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 2023  giugno 11 Domenica calendario

Il cinema alla guerra tra Fellini e Visconti

La bella confusione di Francesco Piccolo (Einaudi), ci si potrebbe chiedere che tipo di libro abbiamo avuto per ore tra le mani. Un saggio sul cinema italiano nei suoi anni migliori? Una riflessione sulle correlazioni tra letteratura e cinema? Una mascherata incursione nella cultura del Belpaese per farne emergere i condizionamenti politici, soprattutto nella sinistra, negli anni in cui essa esercitava la sua più visibile "egemonia"?
AUTOFICTION
Una autobiografia (anch’essa mascherata), dal momento che l’autore racconta molto di sé nell’indagare sul concepimento, la nascita e i primi passi di due film che hanno fatto epoca? La bella confusione è tutto questo, con l’aggiunta di una antologia di pettegolezzi che fanno del mondo del cinema e della letteratura una favola affascinante e crudele.
GIOIELLI
Piccolo prende in esame due film che furono girati in contemporanea nel 1963, Il gattopardo di Luchino Visconti, e 8 ½ di Federico Fellini. Due gioielli della narrazione cinematografica, certo, ma anche due momenti di tortura (psicologica e materiale) per i rispettivi registi, gli attori, e tutti coloro che a vario titolo vi parteciparono. In una sala cinematografica, comodi su una poltrona, si assiste alla proiezione di un film. Bello o brutto, non si pensa certo a quello che possono essere costate agli "addetti ai lavori" quelle immagini. È il caso del Gattopardo e di 8 ½. Non si ha idea di cosa ci sia voluto per realizzarli, "prima" e "mentre".
«Quello che sto raccontando è quello che è successo davvero, nella realtà; ma si confonde con quello che succede nel film» (in questo caso, l’autore si riferisce al film di Fellini, ma vale anche per quello di Visconti). La bella confusione (questo il titolo suggerito da Ennio Flaiano a Fellini che poi avrebbe scelto 8 ½) racconta della rivalità (inevitabile quanto stimolante nelle arti) tra lo stesso Fellini e Luchino Visconti.
LE ORIGINI
Una inimicizia nata nel 1954, quando il primo ha appena finito di girare La strada e il secondo, Senso. Entrambi candidati al Festival di Venezia, Fellini si aggiudica il Leone d’argento, Visconti rimane a bocca asciutta. In sala scoppia la rissa tra i sostenitori, già allora agguerriti, dell’uno e dell’altro regista. Ed è in quel momento, annota Piccolo, che «nasce la divisione tra viscontiani e felliniani; nasce la divisione tra Visconti e Fellini. Si palesa una rivalità che durerà molti anni».
Sono tante le coincidenze annotate in questo libro. Riguardano i due diversi film, i loro autori e l’autore che li racconta e che a un certo punto afferma: «Otto e mezzo per me è stato scrivere letteratura. Il Gattopardo per me è stato scrivere di cinema». Ed è interessante leggere quanto nel libro ci viene svelato a proposito del film-romanzo e del romanzo-film.
Al punto che sembra non esserci più scarto tra i due modi di narrare una storia. Un’altra confessione di Piccolo, a proposito di 8 ½ e del Gattopardo: «Fellini mi raccontava che si poteva tentare di esprimersi, visconti mi raccontava che non si poteva. Erano due modi opposti di affascinarmi». L’affermazione che riguarda Fellini abbisogna di una spiegazione, ed è questa dello stesso Piccolo: «La vita interiore. Ecco cosa mi mostrava. In letteratura l’avevo letta, ma al cinema non l’avevo mai vista».
I SACRIFICI
Gustosi e non tutti conosciuti i dietro le quinte dei due film. I sacrifici dietetici di Mastroianni; i sacrifici, e qui la parola è quella giusta, di Claudia Cardinale, costretta a volare da un set all’altro (si girava contemporaneamente in un’estate di fuoco, a Palermo e a Roma) e a indossare un vestito che le impediva di respirare e di potersi riposare su una sedia. L’azzardo di Fellini, il quale decide di filmare una storia mentre questa gli si palesa nella mente. E i tormentosi dubbi del conte Visconti (è un comunista nonostante il suo titolo aristocratico) prima di accettare di trasferire in pellicola il capolavoro del principe ("reazionario") Tomasi di Lampedusa.
A questo proposito consiglio di leggere un libro pubblicato l’anno scorso: Luchino di Giovanni Testori, a cura di Giovanni Agosti, Edito da Feltrinelli. E dato che un’idea fa nascere altre idee, questo magnifico lavoro di Francesco Piccolo può suggerire una riflessione su altri due film girati in contemporanea, quella volta in America: Via col vento e Ombre rosse, entrambi del 1939.