Il Messaggero, 10 giugno 2023
Un miliardo di titoli in casa. Ma il tesoro non vale nulla
Aveva un tesoretto in casa, ma lo ha scoperto troppo tardi. È la beffa capitata a un operaio di 50 anni di Ceccano, nel frusinate. Durante i lavori di ristrutturazione dall’intercapedine di un muro sono spuntati i titoli di Stato comprati dal nonno a partire dagli anni del Fascismo per un valore totale di un miliardo di vecchie lire. I buoni però ora sono carta straccia o nella migliore delle ipotesi cimeli per appassionati da vendere su eBay a pochi euro.
Ma l’operaio vuole provarci lo stesso a riscuoterli, anche se Bankitalia si è già pronunciata su tanti altri casi identici e la risposta è sempre stata la stessa: non valgono nulla.
IL RITROVAMENTO
La scoperta è avvenuta qualche giorno fa mentre il 50enne stava facendo dei lavori nella casa di famiglia. Con un martello stava buttando giù una parete quando si è trovato davanti agli occhi una cassetta di legno, avvolta con dei vecchi fogli di giornale. L’ha aperta ed è arrivata la sorpresa: un buono fruttifero di cinquecento lire del 1937 con l’effige del Vittorio Emanuele III, poi altre cedole da dodici lire e 25 centesimi e un piano di ammortamento che alla scadenza, nel 1962, avrebbe fruttato un miliardo delle vecchie lire. Nella cassetta c’era anche un diario, forse un libro mastro sui risparmi, ma il contenuto è diventato illeggibile a causa dell’inchiostro usurato.
A nascondere quei vecchi titoli di Stato nell’intercapedine era stato il nonno, un agricoltore, che col sopraggiungere della vecchiaia ha cominciato ad avere vuoti di memoria e tra le tante cose ha finito anche per dimenticarsi di quel tesoretto messo su dopo anni di lavoro e risparmi. E così il segreto di quel nascondiglio è finito con lui nella tomba.
LA TESTIMONIANZA
«Ero molto legato a mio nonno e mi piace pensare che a guidarmi alla scoperta di quella cassetta di legno nascosta dentro il muro con i buoni di Stato sia stato proprio lui. Come gli uomini del suo tempo, era un gran risparmiatore. È un peccato che il frutto dei suoi sacrifici sia venuto fuori solo ora e rischi di essere vanificato», racconta l’operaio. Il 50enne di Ceccano vive da solo e non ha problemi economici, ma un tesoretto del genere, spuntato dal nulla, è il sogno di tanti. L’operaio però tiene i piedi per terra, sa che le possibilità di riscattare quei titoli di Stato sono pari a zero. Ma vuole comunque provarci, anche per una forma di rispetto alla memoria del nonno e ai suoi sacrifici. Quindi si è rivolto agli avvocati Roberto Filardi, Antonella Incitti e Graziella Peruzzi per verificare se i buoni di Stato valgono ancora qualcosa o sono al contrario carta straccia.
«Al momento - spiega l’avvocato Filardi - insieme ai colleghi stiamo studiando bene questo caso in quanto ci sarebbero pareri giurisprudenziali discordanti. Una circolare della Banca d’Italia esclude la possibilità di riscossione. Stiamo però studiando la pratica per vedere se è possibile aggirare questo ostacolo. La cifra in ballo è notevole. Se queste cedole potessero essere ancora riscosse, con la rivalutazione monetaria e gli interessi, si arriverebbe almeno a due milioni di euro». Tanti, troppi, praticamente inesistenti.