica costituisce un orizzonte di crisi e di opportunità, soprattutto per l’Italia. Seppure grazie ai progressi dell’innovazione terapeutica e a una maggiore consapevolezza degli stili di vita oggi sia possibile prolungare la vita attiva e in salute, il peso delle malattie croniche e ad alto impatto sociale costituisce una sfida per i sistemi sanitari.
Temi decisivi per il futuro del Paese, che sono stati al centro della seconda edizione dell’evento Talkin’ Minds "Dalla demografia all’economia: il ruolo delle scienze della vita per l’Italia", organizzato da AstraZeneca e tenutosi a Roma con il patrocinio di Farmindustria e di Federated Innovation.
L’ESIGENZA
«In questa edizione abbiamo voluto mettere al centro l’esigenza di un sistema sanitario e sociale che sia longevo e sostenibile e la necessità di affrontare in maniera strutturale i temi più critici: garantire l’accesso alle cure e al contempo diffondere una corretta cultura della prevenzione e della diagnosi precoce ha detto Lorenzo Wittum, presidente e ad di AstraZeneca Italia In questo contesto l’investimento in ricerca e innovazione rappresenta un’opportunità per rendere il nostro Paese più competitivo. Siamo convinti che servano collaborazione, semplificazione e una partnership tra pubblico e privato per confermare la leadership italiana in Europa e nel mondo».
Fondamentale il ruolo delle "Life Science", definito il più grande investimento "in salute" al mondo e l’Italia non fa eccezione. Nel 2022 le imprese del farmaco hanno investito in ricerca e sviluppo 1,9 miliardi di euro, circa il 7% del totale degli investimenti in Italia (+11% rispetto al 2021).
Dal 2017 al 2022 la crescita degli investimenti è stata del 22%, dinamica che ha portato a risultati molto importanti, in particolare in alcune aree di specializzazione, e frutto sempre più di partnership con le strutture pubbliche. Per ogni euro investito in studi clinici il beneficio economico complessivo per il Ssn è di 3 euro. La ricerca conviene.
Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, ha invitato a esorcizzare la stessa parola: vecchiaia. «C’è un ritardo culturale enorme a fronte di numeri importanti: si tratta di 14 milioni di italiani». Non si può rinunciare a questa fetta di popolazione, senza creare un problema al Paese.
LA TRANSIZIONE
Siamo nel corso di una transizione demografica, che spesso viene avvertita a torto come una apocalisse da cui difendersi. Il vero problema è che la vecchiaia viene spesso fatta coincidere con una o più malattie invalidanti. Ed ecco il ruolo della ricerca scientifica e dell’innovazione farmaceutica e medica. L’80% della spesa sanitaria in Italia è allocata per le malattie croniche e degenerative. Ci sono modi e spazi per invertire questo trend e liberare risorse per una longevità che consenta una vita di qualità.
«Evidenziare le opportunità offerte dal cambiamento demografico è un’occasione importante affinché la longevità si possa tradurre in occasione di crescita e sviluppo per l’Italia», ha commentato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, nel saluto ai partecipanti all’evento.
«Il nostro Paese dal punto di vista strategico può e deve puntare sulla qualità della vita e sulla longevità come elemento di sviluppo e di valore ha commentato l’onorevole Ugo Cappellacci, presidente della dodicesima Commissione Camera dei Deputati è il momento di affrontare la sfida della longevità a nostro favore, facendo leva sull’importanza della prevenzione, in particolare in campo oncologico, attraverso programmi di screening volti a una presa in carico precoce e a una maggiore appropriatezza terapeutica».