la Repubblica, 12 giugno 2023
Tutelare chi inquina. La strategia di Lega e Fdi per le europee
Hanno obiettivi diversi ma la strategia è la stessa. Lega e Fratelli d’Italia stanno avviando una lunga campagna che porterà alle prossime elezioni europee puntando sui temi legati all’ambiente per negare il cambiamento climatico: attaccando quindi le norme che l’Europa a trazione popolari-socialisti e macroniani porta avanti per ridurre l’impatto dell’inquinamento. Matteo Salvini punta dritto contro la presidente della commissione Ursula von der Leyen e il vicepresidente socialista Frans Timmermans: e lo fa insieme ai suoi compagni di gruppo sovranisti in Europa. Giorgia Meloni e il suo partito Fratelli d’Italia, invece, hanno l’obiettivo di presentarsi agli elettori italiani come i “difensori” della nazione contro le ingerenze dell’Europa che con le sue direttive pro ambiente, dallo stop alle auto a benzina dal 2035 alla direttiva sulla casa green, «danneggia l’economia italiana». Così le destre italiane si allineano all’estrema destra europea che della negazione del cambiamento climatico ha fatto un caposaldo della sua politica.Il governo Meloni dal suo insediamento ha contestato più volte l’Europa sul tema: ad esempio per la direttiva green che invita i Paesi europei a migliorare l’impatto energetico delle abitazioni. La traduzione in Italia è stata che si vuole costringere gli italiani a spendere soldi per l’efficientamento energetico delle loro abitazioni. La presidente Giorgia Meloni ha attaccato: «Non siamo pericolosi negazionisti climatici, ma serve un approccio pragmatico. La decisione dell’Unione europea è irragionevole». In realtà la direttiva fissa obiettivi, non sanzioni. Anche sul fronte della pesca e dell’agricoltura sostenibile il ministro meloniano, Francesco Lollobrigida, ha preso posizioni contro l’Europa. Ha proposto ad esempio di ridurre i limiti sulla pesca a strascico: «È necessario rivedere il Piano di azione della pesca sostenibile europea, in particolare per quanto riguarda il rispetto dell’obbligo di sbarco delle catture involontarie e l’eliminazione graduale della pesca a strascico». Poi sull’uso dei pesticidi, parlando a margine del Consiglio Ue sull’agricoltura, ha aggiunto: «La tutela delle api non deve mettere a rischio la produzione agricola. Sarebbe sbagliato collegare il declino degli impollinatori all’uso dei pesticidi». Lo stesso Lollobrigida poi, sostenuto dalla Coldiretti, ha bloccato la ricerca sulla carne sintetica e previsto una etichettatura aggiuntiva per l’eventualeuso di farine da insetti, demonizzando entrambi gli argomenti legati comunque alla riduzione dell’impatto ambientale degli allevamenti e delle produzioni intensive.La linea di FdI, come confermano dal partito, è stata ribadita in recenti incontri interni in vista della campagna elettorale per le Europee. Non a caso ieri in una intervista aLibero l’eurodeputato Nicola Procaccini, responsabile ambiente di FdI, ha detto: «I talebani del clima, la sinistra che ha portato avanti le battaglie sul green a tutti i costi, senza tenere conto delle famiglie e delle aziende, hanno esagerato. Le elezioni europee certificheranno che tante cose che hanno sostenuto sono follie».Ma a destra cavalca questi argomenti anche Matteo Salvini: in passato il ministro leghista ha fatto spesso battute sul clima, sminuendo un eventuale ruolo dell’innalzamento delle temperature, in pieno stile Trump degli house organ di Steve Bannon, ideologo della destra trumpiana. Nei giorni scorsi Salvini ha puntato il dito contro il vicepresidente della commissione Ue Timmermans sul tema delle auto elettriche: «La commissione europea sta portando avanti un approccio ideologico anti sviluppo e anti Italia sull’auto. L’ideologia alla Timmermans, cioè l’euro 7, è una follia da archiviare. Dire dal 2035 o elettrico o niente, conviene a qualcuno. Le importazioni dalla Cina alla Germania segnano un più 28 per cento. Come c’è stato un Qatar-gate, nessuno mi toglie l’idea che non ci possa essere un Cina-gate». E sull’alluvione in Emilia Romagna? Per Salvini la colpa è di «un certo ambientalismo» che non ha fatto fare ilavori per gli argini dei fiumi pensando più «alle nutrie che agli essere umani».