Corriere della Sera, 12 giugno 2023
Gli ostacoli per Zelensky nella Nato e la strettoia della neutralità
Zelensky vorrebbe che l’Ucraina divenisse membro della Nato: ma non sembra che tutti i maggiori protagonisti della crisi siano disposti ad approvare una tale scelta. Ciascuna delle parti interessate vorrebbe che questo accadesse almeno dopo una vittoria militare: una ambizione difficilmente realizzabile quando le forze dei due campi, in ogni conflitto, sarebbero pressoché eguali. Qualcuno vorrebbe probabilmente che Putin facesse un passo indietro per uscire gradualmente di scena, ma la prospettiva, per il momento, è improbabile e la sua presenza, comunque, potrebbe essere per una soluzione negoziata indispensabile.
In una situazione così confusa i rischi maggiori sono quelli degli europei e soprattutto di quelli dell’est, molto spesso in guerra con se stessi. Per evitare che questo accada l’Unione Europea dovrebbe proclamare la sua neutralità e chiedere ai suoi membri di riconoscere il coraggio della scelta.
I Paesi dell’Est
In una situazione così confusa i rischi maggiori sono quelli del Vecchio continente, soprattutto a est
Perché la neutralità abbia l’effetto desiderato occorre tuttavia che Zelensky rinunci all’ingresso del suo Paese nella Nato: una organizzazione che per certi aspetti è prigioniera della crisi più di quanto possa trovarne la soluzione. Un tentativo di evitare le guerre fu fatto fra l’Ottocento e il Novecento con alcune convenzioni internazionali per la pace dei popoli che furono firmate da quasi tutti i leader del mondo, da Sua Maestà l’Imperatore di Germania a Sua Maestà il Re degli Elleni, da Sua Maestà il Re di Serbia a Sua Maestà l’Imperatore degli Ottomani, al presidente della Repubblica Orientale dell’Uruguay, al presidente degli Stati Uniti. Per la lista dei Paesi che dimenticarono l’impegno assunto con la loro penna e firmarono poi altre dichiarazioni di guerra con la stessa penna con cui avevano firmato i loro accorati appelli alla pace, la descrizione richiederebbe un altro articolo.
Il neo zar
Qualcuno vorrebbe che Putin facesse un passo indietro, ma la prospettiva è al momento improbabile
Aggiungo che la politica di neutralità non è retta da regole giuridiche, ma riunisce l’insieme delle misure che uno Stato neutro deve assumere per garantire la propria credibilità. Il giudizio sull’esito di una politica neutrale dipende molto dal contesto internazionale del momento. La Svizzera, nonostante il suo bellicoso passato, ha dato alla propria neutralità un orientamento umanitario e pacifico, diventando un modello di riferimento per i successivi sviluppi delle relazioni internazionali. Ma sono pochi i Paesi che l’hanno imitata e che ne hanno tratto qualche vantaggio.