la Repubblica, 12 giugno 2023
Il Cinema Ritrovato torna in piazza Maggiore a Bologna
«Un’avventura straordinaria». La descrive così Gian Luca Farinelli, il direttore della Cineteca di Bologna, che la organizza e codirige con Cecilia Cenciarelli, Ehsan Khoshbakht, Mariann Lewinsky. È la 37ma edizione del Cinema Ritrovato, che torna sotto le due torri dal 24 giugno al 2 luglio, portando capolavori e rarità della settima arte, inseguiti, restaurati, restituiti al loro splendore e al pubblico, in piazza Maggiore e in altri sette schermi cittadini.
Quasi cinquecento i titoli in programma in 10 giorni, qualcuno della durata di pochi secondi, altri di ore, saranno proiettati dalla mattina a notte fonda, per attraversare la storia remota e recente dell’immagine in movimento, andare alle origini di quell’arte che ancora plasma il nostro immaginario. «Il Paradiso dei cinefili» lo ribattezzò il suo storico direttore, il compianto Peter Von Bagh.
L’inaugurazione è affidata aIo ti salverò di Alfred Hitchcock, poi tra gli ospiti arriverà il 76enne Joe Dante con i suoi due Gremlins, ma pure con il proto-blob The Movie Orgy,realizzato nel 1966 a 19 anni, sette ore di spezzoni mescolandopellicole, vecchi show, spot e cartoon. Un maestro come Wim Wenders, che a 77 anni ha appena presentato a Cannes due film, accompagnerà invece Lampi sull’acqua,intervista-testamento al collega Nicholas Ray del 1980. «Forse la sua opera più cinéphile» osserva Farinelli. A proposito di cinefilia, tra i restauri – sono passati 20 anni dall’uscita – si vedrà The Dreamersdi Bernardo Bertolucci, introdotto da Luca Guadagnino e dal produttore Jeremy Thomas. «Un film che è un omaggio geniale al cinema, al lavoro di una cineteca» dice ancora il direttore.
Nel parterre di cineasti spunta pure un’outsider come la fotografa Nan Goldin: al centro dell’ultimo Leone d’oro a Venezia, presenterà Bellissima di Visconti con Anna Magnani, a cui è dedicata una delle principali retrospettive. E ancora un regista come Ruben Östlund, regista Palma d’oro, nonché ultimo presidente della giuria di Cannes, terrà una master class.
Il francese Barbet Schroeder, un passato da produttore indipendente della Nouvelle Vague e daregista hollywoodiano, porta invece il suo raro documentario-intervista al sanguinario generale Idi Amin Dada, girato in Uganda nel 1973. Un festival che scava nella memoria cinematografica, nei dietro le quinte, come quelli che svelerà Pino Donaggio, autore delle musiche di Blow Out di Brian DePalma. Tra i cult del passato restaurati anche La casa dalle finestre che ridono, l’horror di Pupi Avati del ’76, e l’ amor fou tra Fanny Ardant e Gérard Depardieu in
La signora della porta accanto di François Truffaut, ma pure la torrida relazione tra Burt Lancaster e Deborah Kerr inDa qui all’eternitàdi Fred Zinnemann. A Suso Cecchi d’Amico, la più grande sceneggiatrice del nostro cinema, autrice di centoventi film, dal neorealismo alla commedia, è dedicata la retrospettiva “Scrivere su misura”, curata dai figli Caterina, Masolino e Silvia d’Amico.
I riflettori del festival si accenderanno anche su personalità come Rouben Mamoulian, regista americano di origini armene, pioniere dell’horror e dei gangster movie. E poi le pellicole in solitaria dell’inglese Michael Powell, prima cioè del fortunato sodalizio con Emeric Pressburger. A parlarne a Bologna sarà l’83enne Thelma Schoonmaker, vedova di Powell e montatrice di fiducia di Scorsese. La riscoperta tout court è invece Samama Chikli, padre della cinematografia africana, di cui grazie al lavoro di ricerca della Cineteca si dovrà d’ora in poi tenere conto in ogni manuale della settima arte.
La dedica del festival è ai 100 anni di Hollywood: si vedranno le immagini d’epoca della costruzione della grande scritta bianca sulla collina impiantata un secolo fa. Nata per pubblicizzare un progetto edilizio, doveva restare poco più di un anno ed è invece diventata il simbolo della fabbrica dei sogni. Il viaggio a ritroso del festival arriva fino al 1903, quando la società dei fratelli Lumière, inventori dell’apparecchio capace di registrare il movimento, era ancora attiva ma la sua parabola volgeva al termine, mentre Georges Méliès, maestro di trucchi e trasformazioni, al culmine della sua carriera firmava Le Royaume des fées, e Edwin S. Porter con la sua Grande rapina al treno inaugurava il genere action movie.
Li si vedrà, come tutti 175 muti in programma, accompagnati, dalla musica dal vivo che sia quella intima di un pianista nel buio della sala o l’Orchestra del teatro comunale di Bolognaschierata in piazza Maggiore diretta dal maestro Timothy Brock per eseguire le nuove partiture di due capolavori del 1925: Il ventaglio di Lady Windermere di Ernst Lubitsch e Stella Dallas di Henry King.
Nel festival trovano posto anche ritrovamenti legati a registi di cui pensavamo di sapere tutto. Scene mancanti, montaggi alternativi, versioni tagliate. Come i minuti scomparsi, sepolti e ora riemersi di Paura e desiderio, primo lungometraggio di Stanley Kubrick. Presentato alla Mostra di Venezia del 1952, fu accolto così male dal pubblico da convincere il regista americano, allora 23enne, a trasformarlo in un film più convenzionale, attenuandone la portata filosofica ed eliminando la parte più metafisica che da allora non è più stata vista.
Il rinvenimento di un 35mm del montaggio originale, consentirà agli spettatori del Cinema Ritrovato di riscoprirla: solo nove minuti che però testimoniano la nascita del genio cinematografico di Kubrick.